L’ora più buia è
quella che precede l’alba, ma il sole è già rinato e continuerà
a sorgere, anche se fuori è ancora notte.
A conclusione di
quest’anno così particolare, lascio spazio all’esperienza
psicosensoriale dell'incontro con le nuove energie che inondano il pianeta,
provenienti dal grande portale del Polo Nord. Accogliamo lo Spirito della luce che porta gioia nei cuori e accende la volontà di fare del bene.
Prima però, desidero
condividere gli auguri di una comunità di anime luminose che
custodiscono una realtà speciale e avveniristica nel cuore verde
dell’Italia.
Sarà un periodo
natalizio fortemente orientato all’interiorità: è importante che
tu ti prenda del tempo per guardarti dentro e per ascoltare fuori.
Nel silenzio ovattato
della natura invernale, mettiti in ascolto del tuo suono interiore,
alza lo sguardo e spalanca gli occhi, abbracciando idealmente tutta
la luce delle stelle che dal cielo si riversa nell’anima del mondo.
MEDITAZIONE DELLO
SPIRITO DEL POLO NORD
Lo Spirito del Polo
Nord viene da lontano, ama i silenzi maestosi degli spazi sconfinati
e parla direttamente ai cuori delle persone, per questo non ti darò
particolari indicazioni pratiche per la meditazione dedicata al suo incontro.
Assumi una postura
dignitosa, degna di un’anima in ascolto della pura luce cosmica,
respira liberamente e apriti alla meraviglia del Grande Nord. È un
momento sacro e magico!
Questo antico canto
nordico ti aiuterà a sintonizzarti:
E ora dedica qualche
minuto a una fiaba d’inverno, tutta da gustare per il tuo bambino
interiore:
Infine, offri un
tributo alla Terra, attraversando sulle ali dell’immaginazione un
giorno nelle terre del Sole:
Siamo i custodi dello
Spirito sulla Terra. Leggi subito un estratto dall'ultimo articolo di
Selene Calloni Williams sullo spirito animale, Battito animale(in fondo alla pagina che si apre cliccando sul
link potrai scaricare e leggere l'articolo completo).
L'animale guida di
questo passo è la tigre, Maestro della Forza, l'energia vitale che
permea l’esistenza e deve essere correttamente incanalata: se
fluisce armoniosamente, essa dona le eccezionali virtù e capacità
che qualificano gli esseri ordinariamente straordinari.
Nella tradizione dello
yoga sciamanico, il corpo (inteso come apparato psicofisico) viene
protetto e sostenuto da dieci spiriti guardiani che assumono le
sembianze di animali selvatici, e tra essi il più feroce è il
guardiano dei pensieri, che custodisce le porte dell'intuizione e
divora ogni pensiero nocivo, disturbante o disarmonico.
Ti suggerisco di avere
buona cura del vigore e della prontezza di questo guardiano, perché
dalla qualità e salubrità dell'attività mentale che riesci a
sviluppare dipendono direttamente la salute del tuo corpo fisico e il
tuo benessere psicologico.
Ogni giorno, rivolgiti
alla tua interiorità e con rispetto e benevolenza prendi contatto
con il tuo guardiano dei pensieri: lascia che si mostri nella forma
in cui intende manifestarsi a te e assicurati che abbia tutto il
necessario per svolgere al meglio il suo compito.
Nutrilo di amore,
determinazione e saggezza, affinché i tre raggi della creazione a
servizio dell'evoluzione illuminino il suo sguardo e gli consentano
di sgombrare il campo dalle tenebre dell'ignoranza, della paura e
della rassegnazione che scorrazzano per il mondo in cerca di un nido
incustodito in cui insinuarsi e mettere scompiglio.
Prendi rifugio nella
Forza e abbi fede nel suo custode, che è con te sempre, ogni
qualvolta te ne ricorderai, poiché in verità tu sei nella Forza e
la Forza è in te, incessantemente. Te ne ricorderai anche nell’ora
più buia?
Mariavittoria
REGALI SPIRITUALI
In questo periodo
apriamo i cuori alla luce delle stelle, siamo più sensibili alla
magia che intesse il creato e più vicini all'ordine cosmico,
letteralmente, grazie alla posizione occupata dalla Terra rispetto al
centro della nostra galassia.
In ricordo e segno di
gratitudine per i regali che riceviamo dallo Spirito del Polo Nord, è
tradizione scambiare doni con le persone che amiamo, quest'anno ti
invito a regalare un'esperienza di crescita spirituale, una goccia di
luce che a suo tempo risplenderà e si unirà alla grande onda
cosmica del Portatore d'Acqua. Ecco alcuni spunti:
LE CARTE DEL DRAGO
IMMAGINALE
La visione sciamanica
oltre il tempo e l’illusione
Un potente percorso
sciamanico estetico di consapevolezza delle forze che muovono il
cosmo e cocreano la realtà.
Le carte possono essere utilizzate anche
a scopi divinatori, ma hanno una funzione eminentemente evolutiva, di
risveglio della coscienza planetaria.
Conclusa la fase di profonda trasformazione interiore immediatamente
successiva al capodanno celtico, l'entrata del Sole nel Sagittario ci
esorta ad alzare lo sguardo per mirare verso nuovi orizzonti e
lasciarsi ispirare dall’energia ultraterrena.
Prima di spalancare la mente davanti a nuove prospettive, conviene
dedicarsi al ripristino delle energie psicofisiche investite nella
trasmutazione autunnale, sincerandosi che una volta cadute tutte “le foglie e
i rami secchi” dall'albero della nostra vita abbiamo le risorse per
proseguire serenamente il viaggio nella giusta direzione.
Ieri si è celebrata la Festa degli Alberi, un'occasione non solo
simbolica per riflettere sull'importanza di queste straordinarie
creature. Troppo spesso dimentichiamo che il benessere del pianeta
dipende dalla prosperità del regno vegetale.
