Hanno cercato di
seppellirmi,
ma non sapevano che sono
un seme.
Proverbio messicano
I giorni che precedono il
solstizio d'inverno nell'emisfero boreale sono i più bui dell'anno:
mentre le ore diurne si riducono ai minimi termini, nebbia e gelo si
impossessano del paesaggio e l'oscurità sembra invadere ogni cosa e
spesso prevalere inesorabilmente. È il ciclo dell'energia che
richiede questo passaggio nel pozzo della tenebra più nera, per
rinascere alla luce imperitura del sole invincibile.
Per quanto possa sembrare
spaventoso, questo desolante clima, interiore ed esteriore, a ben
vedere è solo un gioco di ombre: infatti, che cosa è la vittoria
della luce se non il trionfo della verità eterna che, per quanto
venga oscurata, per sua stessa natura non può che rivelarsi, essendo
testimonianza ed emanazione della realtà immanente e trascendente?
Il punto è che troppo
spesso omettiamo di attingere a quella luce eterna, presente anche
nei momenti più tetri. Soprattutto, dimentichiamo che, più di ogni
altra cosa, la luce per manifestarsi dipende da noi: in un universo
in cui tutto è connesso, ciascuno può fare la differenza. Se il
battito di ali di una farfalla può generare un uragano, che cosa è
in grado di fare la coscienza di un essere risvegliato alla
consapevolezza? Ce lo raccontano tutte le grandi saghe che hanno
catturato l'attenzione dell'umanità ed è il messaggio portante nel
codice dei cavalieri (dai templari ai jedi), negli
insegnamenti dei grandi maestri e nelle parole dei maghi illuminati.
Ritrovare l'energia della
luce è ciò che ci rende agenti resilienti dell'evoluzione. Per
questo non è necessario essere straordinari, basta essere autentici.
Non siamo ciò che facciamo, ma quello che facciamo rende conto di
ciò che di noi decidiamo di esprimere adesso e semina il futuro in
ogni giorno della nostra vita.
Manifestare la luce non è
facile, è una scelta, richiede il coraggio di comprendere oltre le
apparenze, dire no alla mediocrità e fare la cosa giusta, che spesso
non ha nulla a che vedere con il buonismo da salotto o con il
disfattismo con cui si cerca di affossare ogni speranza di
resurrezione della luce.
Manifestare la luce non è
alla moda e non balza agli onori della cronaca, perché il bene
sta nelle piccole cose che fanno del mondo un posto migliore e
che insieme formano l'immensa, inarrestabile e magnifica onda
dell'evoluzione.
Manifestare la luce non
fa rumore e non prevede ricompense immediate, anzi, a volte costa
tempo ed energia, più di quanto vorremmo donare, ma è proprio il
modo in cui decidiamo di impiegare le nostre risorse che crea il
percorso di una vita: della fine e del principio tutto, più o meno,
ci è già stato dato, ma il viaggio che unisce questi due punti è
il destino che ciascuno si sceglie qui e ora, giorno dopo giorno, è
il mondo che contribuisce a creare, ed è tempo di accorgersene,
perché conviene rendersene conto prima di doverne rendere conto.
Il mondo in cui vogliamo
vivere comincia da noi: ciascuno di noi dando il proprio esempio può
essere la promessa di una nuova speranza, un nuovo inizio, una nuova
era. Il risveglio è irreversibile e c'è ancora spazio per una fase
di transizione, ma conviene iniziare ad agire ora, prima che
l'oscurità si trasformi in oblio. Noi, tutti e ciascuno di noi,
siamo luce, se ce ne dimentichiamo è solo perché continuiamo a
guardare dall'altra parte.
Stefano, Mariavittoria,
Fabrizio
DICIAMO NO ALLA
VIVISEZIONE
Scegli con attenzione a
chi donare
Nessun commento:
Posta un commento