lunedì 22 settembre 2014

Il Sole: alla luce dell'evoluzione

Danzano nella luce e contemporaneamente vivono sulla Terra.
Rappresentano il prossimo livello da raggiungere per l'umanità,
nel quale la completa libertà somiglia alla causa ed al risultato
del nuovo apporto di energia solare sulla Terra.
(Aleister Crowley)


Il Sole è la stella di riferimento per il pianeta Terra. Grazie ai raggi di questo corpo celeste percepiamo tutto lo spettro del visibile e riceviamo calore e nutrimento come gran parte delle altre creature viventi. L'influsso benevolo del Sole, fondamentale per la vita, è talmente evidente che chiunque, osservando l'astro splendente raffigurato nel Diciannovesimo Arcano dei Tarocchi, capirà subito di trovarsi davanti ad una Carta dal significato estremamente positivo e rassicurante.
Nonostante il fitto avvicendarsi di artisti e studiosi che si sono dedicati alla creazione di mazzi di Tarocchi anche molto diversi tra loro, l'iconografia di questo Arcano Maggiore sembra essere rimasta sostanzialmente invariata nei secoli: da tempi immemori il volto raggiante dell'astro illumina a giorno un paesaggio idilliaco, dove danzano due giovinetti dall'aria gaia e spensierata, sovente un bambino e una bambina molto simili, drappeggiati di rosso e blu, a simboleggiare l'innocente e felice unione di maschile e femminile sotto i radiosi auspici della divinità solare. 


A volte, invece di questa classica raffigurazione dei Gemelli, significativamente il segno zodiacale associato alla giovinezza e all'estate imminente, vi è una sola persona a beneficiare dei raggi dell'astro diurno, come nel caso dell'Arcano Diciannovesimo raffigurato nei Tarocchi Rider-Wite., nel quale un bambino in groppa ad un cavallo bianco spalanca le braccia, sorridente; non mancano elementi decorativi che simbolicamente rinforzano l'intento celebrativo dell'astro solare, come i girasoli, emblema della vita che si orienta secondo la volontà e i cicli del fulgido luminare diurno.


Nel complesso l'immagine scelta per rappresentare questa Carta appare sempre trasmettere serenità e allegria, anche se ad uno sguardo attento non sfuggirà la presenza costante di un elemento insolito: un muro di mattoni che sembra costituire una sorta di recinzione dello spazio in cui si svolge la scena in primo piano e rievocare così l'idillio appartato del Giardino di Eden, insieme al suo messaggio intrinseco: tutto è bene e risplende di spensierata innocenza fintanto che si rimane entro i confini del proprio piccolo mondo, sovente tracciati da un'autorità superiore. L'Arcano quindi sembra assicurare felicità, prosperità e sicurezza, ma a certe precise condizioni.
A rompere questa tradizionale visione del Sole custode e guardiano dei propri protetti pensò Aleister Crowley, riconfermando anche con questa Carta la volontà di differenziare nettamente il suo mazzo di Tarocchi dall'iconografia usuale. Nell'immagine ideata per lui da Lady Frieda Harris l'astro non compare più antropomorfizzato, bensì come una ruota splendente di energia che estende i suoi raggi a tutto il paesaggio, compresa l'intera fascia arcobaleno dello Zodiaco, nel quale appaiono ingranditi i segni estivi di Gemelli, Cancro e Leone, e la verde collina in cima alla quale scorgiamo una cinta muraria dalla quale però i due protagonisti dell'immagine, giovani dotati di ali di farfalla, sono ormai ben lungi nel loro incedere festoso ed esultante.


Ecco quindi un'immagine che esprime il compimento della metamorfosi umana in un essere libero e leggiadro, come una farfalla di luce non più trattenuta dal bozzolo delle forme e convenzioni limitanti. Molto altro si potrebbe narrare riguardo alla simbologia utilizzata in questa particolarissima raffigurazione del Diciannovesimo Arcano, tuttavia oggi ti invito a lasciare che il suo potere evocativo agisca direttamente su di te tramite una semplice visualizzazione guidata:

  1. Siediti comodamente, in posizione rilassata e con la schiena ben diritta, davanti all'immagine della Carta.
  2. Segui il corso naturale del tuo respiro per entrare in uno stato di rilassamento fisico e di pace interiore.
  3. Concentra l'attenzione sulla Carta, cercando di individuarne con precisione tutti i dettagli visibili, lascia scivolare via ogni eventuale pensiero che giunge alla tua mente.
  4. Focalizzati ora sul sole rotante nella parte alta della Carta.
  5. Immagina che dal centro esatto di questa ruota energetica un raggio luminoso si diparta e vada ad irradiare i tuoi occhi, inondandoli di luce benefica, per poi scendere fino al tuo ombelico ed estendersi in tutta la zona del tuo addome.
  6. Gradualmente, porta l'attenzione al plesso solare, visualizzandolo pervaso dalla luce benefica che da lì si irradia a tutto il tuo corpo.
  7. Concediti tutto il tempo necessario per percepire i benefici di questo raggio luminoso che unisce la consapevolezza solare universale al tuo plesso solare.
  8. Ripeti questa visualizzazione tre volte, anche in momenti diversi della giornata, terminandola ogni volta con un ringraziamento in direzione del Sole fisico che splende nel cielo del pianeta Terra.   
Mariavittoria