Più di due miliardi di anni fa, furono delle microalghe dell'oceano
primordiale, attraverso la magia chimica della fotosintesi
clorofilliana, a produrre ossigeno, creando un'atmosfera respirabile
per gli animali preistorici, e ancora oggi i complessi scambi
biochimici tra vegetali consentono ai viventi terrestri e marini di
sostentarsi.
Il fitoplancton è alla base della catena alimentare degli ecosistemi
acquatici e produce metà dell'ossigeno presente nell'atmosfera
terrestre, l'altro 50% si deve alle foreste delle terre emerse.
Sono le piante, acquatiche e terrestri, microscopiche e gigantesche,
i veri custodi della vita sul nostro pianeta, il loro benessere è la
garanzia di un futuro migliore e di un presente in cui è ancora
possibile vivere secondo natura.
Alleiamoci al regno vegetale, imparando a conoscerne e a rispettarne i
bioritmi, e accediamo ai suoi poteri, tra i quali ovviamente vi è
quello della rigenerazione.
In natura non esiste una fucina alchemica più sofisticata e
funzionale di un albero che è radicato nella Terra, assorbe Acqua e
scambia Aria e Fuoco (i raggi solari) con l'ambiente; dalla sua
atavica efficienza attingiamo forza, radicamento, nutrimento, pace e
consapevolezza cosmica.
È quindi giunto il momento di rigenerarsi attraverso pratiche
fisiche e spirituali che consolidino il nostro sostegno
incondizionato all'anima planetaria e rinsaldino il legame innato che
ci unisce a tutti gli esseri viventi.
La posizione yoga più adatta non può che essere quella dell'albero (vrikshasana), che rafforza l'equilibrio psicofisico, promuovendo stabilità fisica e mentale, e va eseguita con la consapevolezza di essere un canale di scambio energetico tra terra e cielo e la chiara intenzione di mettersi volontariamente a servizio del cosmo a questo scopo.
La pratica:
Inizia mettendoti in posizione eretta, con i piedi paralleli distanziati di un paio di centimetri, e concentra lo sguardo su di un punto davanti a te.
Espira e piegando il ginocchio destro appoggia la pianta del piede sulla parte interna della coscia sinistra, in modo che il tallone tocchi il perineo.
Inspira e solleva le braccia sopra la testa, unendo i palmi delle mani.
Respira naturalmente e rimani nella posizione per mezzo minuto.
Espirando ritorna alla posizione eretta di partenza, abbassando le braccia e la gamba destra.
Rilassa la muscolatura, poi ripeti l'asana piegando il ginocchio sinistro.
Ecco un breve video in inglese che illustra la pratica e i benefici della posizione che ho appena riassunto, raccomando di guardarlo muto (il sottofondo musicale purtroppo non ha niente di yogico)
Poiché la grande via maestra sulla Terra è quella
dell'attraversamento dell'esperienza che va vissuta per poter essere
compresa e trasformata completamente, la pratica essenziale di rigenerazione
autentica avviene sempre in profondità, dentro noi stessi, e ad essa
ci possiamo preparare con un semplice rituale di rilassamento
graduale che puoi svolgere alla sera prima di andare a dormire o in
preparazione della successiva meditazione per rigenerarsi.
RILASSAMENTO GRADUALE
Scegli un ambiente tranquillo della casa, privo di interferenze
elettromagnetiche, dove sei sicuro che non verrai disturbato per
almeno mezz'ora e prepara l'occorrente per sdraiarti comodamente a
terra (basta un telo o un materassino in fibra naturale ed
eventualmente un cuscino da posizionare sotto la nuca).
Brucia dell'incenso indiano da meditazione, accendi un lumino dentro
ad un paralume di sale himalayano e diffondi nell'aria una miscela
di oli essenziali che rinfrancano i sensi e risvegliano i chakra
superiori (incenso, sandalo, mirra, patchouli).
Metti in sottofondo questa musica ad un volume abbastanza elevato da
riuscire a percepirne chiaramente le vibrazioni (onde di energia)
propagarsi nel tuo corpo oltre che nell'ambiente circostante:
Sdraiati in posizione supina e tieni sollevate le gambe in modo da
tenerle ben diritte, con i piedi a martello il più in alto
possibile, ma senza sforzare la muscolatura (puoi appoggiare le
caviglie allo schienale di una sedia o le piante dei piedi ad una
parete).
Appoggia le mani sulla pancia, chiudi gli occhi e respira
profondamente, inalando dal naso ed esalando dalla bocca per almeno
cinque minuti.
Piega le ginocchia, portandole al petto, solleva le braccia
portandole indietro, sopra la testa, e appoggiale a terra con i palmi rivolti
verso mentre continui a respirare profondamente per almeno cinque
minuti.
Lentamente rotola su un fianco, poi alzati in piedi e sciogli gli
arti, girando il tronco a braccia aperte tre volte in senso orario e tre volte
in senso antiorario.
Inizia a muovere tutto il corpo, seguendo il ritmo della musica e
lasciandoti andare in una danza al di là del tempo e dello spazio.
Fermati tenendo le gambe divaricate perpendicolari alle spalle e
saltella, spostando rapidamente il peso dai talloni sollevati alle
punte dei piedi e lasciando la parte superiore del corpo libera di
muoversi a piacimento. Chiudi gli occhi, respira e continua a
saltellare per almeno cinque minuti.
Sdraiati, rilassa completamente ogni parte del corpo, appoggia le
mani sul cuore e rimani ad occhi chiusi per almeno cinque minuti,
ascoltando il tuo respiro.
