lunedì 20 ottobre 2014

La quinta stagione

L'autunno è una seconda primavera,
quando ogni foglia
è un fiore.
(Albert Camus)


Il periodo di interregno tra la fine dell'estate e il pieno dell'autunno è un passaggio energeticamente molto delicato, nel quale agire con consapevolezza può rivelarsi decisivo per poter proseguire senza inconvenienti nel ciclo annuale della vita. È questo infatti il tempo di preparare solide basi per affrontare nel migliore dei modi i rigori dell'inverno, secondo il principio fondamentale che vede nel benessere psicofisico quotidiano la prevenzione più efficace di ogni malanno e malanimo.


Dalla medicina tradizionale cinese, sappiamo che in questa fase di transizione, definita quinta stagione, domina l'elemento Terra, associato al colore giallo e al funzionamento di stomaco e milza, che temono soprattutto l'umidità e vengono aiutati dal sapore degli alimenti naturalmente dolci. Guardarsi dall'umidità è un consiglio prezioso ora che gli sbalzi improvvisi di pressione si accompagnano a piogge abbondanti e talvolta improvvise. Ampiamente raccomandato per riequilibrare tutti i disturbi derivati da un eccesso di umidità (ad esempio catarro, raffreddore, influenza, reumatismi, mal di testa e tensioni muscolari) è lo zenzero, giallo come gli altri ingredienti di questo semplicissimo infuso toccasana:
  • In una tazza di acqua fai bollire per alcuni minuti un pezzetto di zenzero fresco (o l'equivalente della punta di un cucchiaino di polvere), insieme alla scorza di un limone non trattato;
  • Filtra il liquido;
  • Quando è ancora caldo, ma non bollente, aggiungi un cucchiaino di miele (accertati che non sia pastorizzato e prediligi quello biologico, possibilmente di agrumi o castagno).

Anche il corpo necessita di cure: per mantenere la giusta vitalità sarà utile tenere presenti pochi semplici accorgimenti. Per beneficiare della presenza ancora consistente di luce diurna, ricorda di esporti quotidianamente almeno quindici minuti al sole anche nelle giornate grigie (la luce filtra dalle nuvole) e approfitta delle giornate in cui il cielo è sereno per passeggiare all'aria aperta nel verde. Proteggi e rinforza pelle e capelli con un olio vegetale di stagione, ad esempio l'olio d'oliva, da tenere in posa per almeno quindici minuti e risciacquare con acqua tiepida e un detergente delicato. Prepara una lozione deliziosamente profumata, nutriente, dalle innumerevoli virtù benefiche e adatta a tutti i tipi di pelle, da massaggiare su pelle e cuoio capelluto subito dopo la doccia o il bagno, a base di olio di jojoba, che in realtà è una cera liquida, non unge e non si altera nel tempo:
  • Taglia a listarelle per il lato lungo una bacca di vaniglia e immergila in 50 ml di olio di jojoba;
  • Lascia riposare al buio, in un contenitore di vetro o ceramica, avendo cura di agitarlo ogni giorno;
  • Dopo due settimane filtra e travasa il liquido in un flacone di vetro scuro pronto da utilizzare.

Infine, per non arrivare inutilmente appesantiti alle soglie della stagione fredda, presta attenzione ai ristagni fisici, evitando di assumere sale e altri alimenti che incrementano la ritenzione idrica (ad esempio verdure troppo acquose, come i pomodori), ma anche a quelli psicologici, dedicandoti alla rimozione naturale di idee fisse e forme pensiero che si radicano nello stato emotivo malinconico tipico di questo momento dell'anno. A questo scopo, ti propongo una meditazione, da svolgere preferibilmente al mattino e in movimento, magari in concomitanza all'esposizione ai raggi solari:
  • Inspira lentamente e profondamente, trattieni l'aria per qualche istante, senza forzare, ed espira vigorosamente per almeno tre volte, cercando di armonizzare le fasi del respiro alla tua andatura (inspira mentre fai due passi, trattieni per un altro passo ed espira mentre avanzi di altri tre passi);
  • Mantieni questo ritmo di respirazione e inspirando immagina che dalle tue narici entri un fascio di luminosa luce gialla che si diffonde in tutto il tuo corpo;
  • Mentre trattieni brevemente il respiro, percepisci la luce gialla pulsare in ogni fibra del tuo corpo, dissipando ogni oscurità;
  • Espirando con decisione immagina che l'oscurità residua fuoriesca dal tuo corpo ormai completamente illuminato dalla benefica radiazione gialla.
  • Ripeti la visualizzazione per almeno sette cicli di respirazione.
I benefici di questo esercizio aumentano indossando capi di abbigliamento del colore corrispondente agli stati luminosi che vuoi potenziare: la solarità positiva e fiduciosa del giallo e l'allegria vitale e gioiosa dell'arancione, proprio i colori che, spiccando nella vegetazione, ci introdurranno con grazia e buonumore all'autunno.
Mariavittoria 




  

lunedì 6 ottobre 2014

Le cinque domande significative

La vita trasmette continuamente
risposte a domande
che non abbiamo mai posto.
(Jean Josipovici)



Le cinque W sono i classici pronomi e avverbi con i quali in inglese si è soliti cominciare una frase interrogativa. Definiscono i campi di ricerca sui quali l'autore del messaggio si deve concentrare al fine di rendere il suo discorso più fluido, pregnante ed esaustivo. Sono i punti di riferimento ai quali attenersi e con i quali orientarsi per risultare efficaci ed efficienti in termini di comunicatività. Possiamo utilizzare le stesse cinque parole per porre domande davvero significative, che ci consentono di dare risposte non ordinarie e osservare la nostra vita da una prospettiva completamente diversa rispetto a quella alla quale siamo abituati. Consideriamole una per una.


