lunedì 21 settembre 2015

Briciole di consapevolezza


Un monaco chiese a Chao-Chou: “Sono appena entrato in monastero.
Ti prego, dammi qualche consiglio.” 
Rispose Chao-Chou: “Hai mangiato la zuppa di riso?”.
Il monaco disse: “Sì”.
E Chao-Chou: “Allora va a lavare la tua ciotola”.
Detto Zen


Molto si può imparare dal mondo che ci circonda. La Natura è una maestra instancabile. Pochi sanno leggere ciò che ci accade quotidianamente e trarne utili insegnamenti con la stessa spontaneità e profondità di Omraam Mikhael Aivanhov e dei maestri zen. Proviamo a guardare anche noi con occhi nuovi quel che ci accade intorno.


Che cosa succede ad esempio se ci dimentichiamo delle briciole su un tavolo? Se attendiamo sufficientemente, soprattutto se ci troviamo in un ambiente esterno, noteremo che formiche, mosche ed altri insetti si precipiteranno a banchettare sugli avanzi che abbiamo lasciato. Una volta fatta pulizia, invece, constatiamo che anche gli insetti scompaiono.
Ora volgiamo la nostra attenzione dentro di noi. Che cosa succede se lasciamo della “sporcizia” al nostro interno sotto forma di pensieri negativi, ossessivi, discordanti? Attireremo uno stuolo di insetti ronzanti ed indesiderati quali ansia, preoccupazione, senso di colpa, frustrazione, etc. 
Una volta appresa la lezione, non dovremmo più lasciare briciole sul tavolo. Invece, anche se abbiamo constatato come la “sporcizia” interiore proietti i suoi deleteri effetti su di noi, proseguiamo imperterriti a produrne e a non smaltirla mai.
Troviamo semplicemente insopportabile la “sporcizia” esteriore ma conviviamo con spensierata disinvoltura con la spazzatura interiore. La ignoriamo, ce ne disinteressiamo, la seppelliamo da qualche parte sperando che sparisca da sola.
Questo avviene probabilmente perché attribuiamo maggiore importanza alle cose visibili che a quelle invisibili, anche se, come il Piccolo Principe sottolinea, l’essenziale è invisibile agli occhi.


C’è un grande rischio ad accumulare e non smaltire la spazzatura interiore lasciandola sprofondare nell’inconscio. La nostra vibrazione fondamentale, il biglietto da visita che, istante dopo istante consegniamo all’universo, mostrerà inequivocabilmente i segni del nostro disordine crescente. 
Il primo passo per eludere questo rischio è accorgersi, divenire consapevoli di quanto ci sta accadendo interiormente e non ignorare ogni sintomo rivelatore. Occorre diventare vigili e prestare debita attenzione a quello che introduciamo dentro di noi e alle eventuali scorie che produce. Ancora una volta non è unicamente al piano fisico che dobbiamo guardare (alimentazione) ma anche a tutti pensieri (non nostri), idee (non nostre), preconcetti, rumori di cui quotidianamente ci nutriamo. Tanto più ciò che introduciamo è rozzo, grossolano, infido ed informe, tante più briciole e residui lascerà dentro di noi.
Agiamo quindi su due fronti: impariamo a riconoscere le briciole dentro di noi a ad eliminarle e al contempo iniziamo ad introdurre “cibo” sano, nutriente e apportatore di luce. La nostra natura è di risplendere, non di diffondere nubi di oscurità. La nostra natura è di abitare un corpo sano ed una mente limpida e cristallina. 

Fabrizio


IMPARA A GESTIRE IL POTERE DELLE EMOZIONI

"Per rimanere concentrato su ciò che più conta nella vita, devi resistere alla tentazione di soddisfare il tuo ego vendicandoti di ogni singolo camion di spazzatura emotiva che ti attraversa la strada. Non sentirti bene quando ti vendichi dei camion. Sentiti bene quando li lasci passare oltre."







lunedì 7 settembre 2015

Il karma non esiste


La realtà non è quello che ci hanno insegnato.
Siamo disposti ad accettare questa possibilità?
Paxton Robey


Siamo ancora lontani da un utilizzo pienamente consapevole delle facoltà umane, fino a quel momento sarà necessario tenere presente che la mente mente, e non si tratta di un'eventualità remota, bensì di una costante per chi non è abituato ad osservarsi attentamente.