Prima di coricarsi nel letto, è buona norma concludere il
rilassamento con una doccia calda (o almeno un pediluvio in acqua
fumante), strofinando la pelle con del sale himalayano a cui abbiamo aggiunto qualche goccia di olio essenziale di lavanda o di
ravintsara. Se invece intendi proseguire la pratica, puoi passare
direttamente alla meditazione seguente.
MEDITAZIONE PER RIGENERARSI
Chiudi gli occhi e assumi la posizione della stella, divaricando
braccia e gambe mantenendo la muscolatura rilassata.
Inspira profondamente, immaginando di riempirti di chiara luce
dorata ed espira espellendo tutta l’aria, visualizzandola uscire
come fumo nero da ogni parte del tuo corpo. Ripeti per almeno dieci
volte.
Ripeti mentalmente per almeno dieci volte: sono terra che pensa,
acqua che ascolta, aria che parla e fuoco che aspira.
Rilassati completamente, percepisci la piacevole pesantezza del tuo
corpo che lentamente immagini sprofondare nel soffice sottobosco
della tua foresta immaginale.
Ti trovi disteso ai piedi di un grande albero e sprofondi lentamente
tra le sue nodose radici millenarie.
Percepisci l’odore pungente del terriccio fertile, il contatto
soffice con la spessa coltre di muschio vellutato che lentamente ti
ricopre, i richiami degli animali selvaggi, ormai attutiti dalla
terra che ti avvolge nel suo abbraccio umido, mentre affondi
sempre più in profondità tra le radici dell’albero.
Respira lentamente e lasciati andare nell’avvolgente e
rassicurante oscurità della terra ancestrale.
Ora sei nella terra, sei parte di essa, e la terra ti accoglie
completamente, in profondità, agendo dentro e fuori di te.
Nel buio, dentro e fuori di te, inizi a percepire un canto antico e
profondo come le ossa della terra, che gradualmente aumenta di
volume, lo segui, ovunque esso ti conduca e osservi attentamente che
cosa accade.
Riporta l’attenzione al tuo respiro e lentamente comincia a
riemergere dalle profondità della terra, riguadagna la luce e
l’aria aperta nella foresta immaginale e lentamente esci dallo
spazio immaginale.
Sorridi e ringrazia, se lo desideri puoi rimanere sdraiato quanto
preferisci.
L’animale guida di questo passo è l’elefante, Maestro di antica
saggezza, che custodisce la memoria della terra e della grande
famiglia di esseri viventi alla quale apparteniamo. Dotato di olfatto
e di udito finissimi, l’elefante è in grado di captare attraverso
le possenti zampe le vibrazioni terrestri e di comunicare emettendo
infrasuoni.
Nel pantheon induista, gli otto guardiani dei punti cardinali siedono
ciascuno sopra un elefante con a capo Airavatam, l’elefante bianco
del dio Indra, noto anche come elefante delle nuvole. Prima di
addormentarti, ti invito a pronunciare il nome di questo grande
essere custode, più antico di qualsiasi civiltà umana (Airavatam
Ardha-Matanga Arkasodara) e a rivolgergli con rispetto la richiesta
di ricevere da lui consigli e presagi, che non mancheranno di giungere
a te in sogno o attraverso coincidenze significative.
Mariavittoria
LO SPIRITO NELLE PIANTE
Ci sono voluti quattro
anni di lavorazione editoriale,
dalla mia traduzione dall’originale tedesco alla sapiente revisione
di Hubert Bösch
fino all’impaginazione delle immagini ad alta definizione, per
arrivare all’edizione italiana di questo meraviglioso Viaggio
dell’Anima attraverso le immagini imagami,
a sua volta derivato
da dodici anni di intensa ricerca da parte dell’autore, artista e
operatore energetico, per
offrire ad ogni lettore un’esperienza estetica-estaticadavvero unica, che
consente di vedere le piante con occhi
nuovi e di sentirne la voce nel cuore,
entrando in contatto con il loro spirito gentile
e intelligente, e di toccarne l’essenza rigenerante e corroborante, accedendo
al grande potere
vivificante dei campi di forza emanati
con amorevole ingegnosità dal regno vegetale a
beneficio di tutti i viventi.
“Il metodo imagami unisce la fotografia naturalsitica a
un’antichissima e sacra struttura geometrica e crea una nuova unità
energetica efficace.
Il campo di forza imagami comprende, accresce e attiva sottili
energie naturali, in modo simile a quanto avviene con la
dinamizzazione omeopatica.
Le immagini imagami traducono le verità spirituali e le loro
leggi nella nostra capacità percettiva.
Ogni immagine imagami porta alla luce gli aspetti di un’unione
integrale psichico-animica. Esistono molte vie creative che è
possibile utilizzare con le persone in cerca di guarigione per
accedere a questi impulsi importantissimi per il loro benessere, il
loro sviluppo personale e il loro lavoro.”
[NOTA:
Il post di oggi avrà un incipit diverso dal solito, per cui se non
ti interessano le mie considerazioni sull'attualità puoi passare
oltre, alla sezione pratica di meditazione e yoga che come sempre ho
appositamente segnalato con il titolo in maiuscolo; ma visto che ho
il piacere di averti con me già da qualche mese lungo questa via di
conoscenza non ordinaria, confido che avrai abbastanza curiosità
intellettuale e presenza mentale per cominciare dall'inizio, come si
conviene in ogni percorso serio e ponderato.]
Trascorriamo
gran parte del nostro tempo da svegli costretti a fare i conti con le
istanze di una società superficiale, artificiosa e dipendente dalla
comunicazione globale, in cui certamente “le parole sono pietre”,
ma possono anche essere ancore di salvezza in grado di dare
significato a ciò che apparentemente sembra privo di senso.
