lunedì 17 marzo 2014

Primavera: far circolare le emozioni

Vi sono esercizi di concentrazione sui colori del prisma che possono aiutarvi a formare la vostra aura, 
ma otterrete veramente dei risultati solo se accompagnerete tali esercizi con un lavoro sulle virtù. 
Così, con l’amore vivificate la vostra aura, con la saggezza la illuminate,
 con la padronanza di voi stessi la rafforzate, 
con la purezza la rendete limpida e chiara.
Omraam Mikhaёl Aïvanhov


Come ho spiegato nel post precedente, il fegato è l'organo associato alla primavera e come tale in questo periodo richiede maggiormente la nostra attenzione. L'emozione associata al fegato è la rabbia, su di essa cercheremo di concentrare il lavoro preparatorio all'inizio della prossima stagione.
È importante rendersi conto che di per sé tutte le emozioni sono utili, perché costituiscono un'ottima occasione per imparare qualcosa di noi stessi; ma per trarre solo il meglio dalle proprie emozioni è anche necessario comprendere la loro natura e quindi la loro funzione.


La parola emozione deriva dal verbo latino emovere, “portar fuori, smuovere”, ed indica un vortice di energia che in un individuo sano, nel quale corpo-cuore-mente si trovano in equilibrio, si muove in circoli virtuosi di cui i chakra costituiscono i centri principali. La condizione naturale delle emozioni è quindi la loro libera circolazione. Si sente spesso dire che non bisognerebbe mai reprimere le proprie emozioni, esse infatti quando non vengono espresse tendono ad accumularsi, impedendo il libero fluire dell'energia; come fare però quando ci troviamo a dover esprimere emozioni che potrebbero avere degli effetti spiacevoli?
Spiacevole è tutto ciò che trasgredisce al comandamento “ama il prossimo tuo come te stesso”, sul quale vi suggerisco di meditare camminando all'aria aperta, possibilmente indossando abiti di colore arancione, la tonalità essenziale che ci aiuta ad entrare in contatto con il secondo chakra, sede delle emozioni primordiali e della fiamma della nostra natura creativa e compassionevole.


Per liberarsi in modo inoffensivo da un eccesso di emozioni bloccate, specialmente dalla rabbia repressa, propongo un esercizio semplice ma intenso, da svolgere possibilmente all'aperto e ad una certa distanza da altre persone. Per tutta la durata della pratica, evitate scatti o movimenti improvvisi e se necessario prima di cominciare eseguite qualche esercizio di stretching muscolare per non incorrere in strappi o stiramenti.
  1. Posizionatevi in piedi (chi ha problemi di equilibrio o disturbi ai tendini o alla colonna vertebrale può divaricare leggermente le gambe, fino ad avere i piedi perpendicolari alle spalle), rivolgendovi ad uno spazio libero davanti a voi;
  2. Inspirando lentamente con il naso, alzatevi sulle punte dei piedi e contemporaneamente portate indietro le braccia tese, sollevandole il più possibile, come farebbe uno sciatore per darsi la spinta e partire;
  3. Espirando rapidamente dalla bocca, tornate a poggiare il peso su tutta la pianta dei piedi, e contemporaneamente portate le braccia avanti (le mani avranno così compiuto un semicerchio, con le punte delle dite che puntano prima indietro, poi verso il basso, e infine avanti), congiungendole davanti a voi con i pugni chiusi e gli indici puntati in avanti;
  4. Ripetete l'esercizio almeno sette volte, avendo cura di compiere gesti fluidi e di seguire il ritmo del vostro respiro.
Questo esercizio è solo una pratica propedeutica al lavoro sulle emozioni bloccate, difatti, è utile per evitare un sovraccarico emozionale del nostro organismo psicofisico e non va inteso come un mero “sfogo”. Tuttavia, la vera occasione di crescita non sta tanto nello sbloccare la nostra rabbia repressa, quanto nel comprendere cosa questa emozione abbia da comunicarci.


Il punto sul quale vogliamo focalizzarci è quindi imparare a gestire le emozioni, cioè disciplinare il proprio atteggiamento mentale e il proprio comportamento al fine di ottenere una risposta armonica all'esperienza del sé che impara a conoscersi. La gestione delle emozioni comprende tre fasi strettamente interconnesse: osservazione, comprensione, libera espressione. Di nuovo, la pratica vale più di mille astrazioni, per questo vi presento un semplice esercizio di ascolto interiore.
  1. In piedi, tenendo le gambe leggermente divaricate, inspirate portando in alto le braccia, espirate, lasciandole ricadere dolcemente. Eseguite questa respirazione almeno tre volte, cercando senza sforzi di armonizzare i movimenti al respiro;
  2. Continuate a respirare consapevolmente e portate consapevolezza all'interno di voi;
  3. Lasciate che la consapevolezza scorra come un'onda benefica in tutto il corpo, e quando vi sentite a vostro agio focalizzate l'attenzione sull'area sacrale, corrispondente al secondo chakra, sede delle emozioni primordiali;
  4. Ascoltate il vostro secondo chakra, l'energia in esso fluisce liberamente? Se percepite dei blocchi di energia, soffermatevi con cura su ciascuno di essi e ascoltate cosa vi comunica con disponibilità e accettazione, senza giudicare o censurarvi;
  5. Concludete il momento di ascolto interiore ringraziando il vostro chakra sacrale per il magnifico lavoro che svolge, inviandogli luce e comprensione.
L'ascolto interiore prepara il passaggio dall'osservazione di ciò che c'è (ad es. un'emozione di rabbia repressa) alla sua comprensione. Comprendere significa accettare che ciò che abbiamo individuato, ad es. un'emozione negativa, ha qualcosa da insegnarci e quindi in un certo senso è una parte significativa di noi che richiede attenzione. Al pari delle altre emozioni bloccate, la rabbia in sé non è il problema, bensì un indicatore di ciò che per noi costituisce un disagio irrisolto che richiede attenzione. In questa fase è quindi fondamentale chiedersi perché proviamo quell'emozione e cercare di comprendere cosa voglia esprimere. A questo punto, una volta trovata una risposta alla domanda fondamentale, impegniamoci per trovare il modo di mettere in pratica quanto abbiamo scoperto di noi dall'ascolto della nostra emozione, imparando a manifestare noi stessi in modo armonioso, cioè privo di conflitti intrinseci, di resistenze e condizionamenti.

Mariavittoria





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