lunedì 18 agosto 2014

L'attitudine alla luce

C’è una luce e non svanisce mai.
Steven Patrick Morrissey



C’è una terra di nessuno che chiunque intraprenda il cammino spirituale si trova a dover affrontare.
È un luogo nel quale, pur se sostenuti dai più alti ideali, dai più elevati obiettivi, il terreno si mantiene viscido, viscoso e pieno di insidie. Si tratta del proverbiale mare che scorre “tra il dire e il fare”. Qui affondano i nostri sforzi, non sotto i colpi di epocali minacce o di pericolosi mostri, ma sotto il fuoco incrociato dell’inerzia e della pigrizia. 


Perché questo accade? Non siamo forse fortemente motivati ed intenzionati a volgere i nostri passi verso la luce? Non abbiamo forse la fermezza necessaria a superare ogni ostacolo? Eppure troppo spesso, nonostante ottime premesse, all'intenzione di incamminarsi sulla retta via non segue nessuna azione effettiva. Diciamo di volerci perfezionare, magari siamo perfino convinti di volerlo, ma nei fatti nulla è cambiato. Il problema ha a che fare con la variazione di luce all’interno della nostra esistenza. Un momento siamo determinati, pieni di iniziativa e centrati, il momento successivo perdiamo il nostro slancio e sprofondiamo nell'inconsapevolezzaIl procedere verso la luce richiede energia e spesso le distrazioni della realtà materiale nella quale ci affaccendiamo e le fluttuazioni del pensiero assorbono la totalità dei nostri sforzi. Ecco che in queste crepe d'inerzia, allargate ad arte dalla nostra personalità, che tenta con tutti i mezzi di garantire l’esistenza e la prosperità dell’ego in una zona di comfort refrattaria a qualsiasi cambiamento, si insinua il rischio di abbandonare la ricerca della luce. Non dobbiamo quindi sorprenderci se scopriamo di indugiare verso la pigrizia e di indietreggiare verso stati vibrazionali più bassi. Dove non c'è dinamismo l’inerzia è in agguato e ci trascina nella sua pania con un processo lento, inesorabile e, per lo più, inconsapevole. La pigrizia, e il progressivo incedere verso l’inerzia, sono figli di un processo degenerativo “normalizzante” che ci depone in basso, come elettroni che hanno vibrato su orbitali energetici più elevati e che ora ritornano a disporsi su traiettorie più interne con un minor quantitativo intrinseco di energia.


Per prevenire questi spiacevoli inconvenienti il nostro obbiettivo consiste nel mantenere costante il livello di energia che possiamo utilmente impiegare nel Lavoro. Un tentativo estemporaneo e magari improvvisato di dirigersi verso la luce non è in grado di garantirci uno stabile e univoco flusso di energia per il Lavoro. L’energia impiegata non è sufficiente a mantenere uniforme il processo nel corso del tempo. Se invece permeiamo l’esistenza di grandi slanci e di piccoli sforzi costanti e moltiplichiamo le decisioni che confermano nella pratica la volontà di incamminarci verso la luce, otterremo di poter beneficiare di un quantitativo di energia via via crescente. Da un lato infatti diminuiranno i dispendi energetici superflui in virtù di un uso più consapevole dell’energia, dall’altro più luce genera più energia che a sua volta potrà generare maggiore luce in una spirale virtuosa tutta a nostro vantaggio. E se torna a vantaggio del nostro Sé autentico, sarà anche a maggior gloria della Luce. L’afflato verso ciò che è luce e armonia, la capacità di discernere e sostituire abitudini deleterie a prassi elevanti nel tentativo di riprodurre archetipi divini sono motori importanti che possono guidare le nostre azioni, per consentirci di disporre al meglio della nostra energia. E della nostra vita.
Fabrizio

lunedì 4 agosto 2014

Sogni e bisogni



I sogni son desideri di felicità
nel sogno non hai pensieri
esprimi con sincerità...
(Cenerentola, Walt Disney)


Da bravo massone d'altri tempi, Walt Disney si curava alacremente di trasmettere le conoscenze acquisite, scegliendo le modalità più adatte alla loro diffusione al pubblico, nel tentativo di illuminare le coscienze o quantomeno di educarle sin dalla più tenera età. Gran parte dei suoi capolavori sono nati sulla base di questo spirito filantropico, che rappresenta il filo conduttore di tutta la tradizione sapienziale, poiché da sempre l'Uomo si occupa di ricordare all'uomo di Sé. Infatti, le fiabe sono tutte riconducibili alla rappresentazione di aspetti di quella narrazione che da tempi immemori cerca di raccontare, attraverso il linguaggio del mito, la storia più importante per l'umanità: il viaggio dell'anima nei mondi tra visibile e invisibile.