Non è un caso che tra le
tecniche di omologazione più accanite e trasversali di questo tempo
vi sia un sistematico appiattimento dell'uso delle lingue, con
conseguente scomparsa della loro diversificazione e tipicità
culturale: da un lato l'estinzione delle specie animali e vegetali
schiacciate dall'avanzare selvaggio dell'Antropocene minaccia la
biodiversità, dall'altro l'uomo, che alcuni vorrebbero elevare a
unico detentore del linguaggio verbale, perde accesso alla libera e
prolifica circolazione di idee complesse e originali banalizzando i
propri mezzi di comunicazione.
Poiché tutto, ma proprio
tutto, nella nostra vita ha carattere simbolico, è sempre utile
indagare il significato profondo delle parole che utilizziamo e che
lasciamo entrare nella nostra esistenza.
Consideriamo, ad esempio,
il termine lockdown, un prestito linguistico dall'inglese,
tristemente diventato d'uso comune per intendere le misure di
confinamento di cui si sta tornando a parlare, che in realtà
semanticamente è più affine ad un'altra parola della nostra lingua:
cattività. Infatti, il verbo lock down implica l'idea di
serrare, bloccare, chiudere a chiave, e in latino captivus era
proprio il prigioniero, lo schiavo, il servo privato con la forza
della propria libertà e di conseguenza incattivitosi nell'incapacità
di autodeterminarsi.
Alla radice della
cattiveria non c'è altro che una reazione primitiva al senso di
frustrazione derivante dalla constatazione, sovente del tutto
inconsapevole, di non essere affatto liberi. Da quando le sbarre
dello psicopenitenziario sono diventate più tangibili, certamente è
facile rendersi conto di quanta cattiveria serpeggi nell'inconscio
collettivo, pronta ad emergere e manifestarsi in moti distruttivi; ma
a ben vedere non è questo il nocciolo della questione.
Non mi soffermerò sulla
domanda fondamentale a monte di tutto ciò: che cosa significa
veramente essere liberi in un mondo concepito come una prigione (o un
allevamento o ancora come una clinica, per la gioia segreta degli
ipocondriaci che oggi sono tornati alla ribalta)? Pensavi davvero di
godere di una qualche libertà (di o da qualcosa) solo perché la tua
situazione di connivente asservito ad un sistema inumano e
impersonale non era così scomoda prima della reclusione?
Sia chiaro: non sto
giudicando niente e nessuno e non voglio trarre conclusioni. Sono
convinta che ciascuno abbia il proprio cammino da intraprendere e un
ruolo da svolgere nel disegno universale. Prendiamone atto, una volta
per tutte, abbracciando il nostro destino senza lasciarci travolgere,
dimorando nella certezza che l'essenziale rimane invisibile agli
occhi. Stando nell'essenziale si compie l'opera più grande, i sensi
si acuiscono naturalmente e si comincia a vedere l'invisibile.
Vedere l'invisibile è un
tema prettamente metafisico, ma anche la scienza oggi è arrivata a
sondare la sostanziale inconsistenza della materia: se è vero che
l'universo si sta espandendo, la cosmologia oggi ci insegna che il
70% di esso è composto da un'energia totalmente impercettibile ai
nostri sensi, che però determina l'emersione e influisce sul
mutamento di tutto ciò che si manifesta. Nulla si crea, nulla si
distrugge, tutto si trasforma e transita nell'immensità di spazi
dagli infiniti calcolabili anche se imponderabili.
Alla luce di ciò è
logico e scientifico sostenere che anche l'essere umano nella sua
complessità è un sistema bioenergetico enormemente più ampio
dell'apparato psicofisico che possiamo percepire con i nostri sensi
fisici. Dalla prospettiva metafisica questa è l'unica via sensata da
percorrere per lo sviluppo personale e transpersonale: creare ponti
tra le diverse dimensioni dell'essere, connettere, esplorare,
comprendere. In questo viaggio metamorfico all'interno di un universo
la cui natura è relazionale, risulta di vitale importanza coltivare
il proprio rapporto con gli spiriti.
“Il tuo destino è
dato dal complesso degli spiriti con cui sei in relazione costante:
spiriti protettori, spiriti guerrieri, spiriti famelici, adirati,
tristi, depressi, impotenti, frustrati, capricciosi, dinamici, forti,
determinati, amorevoli. Ognuno ha un bisogno, un obiettivo, una
speranza. Incessantemente gli spiriti dialogano con te, ispirandoti
idee, emozioni, determinando le tue scelte. Quello che chiami il tuo
Io è un principio di coscienza che non esiste in modo separato,
esiste unicamente nella relazione con l'anima del mondo e con tutte
le voci che lo influenzano. Anche queste voci, anche gli spiriti non
esistono nella loro individualità separata, ma unicamente nella
relazione con quel principio di coscienza che chiami Io.”
(S.C.Williams, Yoga
sciamanico. Volontà senza paura, Mediterranee 2020)
In quest'epoca di falsi
profeti, sedicenti medium e guru di ogni sorta, nonché di sfrenato
materialismo è importante ricordare che non è assolutamente
necessario credere agli spiriti né tanto meno porsi nei loro
confronti con un atteggiamento di acritica sudditanza, essi sono
semplicemente una delle molteplici sfaccettature dell'essere e
dimorano, per così dire, in una dimensione facilmente accessibile
all'immaginazione umana, conferendole grande impulso evolutivo.
Dialogare con gli spiriti
è un modo per uscire dal tempo convenzionale e connettersi alle
dimensioni altre di noi stessi, in cui siamo oltre il velo delle
illusioni e il nostro rapporto con la realtà non viene sfalsato
dalla materialità. In quello spazio oltre lo spazio possiamo
prendere atto dei nostri attaccamenti (1500 stando agli antichi testi
di saggezza orientale) e accettare di compiere l'impresa del loro
scioglimento, intraprendendo l'avvincente viaggio della vita. Il
limite di ciò che uno spirito può rivelarti di te è solo nella tua
mente.