lunedì 8 settembre 2014

La Temperanza: equilibrio e alchimia degli opposti

I tarocchi sono una macchina filosofica,
che evita alla mente di divagare, 
pur lasciandole iniziativa e libertà; 
si tratta di matematica applicata all’assoluto, 
l’unione di ciò che è logico con ciò che è ideale, 
come una combinazione di pensieri esatti tanto quanto i numeri, 
forse la concezione più semplice e più grande del genio umano.
(Eliphas Levi)


I Tarocchi sono una continua fonte di ispirazione per il cercatore che si avvia alla scoperta del sentiero dell'anima. In questo post offriamo una panoramica di ciò che simboleggia l’Arcano XIV in relazione all'iconografia presentata da due distinti mazzi di Tarocchi: quello ideato da Oswald Wirth e le Lame dei Templari.


Nel mazzo di Tarocchi di Wirth, l’Arcano XIV, la Temperanza, è rappresentato da una figura angelica, con un disco solare fra i capelli, che mesce dell’acqua, travasandola da una brocca d’argento ad una d’oro. Questo personaggio sembra la personificazione della massima di Orazio in medio stat virtus, in quanto cerca di trovare un equilibrio fra due qualità opposte simboleggiate dai liquidi e dalle loro posizioni (una brocca è posta in alto e l’altra in basso, a formare una contrapposizione in diagonale). Che questo equilibrio sia fragile ce lo suggerisce anche il punto all’interno della sequenza dei Tarocchi nel quale si trova la Carta: al quattordicesimo posto, subito dopo la Morte (13) e prima del Diavolo (15), vale a dire tra due demoni. Per di più, la posizione della Temperanza (14) numerolgicamente si colloca nel secondo ciclo del numero 4, dove certo è ancora presente una componente di autoaffermazione tipica dell’Imperatore (4), ma questa volta si è completamente immersi nel karma che rende il lavoro dell’angelica figura particolarmente precario. La Temperanza presta dunque la massima attenzione e la dovuta concentrazione nello sforzarsi di miscelare perfettamente i due liquidi, consapevole dell’importanza del compito che sta portando a termine.



Notiamo ora il nome con il quale il Quattordicesimo Arcano è stato designato nel mazzo di Lame dei Templari: il Genio o l’Androgino-alchemico, che ben sintetizza l'immagine della Carta. Troviamo infatti rappresentata una figura antropomorfa nuda, la cui parte superiore sinistra è di aspetto femminile, mentre la destra, ha caratteristiche maschili. Entrambe si uniscono all’altezza del bacino. L’insieme è armonioso e vivido: i due volti irradiano bellezza, consapevoli dell'avvenuta felice unione dell’elemento maschile con quello femminile. L’ermafrodito è asessuato pur nella sua gioiosa sensualità. Il suo lato di donna regge un alambicco dal luccichio dorato dal quale scorre un liquido dall'aspetto prezioso che viene versato e raccolto in un alambicco argenteo sostenuto dall’uomo. Questa simbologia allude all’elisir di lunga vita, la cui realizzazione richiede una lunga ed accurata preparazione. Il lavoro che viene richiesto per giungere a tale esito è una meticolosa ricerca interiore che, attraverso la fucina alchemica, produce la trasmutazione degli elementi vili della personalità in preziosi frutti luminosi. A questo risultato si perviene attraverso la sublimazione delle energie femminili e maschili, onde ottenere un equilibrio che è fusione, condivisione, superamento del dualismo. Tale equilibrio è il risultato di elementi complementari che tendono all’unità, di cammini contrapposti che si uniscono, di punti di vista differenti che insieme giungono a maturazione, di tesi ed antitesi che producono la sintesi, della matematica dello spirito in cui 1+1=3. 



Se da un lato la prima rappresentazione dell’arcano XIV enfatizza il raggiungimento dell’equilibrio come pratica non priva di intrinseche incertezze, frutto di una ricerca che è mediazione fra forze centrifughe e centripete altrimenti incontrollabili, il Genio, o Androgino-alchemico, arriva all'equilibrio sottolineando l’aspetto dualistico della realtà ed il suo superamento attraverso il processo alchemico. Due iconografie distinte, un unico modo di relazionarsi con gli archetipi universali che, veicolati dalla tradizione sapienziale trasmessa nel corso dei secoli, continuano a parlarci con colori, forme, simboli e sembianze direttamente in comunicazione con i livelli profondi del Sé.
Fabrizio