Padre
nostro, che sei nei cieli,
sia
santificato il tuo nome,
venga
il tuo regno,
sia
fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
Dacci
oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti
a noi i nostri debiti
come
noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e
non ci indurre in tentazione,
ma
liberaci dal male.
Amen.
C.H. Bloch, Sermon On The Mount |
Più
ci si inoltra sul cammino, più le insidie assumono connotazioni
infide ed ingannevoli. Più si lavora e più i tranelli divengono
sottili e sofisticati. Per ogni filo di luce tracciato se ne tessono
altri mille che tendono a fuorviarci, distogliendoci dalla retta via
che guida alla meta.
Lungo
il percorso è fondamentale tener presente che il fine non
giustifica i mezzi. Fare la cosa giusta per il motivo sbagliato è
inutile, talvolta persino dannoso. Naturalmente, la Giustizia cui ci
riferiamo è ben più in alto di quella terrena, ed è ad essa che
l'essere umano dovrebbe fare appello affinché vi sia ordine e
chiarezza nella sua vita.
Chi
sono i giusti sulla terra? Gli uomini di buona volontà che si
sforzano sinceramente di fare ogni cosa a maggior gloria della luce
divina. Pensieri, parole e azioni sono parte integrante dell'Opera e
chi lavora conosce il loro potere e valore, ma quanto conosce
veramente di sé, al di là di quella multiforme maschera che
chiamiamo ego? Chi si cela dietro la facciata della nostra armatura?
Qual'è la sostanza oltre l'apparenza? Nessuno potrà spiegartelo,
dovrai scoprirlo da te.
Quando
facciamo il punto della situazione e pensiamo di aver compiuto dei progressi, stiamo già definendo un’immagine di noi, anche se
leggermente diversa dalla precedente. L’ego è lì, camuffato
dietro questa apparente concessione alla coscienza, muta forma,
cambia tattica e continua ad assumere un ruolo preponderante proprio
mentre, ironia della sorte, pensiamo di averlo ridotto al silenzio.
Il rischio è considerare questo nuovo stato come una forma di
progresso sulla strada dell’evoluzione, senza scorgere il pericolo
reale di ritrovarsi incoscienti in schiavitù di un ego che,
ergendosi sul piedistallo della spiritualità, esercita il suo
dominio con rinnovato vigore.
La
tentazione di confondere i propri progressi spirituali con un senso
di superiorità acritica nei confronti di tutto e tutti è un’esca
che l’ego spirituale getta con altissime percentuali di successo.
Di fatto, tra i molti volti dell'ego, tutti potenzialmente utili e
ciascuno limitante nel suo piccolo senso dell'io, quello spirituale è
forse uno dei più sottili e sofisticati. Il disprezzo che nutre per
la densità della materia nasconde sovente desideri repressi, nei
quali ad una eventuale soddisfazione data dalla realizzazione di
determinati obiettivi è stata sostituita l'immediata
autogratificazione della rinuncia. Per di più, il tuo ego spirituale si compiace ogni
volta che anziché lavorare su te stesso ti fermi a pensare “io sto
facendo un lavoro spirituale”, si consolida ogni volta che
giustifichi come sei limitandoti a ciò che pensi di essere. Ogni “io
sono” seguito da qualunque attributo sarà sempre e solo una parte
del tutto, e quando in te diventa la scusa per non proseguire è ego,
anche se spirituale (“io sono una persona spirituale...”),
specialmente se spirituale (“io sono consapevole, risvegliato,
illuminato...").
Io, io, io...prendi le distanze da ogni ego, anche da
quello spirituale, e osserva l'immensa totalità dell'Essere, che, come la vera bellezza, non ha bisogno di spiegazioni (della ragione e
dell'aver ragione) né di definizioni (attributi).
Dove
preghi veramente, nel qui e ora, l'ego non può essere, perché non
stai più recitando una parte. Ovunque tu sia, qualunque cosa accada,
pregare il Padre è un metodo semplice e naturale di rivolgersi al
Cielo, riconnettendosi così alla parte elevata in te e
nell'universo.
Concludiamo
questo post, l'ultimo del 2013, augurando a te un nuovo anno ricco di
felicità e di pace interiore e a tutta l'umanità una vita rinnovata
nella luce divina di Saggezza e Amore.
Che
ogni cosa sia fatta a maggior gloria della luce.
Stefano,
Mariavittoria, Fabrizio
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