MEDITAZIONE PER VEDERE
L'INVISIBILE
Anni fa abbiamo
realizzato un video su questo argomento che rimane un valido
strumento per avvicinarsi alla pratica di vedere l'invisibile.
Rilassati, segui le
istruzioni e rimani in attesa di “vedere” quello che accade.
Non sforzarti di eseguire
alla lettera le indicazioni, puoi seguirle a modo tuo, e soprattutto
non costringerti a visualizzare qualcosa o qualcuno che non appare
spontaneamente alla tua consapevolezza.
Abbi fede
nell'intelligenza dell'universo e goditi l'esperienza.
Ti consiglio di tenere a
portata di mano un quaderno su cui annotare, una volta finita la
meditazione, le impressioni ricevute che tenderanno a svanire
rapidamente, almeno nei primi tempi.
Con la pratica riuscirai
a ricordare in modo sempre più preciso e naturale i contenuti delle
tue esperienze di contatto con l'invisibile e imparerai a
relazionarli in modo spontaneo agli eventi della tua vita.
Completiamo la pratica
eseguendo una posizione yoga che ristabilisce l'equilibrio
psicofisico, è un'asana semplice e molto adatta nei momenti in cui
ci sentiamo mentalmente incerti e psicologicamente insicuri, è anche
un buon esercizio jolly per rafforzare il corpo fisico.
L'animale guida di questo
passo è il ragno, Maestro dell'ordine cosmico, paziente conoscitore
dei mondi tra il sottosuolo e il cielo, che tesse trame dal fascino
letale, ha mille occhi per vedere e può fungere da psicopompo,
guidando l'anima da e per l'aldilà. Risponde al nome di Anansi tra
l'Africa e le Americhe, in cui è conosciuto come spirito saggio e
generoso, mentre in Europa a volte è Loki che dispensa favori pagati
a caro prezzo.
Concludo con un decalogo di regole
di sopravvivenza metafisica:
Ricordati sempre
che hai scelto tu di incarnarti in questo mondo: sì, sei nel mondo,
ma non sei del mondo.
Ricordati sempre
che tutto inizia dentro di te e poi si manifesta all'esterno:
prendertela con lo specchio se ti rimanda un'immagine che non
gradisci è grottesco e controproducente.
Ricordati sempre
che il tuo unico vero datore di lavoro è l'anima immortale: il
tempo è la tua risorsa più preziosa e a te spetta scegliere come
impiegarlo.
Ricordati sempre
che la libertà fiorisce nella creatività e perisce nella
prevedibilità.
Ricordati sempre
che l'essenziale è invisibile agli occhi: non giudicare, non
lamentarti, vivi intensamente per amare e conoscere.
Ricordati sempre
che i Raggi della Creazione sono a servizio dell'evoluzione
cosciente: metti Volontà, Amore, Intelligenza in tutto ciò che fai
e l'universo ti manderà sempre più luce con cui trasformare la tua
vita in un ponte arcobaleno tra i mondi.
Ricordati sempre
che un grande Maestro dell'Amore ha detto “Chiedete e vi sarà
dato, bussate e vi sarà aperto” ma certamente i suoi non erano
insegnamenti per materialisti egocentrici: non chiedere ciò che non
sei disposto a dare e non cercare dove non sei pronto ad andare.
Ricordati sempre
che la natura dell'universo è relazionale: sei immensamente amato,
voluto e nutrito dal cosmo.
Ricordati sempre
che tutto ha un senso, anche se non riesci a comprenderlo: non
temere, non sperare, agisci nella fede con consapevolezza.
Ricordati sempre
che la vita è una melodia fatta per danzare: danza al ritmo
naturale del pianeta, del cosmo e ascolta la voce dell'anima, il
canto dello Spirito che si risveglia in ogni cosa finalmente
compresa e amata.
Mariavittoria
AGENDA DEGLI ANGELI
Un classico
dell'angelologia di derivazione cabalistica in lingua italiana (una
guida illuminante sull'arte dell'accorgersi per stare nel mondo senza
farsi possedere dalle apparenze) che l'autore attualmente intende
declinare in base all'energia a lui più congeniale: l'eresia.
Lascio volentieri a Igor
Sibaldi la parola in un video introduttivo molto utile per riflettere
sullo spirito dei nostri tempi e sugli spiriti, intesi come potenze,
energie di potenziale latente accessibili a chi sa e osa andare oltre
la soglia delle apparenze.
Quello che possiamo cambiare sono le nostre percezioni
che hanno l'effetto di cambiare tutto.
Donna Quesada
Quanto al carico di
stress e di tensioni quotidiane, settembre è parente stretto di
gennaio nella nostra società che mette al primo posto il profitto e
ci impone di essere sempre efficienti, produttivi e flessibili ad
ogni costo.
Dopo la pausa estiva e
nonostante i recenti trascorsi, riprendono a pieno ritmo le attività
lavorative, scolastiche, accademiche e perfino ricreative, con la
rinnovata offerta di corsi e di eventi a cui potersi iscrivere e
partecipare.
C'è la voglia di
ricominciare, o quantomeno di recuperare e mettere a frutto le
energie ricaricate durante la stagione più calda. In effetti, l'equinozio
ci indica che è tempo di riprendere il cammino e di marciare spediti
fino alle porte dell'inverno, ma ripartire non è facile,
specialmente se siamo giunti alla consapevolezza che qualcosa proprio
non va.
Guadagnare per consumare
a oltranza è un circolo insensato, un obiettivo fallace, al pari del
successo conseguito a scapito della propria salute. Non sorprende che
in questo mese esplodano le manifestazioni di disagio psicosomatico;
l'anima prova a ribellarsi alle forzature di una mente trainata da
logiche innaturali e distruttive accendendo campanelli d'allarme nel
corpo fisico ed emotivo, essa richiede ascolto interiore e attenzione
profonda.
