Come
muoversi nello spazio delle varianti
Al
mondo non ci sono problemi irrisolvibili
ma
soltanto soluzioni più o meno semplici.
Fermati
e rifletti: la risposta è adesso.
Enigma
iniziatico
Probabilmente
conoscerai la celeberrima massima cartesiana “penso dunque sono”,
oggi tanto vituperata dalle correnti di spiritualità fai da te,
ebbene, considera che essa, da un certo punto di vista strettamente
realistico, rispecchia una grande verità:
Il
vostro mondo è tutto ciò che di esso pensate
Questa
frase, con cui Vadim Zeland esordisce per introdurre la V carta dei
Tarocchi
dello spazio delle varianti,
riassume uno dei contenuti più rivoluzionari della ricerca
quantistica degli ultimi decenni, retaggio imprescindibile della
sapienza metafisica di origine immemore. Esiste un legame diretto tra
pensiero ed esistenza, che si esprime in modo sensibile nella realtà,
non solo perché tutto quello che si manifesta è stato concepito sul
piano mentale, prima di assumere una forma materiale, ma soprattutto
perché la percezione della realtà e del suo potenziale evolutivo
dipendono dal pensiero, per il semplice fatto che tutto ciò che non
riusciamo a immaginare (cioè a “pensare” utilizzando la nostra
mente sincronica-analogica e intuitiva) o a ideare (cioè a pensare,
nel senso più comune del termine, utilizzando la nostra mente
cronologica e razionale) sostanzialmente per noi non esiste, non
rientrando nel nostro campo percettivo, e di conseguenza non può
essere esperito coscientemente. Questa è scienza, oltre che puro
buon senso.
I Tarocchi dello spazio delle varianti: V |
Ne
consegue che cambiare il proprio mondo significa essenzialmente
cambiare il proprio modo di pensare, precisamente passando dalla
modalità passiva di pensiero reattivo (osservo il mondo circostante
e mi esprimo, giudicando e reagendo, in base a ciò che percepisco) a
quella proattiva di pensiero creativo (osservo me stesso ed esprimo
al massimo delle mie attuali possibilità, proprio adesso, qui ed
ora, quello che voglio percepire) che automaticamente, per risonanza,
porta allo slittamento verso la nicchia dello spazio delle varianti
ottimale all'espressione esterna della mia condizione interiore.
Una
conseguenza fondamentale di questa verità è il potere creativo
della parola, che la tradizione magica tramanda con la formula
aramaica Avrah
KaDabra,
“creo come parlo”, perché ciò che diciamo, e il modo in cui lo
esprimiamo, rappresenta l'esternazione di pensieri sedimentati nella
coscienza, espressione del nostro attuale modo di essere, ovvero di
un atteggiamento mentale e di un'emissione di energia che più di
ogni altra cosa inevitabilmente plasma lo strato del nostro mondo. Da
qui si evince il potenziale benefico di un utilizzo sensato delle
affermazioni, orientate ad una visione positiva e ad un approccio
proattivo alla vita, e, detto per inciso ma a caratteri cubitali, del
prestare la massima attenzione alla qualità dei propri dialoghi
(interiori ed esteriori) perché di fatto quello che esprimiamo a
parole consolida la realtà fisica.
Con
questa carta, quindi, Vadim Zeland ci ricorda che il mondo manifesto
si crea per risonanza e inizia a spiegarlo introducendo l'analogia
dello specchio, metafora estremamente funzionale alla comprensione
dell'applicazione pratica di questa legge universale. Infatti,
pensando al nostro mondo come ad uno specchio, diventa subito
evidente che per cambiare ciò che vediamo bisognerà agire sulla
sorgente dell'immagine riflessa, adoperandoci affinché corrisponda a
quello che vogliamo davvero esternare. Il cambiamento non può che
avvenire dall'interno e per rendersene conto conviene iniziare a
guardarsi consapevolmente allo specchio. Supponiamo, ad esempio, che
ci piacerebbe circondarci di persone felici e sorridenti (a chi non
piacerebbe?) ma guardandoci allo specchio vediamo il ritratto
dell'insoddisfazione, certamente non sarà quell'immagine da cambiare
ma l'espressione del soggetto, cosa, a ben vedere, molto più
semplice e fattibile dell'affannarsi a voler cambiare un riflesso
totalmente effimero: sorridi e pensa a quello che ti rende felice e
l'immagine cambierà. Un altro esempio classico è l'amore: tutti
vogliono essere amati, praticamente lo pretendono, e cosa si riflette
nello specchio del mondo se non questa disperata presunzione? Se
invece ci disponiamo ad esprimere amore in ogni circostanza,
riceveremo amore, non in un fantomatico futuro ma proprio adesso,
poiché a livello spirituale essere e avere coincidono. L'amore è
l'energia universale, più si dà e più si riceve, dal momento che
non si può donare ciò che non si ha già e questo vale anche sul
piano materiale. In sostanza, puoi creare il tuo mondo, perché esso
è un riflesso di ciò che sei. Questa è una grande verità
metafisica, una legge quantistica universale e l'inizio dei miracoli
coscienti.