Il cervello, infatti, non distingue tra percezioni “reali” e impressioni indotte da una varietà enorme di fonti “virtuali” idonee a trasmettere suggestioni sensoriali (visioni, ricordi, rivelazioni...), come un'antenna sintonizzata sull'immensità, capta tutto quello che proviamo e percepiamo. Questa enorme mole di impressioni finisce immagazzinata, sotto forma di pacchetti di informazioni, in luoghi per noi inaccessibili consciamente, dai quali, tuttavia, può riemergere in qualunque momento si ristabilisca la connessione mnemonica tra ricevente (il cervello) e trasmettitore (fonte emittente). A queste suggestioni elettromagnetiche, e potremmo dire “ambientali”, vanno aggiunte, come minimo, quelle di natura intrinseca e più strettamente ereditarie, contenute nel nostro DNA, che possiede la memoria dell'intera specie e i potenziali delle sue evoluzioni genetiche.


Da queste semplici constatazioni di ciò che è rispetto a ciò che appare, conseguono tre prerequisiti cruciali per vivere in modo consapevole:
  1. Selezionare scientemente la qualità dei nostri pensieri e delle nostre percezioni (sensoriali e sentimentali) è una prassi di puro buon senso per non sovraccaricare inutilmente di spazzatura quei campi energetici o memorie dai quali poi ci ritornano, più o meno elaborate, le stesse informazioni che abbiamo inviato.
  2. Essere consapevoli che i nostri ricordi derivano principalmente dalla nostra capacità, spesso inconscia, di accedere ai pacchetti di informazioni contenuti in varie banche dati, che si tratti della nostra memoria genetica o di un campo energetico di altra natura. La mente fa sistematico ricorso a queste memorie per trovare nell'esperienza nostra e di altri soggetti (i nostri avi, ma anche perfetti sconosciuti di ogni dimensione spaziotemporale) risposte ai quesiti e alle situazioni della vita attuale. Nasce così quell'insieme di associazioni di idee che tramutate in azione definiscono degli schemi comportamentali non sempre efficaci e quantomeno ripetitivi.
  3. Sapere che mentre la mente è sintonizzata su tutto quello che è già stato (ovvero sulle informazioni delle suddette banche dati), l'anima viaggia liberamente nelle potenzialità ancora da realizzarsi. Lo fa in sogno, esplorando lo spazio delle varianti (per utilizzare un termine coniato da Vadim Zeland, di cui conviene oggigiorno conoscere il sistema olistico) ma anche attraverso il dialogo con la coscienza, quando è sufficientemente sveglia da coglierne i segnali.
In definitiva, l'essere umano si trova all'incrocio tra passato (le percezioni mentali) e futuro (i progetti dell'anima) e solo vivendo nell'eterno presente può aspirare a realizzarsi in modo cosciente. È così che cade la necessità del karma, un sistema autoregolante, basato sulla legge generica di causa ed effetto, in cui ricade l'individuo soggetto all'ignoranza dei principi dell'evoluzione e alle emozioni negative (perché sottraggono energia, all'opposto delle emozioni positive o meglio potenzianti) come paura e senso di colpa.


Il karma ontologicamente non esiste, perché di per sé non è necessario per vivere pienamente e responsabilmente, tuttavia sarebbe un'illusione ritenere che non esista per tutti, poiché ogni sistema di causa ed effetto ha una sua logica interna. Se alla luce di tutto ciò che sai, conosci e sperimenti, pensi di avere ancora bisogno di sentirti in colpa e che ogni errore vada punito, il karma è pronto a ripagarti con lo stesso tenore di conseguenze punitive o preventive in linea con le tue convinzioni ed emozioni autosabotanti.
Se invece puoi davvero lasciare andare l'idea di errore, inteso come colpa da scontare, e le impressioni di un passato e di un futuro illusorie, perché comunque si tratta di dimensioni altre e diverse dall'adesso, letteralmente non hai tempo per il karma (No Time for Karma), ma solo per vivere il presente e probabilmente l'unica cosa che vorrai ricordare sono le regole del gioco della vita. Qualunque sia la tua scelta, ti auguro di cuore buon viaggio nell'evoluzione della coscienza.
Mariavittoria

Se vuoi familiarizzare con un'idea evolutiva di karma e iniziare ad uscire dalla trappola dell'ignoranza in modo spontaneo e gioioso, ti consiglio di leggere No Time for Karma di Paxton Robey.