Anche i Classici Disney possono essere letti come rivisitazioni moderne di questo archetipo. In particolare, Cenerentola sviluppa il tema dei desideri e della loro realizzazione. Immedesimarsi nella vicenda è piuttosto facile: in un mondo fatto di vacue e meschine apparenze a tutti può capitare di sentirsi un po' delle cenerentole, relegate in un cantuccio polveroso nonostante la buona volontà e i meriti intrinseci. La reazione della nostra eroina è di per sé illuminante: Cenerentola non si lascia scoraggiare dalle circostanze avverse, non serba rancore nei confronti delle persone che la trattano “ingiustamente” e canta.




Cantare di per sé contribuisce a mantenere un elevato livello di energia interiore, indispensabile per allontanare il malanimo che ormai nell'uomo inconsapevole costituisce una risposta fisiologica alla frustrazione ma risulta totalmente controproducente rispetto a qualsiasi tentativo di manifestazione positiva. Vale quindi il detto canta che ti passa perché il bel canto solleva gli animi. Inoltre, le parole originali di questa canzoncina iniziatica sono ricche di indicazioni illuminanti e vale la pena leggerne la versione integrale, che inizia così:



 A dream is a wish your heart makes      Un sogno è un desiderio espresso dal tuo cuore


when you're fast asleep                          quando sei quasi addormentato

in dreams you will lose your heartaches  nei sogni smarrisci i tuoi patemi

whatever you wish for you keep            qualsiasi cosa desideri continua

have faith in your dreams and someday  ad aver fede nei tuoi sogni e un giorno

your rainbow will come smiling through  il tuo arcobaleno giungerà a sorridere

no matter how your heart is grieving      non importa quanto il tuo cuore sia dolente

if you keep on believing                        se continuerai a credere

the dream that you wish will come true. il sogno che desideri si avvererà.


La fede è l'elemento fondamentale della realizzazione: perché si avveri, bisogna credere nel proprio sogno, cioè avere la certezza senza alcuna prova tangibile che esso diverrà realtà. I sogni che hanno il potenziale per realizzarsi sono quelli del cuore, vale a dire quei desideri che suscitano emozioni e non sono soltanto vagheggiati dalla mente. Sognare quindi è un'espressione del cuore, dimora dell'anima e in questo senso diventa un bisogno fondamentale dell'essere. Il testo della canzone originale infatti precisa When you can dream you can start, “se sai sognare puoi iniziare”...Iniziare cosa? Naturalmente, iniziare a vivere il tuo sogno! L'unica differenza tra un obiettivo e un sogno riguarda il tempo: qual'è infatti la differenza sostanziale tra dire "Vorrei fare una bella vacanza al mare" e "Ad agosto vorrei fare una bella vacanza al mare" se non la dimensione temporale, che dà maggiore concretezza e impellenza di realizzazione alla seconda frase? Semplificando si potrebbe dire che un obiettivo non è nulla più di un sogno con una scadenza. Non a caso nel film è proprio il rintocco di un orologio ad interrompere la reverie di Cenerentola: il sogno vive in una dimensione intangibile ed elevata, dove va alimentato con la propria fede ed è quest'ultima a dare la giusta motivazione per passare all'azione, per trasformare cioè il sogno in un obiettivo, definendo i passi concreti della realizzazione da attuare con i tempi e le modalità appropriate. Il tempo ci ricorda che viviamo nell'Universo dell'Azione: nessun Lavoro, nessuna realizzazione.
Esistono differenze essenziali tra bisogni, desideri e sogni, che possiamo intendere come diverse gradazioni o espressioni su ottave diverse della stessa realtà ontologica: l'essere umano tende ad agire per colmare il senso di mancanza che avverte a vari livelli (fisico, intellettivo, affettivo, spirituale...). A ciascuno spetta trasmutare questa tendenza da uno sterile stato reattivo di insoddisfazione cronica, sul quale ha presa ogni genere di sistema schiavizzante (dal consumismo alla manipolazione mentale) ad una condizione proattiva di aspirazione alla maestria dell'autoperfezionamento. Poiché è sempre possibile migliorarsi, la volontà di perfezionamento, promossa con gioia e amore per la conoscenza di Sé, innesca una spirale ascendente di evoluzione virtualmente infinita, nella quale la sfida più avvincente e senza fine è osare essere se stessi. L'arte di essere appartiene naturalmente all'anima, che attraverso il sogno esprime oggi quel che potremo essere domani. E così, dalla forza dei tuoi sogni, puoi misurare l'ampiezza del tuo futuro.
Mariavittoria