giovedì 20 dicembre 2018

L'energia della luce


Hanno cercato di seppellirmi,
ma non sapevano che sono un seme.
Proverbio messicano

I giorni che precedono il solstizio d'inverno nell'emisfero boreale sono i più bui dell'anno: mentre le ore diurne si riducono ai minimi termini, nebbia e gelo si impossessano del paesaggio e l'oscurità sembra invadere ogni cosa e spesso prevalere inesorabilmente. È il ciclo dell'energia che richiede questo passaggio nel pozzo della tenebra più nera, per rinascere alla luce imperitura del sole invincibile.
Per quanto possa sembrare spaventoso, questo desolante clima, interiore ed esteriore, a ben vedere è solo un gioco di ombre: infatti, che cosa è la vittoria della luce se non il trionfo della verità eterna che, per quanto venga oscurata, per sua stessa natura non può che rivelarsi, essendo testimonianza ed emanazione della realtà immanente e trascendente?
Il punto è che troppo spesso omettiamo di attingere a quella luce eterna, presente anche nei momenti più tetri. Soprattutto, dimentichiamo che, più di ogni altra cosa, la luce per manifestarsi dipende da noi: in un universo in cui tutto è connesso, ciascuno può fare la differenza. Se il battito di ali di una farfalla può generare un uragano, che cosa è in grado di fare la coscienza di un essere risvegliato alla consapevolezza? Ce lo raccontano tutte le grandi saghe che hanno catturato l'attenzione dell'umanità ed è il messaggio portante nel codice dei cavalieri (dai templari ai jedi), negli insegnamenti dei grandi maestri e nelle parole dei maghi illuminati.



Ritrovare l'energia della luce è ciò che ci rende agenti resilienti dell'evoluzione. Per questo non è necessario essere straordinari, basta essere autentici. Non siamo ciò che facciamo, ma quello che facciamo rende conto di ciò che di noi decidiamo di esprimere adesso e semina il futuro in ogni giorno della nostra vita.
Manifestare la luce non è facile, è una scelta, richiede il coraggio di comprendere oltre le apparenze, dire no alla mediocrità e fare la cosa giusta, che spesso non ha nulla a che vedere con il buonismo da salotto o con il disfattismo con cui si cerca di affossare ogni speranza di resurrezione della luce.
Manifestare la luce non è alla moda e non balza agli onori della cronaca, perché il bene sta nelle piccole cose che fanno del mondo un posto migliore e che insieme formano l'immensa, inarrestabile e magnifica onda dell'evoluzione.
Manifestare la luce non fa rumore e non prevede ricompense immediate, anzi, a volte costa tempo ed energia, più di quanto vorremmo donare, ma è proprio il modo in cui decidiamo di impiegare le nostre risorse che crea il percorso di una vita: della fine e del principio tutto, più o meno, ci è già stato dato, ma il viaggio che unisce questi due punti è il destino che ciascuno si sceglie qui e ora, giorno dopo giorno, è il mondo che contribuisce a creare, ed è tempo di accorgersene, perché conviene rendersene conto prima di doverne rendere conto.
Il mondo in cui vogliamo vivere comincia da noi: ciascuno di noi dando il proprio esempio può essere la promessa di una nuova speranza, un nuovo inizio, una nuova era. Il risveglio è irreversibile e c'è ancora spazio per una fase di transizione, ma conviene iniziare ad agire ora, prima che l'oscurità si trasformi in oblio. Noi, tutti e ciascuno di noi, siamo luce, se ce ne dimentichiamo è solo perché continuiamo a guardare dall'altra parte.

Stefano, Mariavittoria, Fabrizio


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