È esattamente questa
maggiore avvedutezza che ci avrebbero dovuto insegnare l'emergenza
sanitaria e la conseguente, più che prevedibile, crisi economica,
con tutto il loro carico di incertezze e di avversità, prove che ci
obbligano a guardare in faccia la realtà della nostra vita,
prendendo atto di quali sono le vere priorità.
In ogni circostanza, i
Maestri hanno sempre insegnato che l'emergenza (come indica
l'etimologia della parola stessa) ha un effetto molto simile al
denaro sull'uomo occidentale: non lo cambia, semmai lo rivela a se
stesso e al mondo.
Ogni volta che dobbiamo
attingere a nuove risorse esprimiamo una parte di noi solitamente
nascosta dalla maschera sociale che con tanta fatica ci ostiniamo a
indossare e proteggere, l'immagine di noi stessi che lasciata senza
remore inesorabilmente si sostituisce alle istanze dell'anima sul
palcoscenico della vita.
Non a caso, l'enfasi sul
denaro e sullo stato di emergenza pressoché costante diffuso dalle
comunicazioni di massa scaturisce da una società che bandendo il
senso intrinseco del sacro ha finito con l'idolatrare l'esteriorità,
al punto da spingere gli individui a sacrificare la propria unicità,
vendendosi letteralmente l'anima, pur di salvare le apparenze, anche
solo per mantenere l'impressione di condurre una vita normale o di
successo.
L'idea stessa di
normalità è un concetto aberrante, un tranello mentale che induce
all'omologazione, antitesi per eccellenza della biodiversità che in
natura è la chiave della prosperità delle specie in un insieme
armonico rivolto all'evoluzione.
A ben vedere, anche il
pensiero di poter davvero “condurre” la propria vita è assurdo e
non può che portare infelicità. È vero che nelle scelte compiute
ogni giorno, piccole o grandi, tu manifesti parti di te che hanno un
destino e che come tali ti conducono verso una meta, ma credi davvero
di poter dirigere la tua vita come si guida un automobile?
Se consideriamo la vita
come l'oceano sconfinato dell'esistenza, certamente in esso noi non
siamo barche, non siamo manufatti inerti, bensì gocce, molecole
intrise di vitalità che insieme creano onde e correnti dotate di
intelligenza e destinazione proprie.
È ora di abbandonare una
volta per tutte il pensiero egocentrico secondo cui devi far
“funzionare” la tua vita, perché tu non sei una macchina che va
aggiustata e rimessa in carreggiata e certamente non lo è
l'esistenza.
Esiste un'intelligenza
sottile, spesso invisibile e insondabile, che muove l'esistenza, ed è
a questa forza indomita, a questa saggezza recondita che devi
riconnetterti per orientare la tua vita verso l'autentica
realizzazione.
Ti invito a riscoprire in
te la voce che incessantemente ti esorta a seguire quella corrente e
ad assecondare il ritmo naturale degli eventi. Abbi fede negli eventi
che si presentano a te, fede nonostante tutto, per il semplice fatto
di essere in vita e quindi di avere un compito da svolgere,
(diventare te stesso) e non limitarti mai alle apparenze.
Per farlo, è necessario
abbandonare l'ansia di arrivare, quella pressione interiore che ci
sprona a volere sempre di più e a dare più importanza al risultato
che al percorso svolto per ottenerlo.
Nella modalità operativa
della nuova era, un'epoca più sostenibile ed equa, non è
ammissibile che il fine giustifichi i mezzi, semplicemente perché
questo modo di pensare e di agire ci ha portati alla deriva, sia
spiritualmente che tecnologicamente, e non possiamo permetterci altri
passi dissennati verso il baratro incombente.
Sì, andando in quella
direzione, facendo ostinatamente finta di niente, la catastrofe sarà
imminente. La buona notizia è che c'è ancora tempo, per ciascuno di
noi, per fermarsi, accorgersi dell'errore e cambiare direzione.
Un passo fondamentale per
lasciare andare l'ansia da prestazione che attanaglia l'individuo
alle prese con la nostra società, consiste nell'abbandonare la
logica perversa e distruttiva della competizione e abbracciare quella
inclusiva e costruttiva della cooperazione ad ogni livello. Puoi
iniziare subito, smettendo di farti la guerra.
Smetti di cercare di
difendere una certa immagine di te (vincente, perfetta...) che
ammette soltanto il successo, questo tipo di successo ad ogni
costo rima con decesso, ti conduce all'esaurimento, perché è
soltanto accumulo di oggetti e di sensazioni transitorie, un
appagamento di desideri inesauribili che ti logora nell'anima e
distrugge la tua integrità.
Abbandona la chimera del
“devo essere/avere questo o quello...” e abbraccia la via del
“voglio essere pienamente me stesso”.
MEDITAZIONE PER LASCIARE
ANDARE STRESS E TENSIONI
Ascolta la breve
riflessione di Selene Calloni Williams sulle immagini e pratica la
celebrazione della vita nelle sue fasi quotidiane di transizione
(quando mangi, quando ti svegli, quando ti addormenti).
Il codice che sequenzia
la tua vita deve essere naturale. Entra nella foresta immaginale
seguendo la voce di Selene, cambia la tua percezione della realtà e
liberati dall'ansia mentale e dalla tensione psicofisica.
Respira e lascia andare.
Respira consapevolmente, consenti anche al tuo corpo di tornare a
fluire, seguendo il ritmo naturale della vita e degli eventi che si
rivelano a te.
Nessuna pratica ti
porterà più vicino a te stesso del lasciare andare, del concederti
di scorrere liberamente come acqua di fiume, come ogni energia fa
spontaneamente.