1. Who (Chi)?
La risposta alla prima domanda è sempre: “io”.
Qualsiasi cosa accada, la persona della quale si sta parlando è sempre “io”.
Impariamo a non dissimulare, a non pensare erroneamente che ci sia qualcosa che non ci riguardi, che si parli di qualcun altro, perché non è così. Possiamo conoscere veramente soltanto noi stessi, anche attraverso gli altri e le realtà che proiettiamo all'esterno e che attirano la nostra attenzione. Questa è una constatazione basilare, della quale dobbiamo al più presto fare esperienza perché non basta saperlo, occorre anche verificarlo di persona nella propria vita.

2. What (Che cosa)?
La risposta alla seconda domanda è sempre: “la mia reazione”.
Le circostanze che visitano la nostra vita, arrivano per sollecitare la nostra reazione. Se questa è frutto di un riflesso condizionato, di uno schema al quale ci siamo assuefatti, di una maschera consolidata nel tempo, di un’immagine artificiosa di noi stessi che vogliamo salvaguardare a tutti i costi, avremo agito in modo passivo, reattivo e, fondamentalmente, inconsapevole. Ma c’è un’altra strada: possiamo utilizzare il libero arbitrio e scegliere scientemente di agire in modo “proattivo”. Che cosa significa questo nella pratica? Significa semplicemente (ricordiamo che semplicemente non è sinonimo di facilmente) abbandonare le classiche reazioni negative – meccaniche per chiederci cosa abbia da insegnarci quella situazione. Evidentemente quella circostanza nasconde delle parti di noi stessi che ancora non ci sono note e sulle quali dobbiamo lavorare. Noi tutti notiamo quanto “le circostanze fastidiose” tendano a ripetersi; meno frequentemente notiamo che, a tali circostanze, rispondiamo in modo “reattivo”, tendenzialmente monotono e automatico. In realtà questi avvenimenti appaiono nella nostra vita perché ne abbiamo bisogno come eventi potenzialmente rivelatori, e si ripresentano affinché vengano da noi “corretti”, o meglio interiorizzati e riconosciuti nella loro essenza di lezioni di vita.


3. When (Quando)?
La risposta alla terza domanda è sempre: “adesso”.
Pensare al domani è come tradire il presente. Pensare al passato è come uccidere il presente. Solo nel qui ed ora abbiamo tutta la forza, tutte le capacità, tutte le possibilità di vivere la nostra vita. Immedesimarsi nelle preoccupazioni, affezionarsi alle paure o perdersi nel ricordo dei “bei tempi andati”, come pure nell'anticipazione di possibili scenari, non serve a niente: siamo esseri che vivono esperienze nella materia nell’adesso.

4. Where (Dove)?
La risposta alla quarta domanda è sempre: “in me”.
Dove accadono le cose? All’esterno? Negli altri? Nel mondo? No, le cose accadono sempre dentro noi stessi. Possiamo sperimentare la verità di questa affermazione osservando che, a fronte di una stessa situazione, una persona potrà sentirsi offesa o umiliata, un’altra percepirà indifferenza, un’altra ancora apprezzerà la genuinità e spontaneità delle parole dette, tutto dipende dalla reazione soggettiva, interiore e interiorizzante, ad una stessa sollecitazione. La chiave per poter far fruttare le esperienze che attiriamo consiste nel sapere dove guardare: “in me”.

5. Why (Perché)?
La risposta alla quinta domanda è sempre: “per il mio sommo bene”.
Tutto quello che ci capita è funzionale alla nostra evoluzione, e questo indipendentemente dal fatto che ne siamo coscienti o meno. Quale enorme vantaggio per noi essere consapevoli che le fluttuazioni negli eventi della vita, in precedenza attribuite ai capricci del fato, sono in realtà precisi messaggi che l’universo ci manda per spronarci a migliorare noi stessi e che arrivano a noi per il nostro esclusivo beneficio. Grazie a questa consapevolezza, abbiamo un enorme spazio di manovra per riuscire a dipanare i fili sottili degli eventi che un tempo sembravano inestricabilmente incomprensibili.


Adesso ti propongo di prenderti qualche minuto per porti queste cinque domande e riflettere sulle risposte. Non è un esercizio da svolgere in astratto, va applicato alla tua vita, agli avvenimenti che incontri nella tua esistenza.
Prova a prendere questa risoluzione oggi stesso, non domani, adesso, non fra un’ora. Perché adesso è il momento. E poi, se vuoi, condividi la tua esperienza scrivendola nei commenti a questo post.

Fabrizio