Lo
specchio del mondo ci restituirà esattamente l'immagine delle nostre
più forti aspettative sulla realtà. E ciò può essere una
benedizione o una maledizione, dipende dal nostro stato di
consapevolezza o incoscienza e dal fatto che conosciamo o meno questa
legge. Sì, perché di legge trattasi. Qualunque stereotipo
attecchito nella nostra mente, qualsiasi imperitura tradizione a cui
ci atteniamo, qualsiasi luogo comune al quale ci conformiamo,
qualsivoglia superstizione a cui crediamo, qualunque imprinting al
quale rispondiamo, tutti, indistintamente, troveranno una risposta
affermativa, risonante, da parte dello specchio del mondo. Se ci
aspettiamo che la vita sia sofferenza e che tutto si ottenga con il
sudore della fronte, allora sarà sicuramente così. Se pensiamo sinceramente che
la vita sia una festa e che ogni giorno ci aspetti una nuova
entusiasmante avventura, allora non otterremo niente di meno di
questo. Tenendo presente che il mondo concorda sempre con quello che
si pensa di esso, abbiamo una meravigliosa opportunità di orientare coscientemente per il meglio la nostra vita e di
impostare le basi per una gestione della realtà confacente alle
nostre aspettative e alle nostre più autentiche prospettive di
realizzazione del nostro potenziale. È un’occasione d’oro, che
va colta giorno dopo giorno senza tentennare.
Sorprendentemente
semplice, tutto sommato, ma per niente facile da vivere, specialmente
se ti sei appena risvegliato da un'esistenza automatica. Diciamo che
per la prima volta apri davvero gli occhi sulla realtà e ti guardi
coscientemente allo specchio (metaforicamente, considerando la tua
vita, ma anche fisicamente) e quello che vedi è ben lontano da
quello che vorresti: niente panico, nessuno ti sta suggerendo di
convincerti che un incubo sia un sogno celestiale, il punto
fondamentale è sapere che si tratta del tuo
incubo. Tu hai contribuito sostanzialmente a crearlo, solo tu puoi
disfarlo e trasformarlo nella realtà dei tuoi sogni. Inizia a
praticare la vera riflessione: come puoi esprimere al massimo, con
tutto te stesso, quello che vuoi proprio qui e ora? Lascia perdere le
circostanze e la situazione contingente, concentrati su quello che
vuoi veramente e manifestalo al meglio delle tue possibilità
attuali. Puoi avere tutto ciò che desideri, a patto di riuscire ad
esserlo. La fonte della tua realizzazione, cosciente o meno, sei
comunque tu. Riflettere bene ti conviene. Applicati e condividi la
tua prospettiva di creazione consapevole della realtà con chi può
comprenderla e sostenerla. La Forza è con te e l'unione fa la Forza.
La
carta V “Lo specchio del mondo” ti ricorda:
- Il mondo riflette il modo che abbiamo di rapportarci ai suoi fenomeni
- Il mondo concorda sempre con quello che pensiamo
- Che cosa pensiamo del nostro mondo?
- Se siamo convinti che il nostro mondo ci riservi sempre il meglio del meglio, allora sarà effettivamente così
Ora
prova ad osservare come tutto questo si applica alla tua vita
quotidiana: in che modo la consapevolezza cambia la manifestazione
della realtà? Raccontaci la tua esperienza scrivendola nei commenti
al post!
Mariavittoria
& Fabrizio
LETTURA
DEL MESE
ANATOMIA
DELLA COSCIENZA QUANTICA
La
fisica dell'auto-guarigione
“Non
c'è dominio sulla natura, né sul corpo che è natura, ma c'è
rispetto e cura di chi custodisce segreti, di chi conosce leggi
misteriose e permette il loro compimento. Così è possibile vedere
nel corpo le leggi dell'anima, nella materia le leggi dello spirito:
così ogni organo, come insegna Paracelso, è una funzione; ogni
organo, come direbbe Jung, è un archetipo; ogni organo, come direbbe
il medico cinese, è un'emozione, e un senso abita coscientemente ciò
che nella materia accade.”