La seguente sequenza
fluida di yoga sciamanico è l'ideale da svolgere al mattino, almeno
per tre volte, in piena consapevolezza. Presta attenzione al respiro,
in particolare espira con forza, emettendo l'aria dalla bocca, anche
sonoramente.
Lascia andare! Quello che
sei veramente si rivela per sottrazione, non devi aggiungere niente
che non sia l'espressione autentica di te stesso.
Bastano pochi minuti per
ritrovare l'armonia delle energie interiori ed esteriori, è
fondamentale mettersi in ascolto della propria interiorità e
rilasciare ogni tensione, specialmente quelle derivanti dalle memorie
traumatiche immagazzinate in profondità nel corpo e quelle dovute
alle manifestazioni di noi che rifiutiamo di accogliere e ci
ostiniamo a reprimere nella psiche.
Abbraccia la tua unicità,
che è una danza di luci e di ombre.
In sottofondo, per la tua
meditazione rigenerante, dopo aver lasciato andare stress e tensioni,
puoi utilizzare questa traccia audio. Siedi comodamente e lasciati
trasportare nella dimensione metafisica.
L'animale guida di questo
passo è il delfino, Maestro della gioia. La pura gioia o entusiasmo,
da non confondere con l'euforia (un'emozione disarmonica) è un
sublime indicatore di autenticità e come tutte le emozioni superiori
non conosce opposti. Ciò che ti dà gioia vibra all'unisono con la
tua anima, alimenta la tua naturale vitalità e ti riconnette
all'essenza più intima dello spirito: il piacere immoto e imperituro
di essere.
I kahuna, sciamani
hawaiiani, raccontano che l'uomo è il sogno del delfino; esiste un
legame sottile e una forte affinità, rintracciabile perfino a
livello anatomico, tra l'essere umano e questo cetaceo dotato di
grande intelligenza, compassione e instancabile allegria. Il delfino
non può che suscitare simpatia ad un cuore aperto ed esercita un
effetto terapeutico di riequilibrio delle emozioni e delle energie
psicofisiche anche nei soggetti più restii.
Il delfino, acrobatico
abitatore del mondo che si dipana tra gli abissi e il cielo, ti
insegna la libera espressione delle emozioni (equilibrio
dell'elemento Acqua) e l'utilizzo spensierato dell'intelligenza
comunicativa (equilibrio dell'elemento Aria), come tutti i Maestri
può farti visita in sogno e accompagnarti nelle tue meditazioni.
Mariavittoria
PSOAS
Questo libro ci aiuta a
conoscere e guarire un muscolo di vitale importanza per la salute
psicofisica, non solo perché lo psoas collega la parte superiore e
inferiore del corpo, ma perché interessando l'area dei primi tre
chakra principali esso esercita un effetto diretto sul corretto
funzionamento del corpo fisico, di quello emotivo e di quello
mentale. Uno psoas contratto può causare molteplici disturbi e
sindromi, cronicizzare l'ansia e compromettere le risposte del
sistema nervoso autonomo, con conseguenze gravi sul benessere
psicofisico e sullo sviluppo spirituale. L'approccio dell'autrice,
specialista del movimento nonché insegnate certificata di
kinesiologia, pilates e yoga, è rivolto alla pratica: si dedicano
interi capitoli illustrati alle asana più adatte per sbloccare in
profondità le energie dei chakra inferiori, offrendo al praticante
di yoga ottimi spunti applicativi del metodo Iyengar, ma anche
esercizi di pilates e di mindfulness tratti dagli insegnamenti dei
loro ideatori. Un quadro completo di conoscenza e di intervento su
quello che per le sue molteplici funzioni e ripercussioni, è ormai
noto come il muscolo dell'anima, in grado di garantire una
connessione integrale, olistica, dell'apparato psicofisico.
"Nella prima e seconda
parte del libro (relative agli aspetti fisici ed emozionali),
spiegando le varie connessioni dello psoas abbiamo avuto la riprova
della inequivocabile relazione tra la chimica del cervello e la
nostra salute fisico-emotiva. Sapendo che lo psoas è localizzato nel
plesso solare, come potrebbe questo muscolo non essere anche
collegato ai chakra spirituali e al loro effetto sul benessere e
l'intenzione della persona? Tuttavia, quando non è contratto, lo
psoas non è un trasmettitore di energia, ma piuttosto un
abilitatore."
Il buon cuore è allo stesso tempo importante ed efficace nella vita quotidiana.
I buoni frutti nascono solo da un buon comportamento.
Dalai Lama
La vera libertà è uno stato interiore di affrancamento da ogni genere di condizionamento, incluso quello indotto dal giudizio altrui. Essere davvero liberi significa avere abbastanza compassione da fermarsi ad ascoltare tutti e abbastanza saggezza per proseguire comunque sulla propria strada. Abbracciare senza riserve la propria libertà interiore è l'atto di ribellione che può davvero rivoluzionare una vita, cambiando il modo di percepire la realtà.
Nessuno ti obbliga ad accettare l'interpretazione comune delle cose, fidati del tuo cuore più che delle apparenze e comincia a considerare la possibilità che gli eventi succedano per un fine e non perché hanno una causa.
Ogni evento contiene un messaggio dell'anima, ma per impararne la lezione in modo risolutivo devi trascendere il condizionamento del passato, solo così avrai un futuro libero dal samsara, l'incessante coazione a ripetere dovuta all'inconsapevolezza.
Forse ti chiederai quale lezione potrà mai esserci nelle critiche velenose che ti vengono rivolte dagli altri o dal tuo giudice interiore, il maggiore detrattore di ogni tuo libero successo. In verità, tu hai già la risposta, ma forse non ti senti ancora in grado di comprenderla: non esiste un destino migliore o peggiore di un altro, ognuno chiede di essere compiuto.
La domanda cruciale, a questo punto, è: quanto del tuo destino pensi di riuscire a compiere basandoti sul giudizio altrui? O peggio, fondando le tue parole e azioni sui pensieri del giudice interiore, che conosce soltanto il passato e per giunta un passato distorto dai filtri mentali più o meno inconsci?
Liberati dal giudizio, ascolta il richiamo della tua anima, viaggerai più leggero e alla fine guardandoti indietro non avrai rimpianti, ma solo ricordi autentici di una vita vissuta intensamente. Non è mai troppo tardi per non sprecare questa vita, comincia subito praticando regolarmente la meditazione per liberarti dal giudizio.
Una storia zen narra di due monaci che vennero mandati in città a fare delle commissioni, sulla via di ritorno al monastero, incontrarono una giovane donna in abiti eleganti, reggeva un voluminoso cesto colmo di fiori profumati e variopinti e stava ferma sulla sponda di un fiumiciattolo fangoso che guardava con aria desolata: era chiaro che non sarebbe mai riuscita ad attraversare senza sporcarsi il bel vestito o rovinare i fiori. Senza esitazioni, il primo monaco si caricò in spalla la giovane con il cesto di fiori e la portò dall'altra parte del fiume. Il secondo monaco dapprima tacque, ma molto più avanti sul sentiero, quando i due erano quasi a metà dei millecinquecento gradini della scalinata del monastero, non riuscendo più a trattenersi si fermò, rivolgendosi al compagno con tono indignato: “Ai monaci è vietato toccare una donna, come hai potuto portare in braccio quella ragazza?” Il suo confratello si fermò solo un istante e prima di proseguire gli rispose: “Ho portato quella ragazza da una sponda all'altra del fiume giù nella valle, tu perché la stai ancora portando?”
È una delle storie zen che preferisco, densa di significati simbolici: i millecinquecento gradini rappresentano gli attaccamenti che siamo chiamati a sciogliere, la condotta del primo monaco è un esempio di unione impeccabile di compassione e saggezza (karuna e prajna, i pilastri della pratica buddhista) di un cuore aperto che agisce nel qui ed ora, aiutando il prossimo senza pregiudizi o aspettative, mentre il secondo monaco esprime le reazioni della mente arida che nella vana ricerca della perfezione non sa cogliere la bellezza dello spirito in ogni forma e dimentica che siamo qui per amare il mondo, non per giudicarlo.
Questa storia è un invito all'equanimità, che la Qabbalah riassume nel monito secondo cui la ricompensa di un uomo giusto è essere un uomo giusto; infatti, facendo la cosa giusta esprimi un elevato ideale di bellezza, che è buona cosa magnificare e ampliare a beneficio dell'evoluzione della nostra specie, tutto il resto va lasciato dove lo si trova.
Esprimi quindi la tua natura saggia e compassionevole come e più che puoi; qualunque sia l'evento che si manifesta a te, non dice nulla di te, se non nel modo in cui reagisci o rispondi ad esso.
L'asana della statua di fuoco, agnistambhasana, riduce l'ansia e lo stress, distende i muscoli e le articolazioni di glutei, cosce e bacino e allena l'apertura e la mobilità delle anche. Il video dimostrativo che ti propongo è in inglese, ma risulta molto facile da seguire anche solo visivamente.
Per stimolare l'equilibrio psicofisico, anticamera dell'equanimità, quando sei in questa asana ti consiglio di abbassare le braccia ai lati del corpo e appoggiare a terra i polpastrelli di indice e medio uniti, tenendo mignolo e anulare chiusi sotto al pollice, la schiena rimane diritta ma rilassata (non irrigidirti troppo, forzando la posizione). Concludi l'asana mettendoti a gambe incrociate e allungando schiena e braccia in avanti, nella tradizionale postura di ringraziamento.
L'animale guida di questo passo è il lupo solitario, Maestro di essenzialità. Il lupo è un animale socievole, ma alcuni esemplari si ritrovano senza un branco, non per questo smettono di vivere, anzi, in questa condizione estrema la loro vitalità si accresce naturalmente e tutti i loro sensi si acuiscono per dare modo all'istinto atavico e all'intelligenza maturata di supplire alla forza del branco. Così, nella purezza della propria spinta all'evoluzione, il lupo perde i connotati ordinari della propria comunità di consimili e diventa l'incarnazione della quintessenza dell'anima della sua specie.
Per secoli l'uomo ha perseguitato i lupi, li ha sterminati per paura o per futili motivi, perché il cugino selvatico del cane è schivo, molto intelligente e indomito, ma alla fine ha dovuto convenire che senza questo abile predatore l'equilibrio naturale sarebbe irrimediabilmente compromesso e così ha cominciato a proteggerlo o almeno a lasciarlo in pace.
Non c'è bosco senza lupo ed è nell'incontro con il tuo lupo interiore che troverai la forza del singolo: smetterai di angustiarti per le sorti di un branco di pecore, con tutto il rispetto per i simpatici ovini lanuginosi che si prestano a questa metafora, imparerai a orientarti nel buio e forse saprai cantare i tuoi segreti alla luna.
Mariavittoria
NON
SPRECARE QUESTA VITA
Una raccolta di aforismi del quattordicesimo Dala Lama del Tibet, da portare con sé e aprire intuitivamente, per scegliere una frase o una pagina su cui meditare, magari a contatto con la natura. Nella loro limpida semplicità, le parole raccolte in questo libro sono chiavi per rischiarare la mente e attingere alla verità oltre la superficie delle apparenze.
“Se fate affidamento su chi ha qualità inferiori alle vostre, ciò vi porterà a peggiorare. Se fate affidamento su chi ha qualità pari alle vostre, vi fermerete dove vi trovate. Solo facendo affidamento su chi ha qualità migliori delle vostre potrete progredire.”