venerdì 22 gennaio 2021

Meditazione dell'intuizione

 12° passo del percorso di orientamento metafisico

Il grande segreto della conquista dell'ikigai

è nella chiara distinzione

tra l'essere e l'avere.

Selene C. Williams


La parola intuire deriva da un verbo latino che significa “vedere dentro”, ne consegue che tutto ciò che abbiamo intuito è stato visto al nostro interno, avvalendoci dell’occhio interiore, dotato di uno sguardo lucido e lungimirante, transpersonale, che era attivo ancor prima della nostra nascita e che rimane vivo in noi attraverso la presenza del daimon, lo spirito guida che i giapponesi chiamano ikigai.

Il buon daimon manifesta bellezza, suggerisce azioni belle, perché la bellezza è la forma sotto cui il bene, inteso come amore e compassione, si manifesta nel mondo sensibile. (Selene C. Williams)



L’intuizione è il talento di cui dobbiamo avvalerci per compiere il dodicesimo passo di questo nostro percorso insieme, un passo che comporta un’iniziale indecisione, uno stato sospeso (proprio come L’Appeso, il XII arcano maggiore dei tarocchi) in cui emergono vecchie insicurezze, nuove incertezze e ci troviamo esposti a forze che tirandoci in direzioni opposte minacciano di farci a pezzi, distruggendo la nostra integrità.

È necessario porre subito rimedio a una condizione di tormento interiore che alla lunga rischia di psicosomatizzarsi, e come sempre accade, la chiave di volta non sta nel rifiuto di ciò che ci accade, bensì nell’attenta osservazione, attraverso il fuoco fisso dell’attenzione che scioglie ogni tensione o illusione apparente.



Una volta riguadagnata la pace interiore, una dimensione sempre accessibile nelle nostre profondità innate, perché onnipresente al di là degli eventi agitati di superficie, e che costituisce il punto di osservazione più vantaggioso per lo sviluppo del potenziale umano sostenibile, sarà opportuno predisporsi alla ricezione dell’intuizione propriamente detta, che solitamente ci raggiunge chiara e diretta come un fulmine a ciel sereno, una epifania ovvero la rivelazione della luce.

Occorre però procedere con prudenza, poiché l'intuizione che ci arriva, per quanto folgorante potrebbe essere sbagliata, come scrisse James Hillman, ricordandoci che C. G. Jung consigliava di farvi appello unitamente alle altre tre funzioni della coscienza: pensiero, sentimento e sensazione.

A dispetto della sua sicurezza, l'intuizione può non essere affatto esatta. La nostra sensibilità mitica può ben cogliere le autentiche notizie di cose invisibili, ma l'autenticità può essere garantita soltanto controllando i fatti, tenendo condo della tradizione, applicando scrupolosamente il pensiero e giudicando con il sentimento.

(James Hillman, Il codice dell'anima. Carattere, vocazione, destino, trad. it. di Adriana Bottini, Adelphi 2014)

Entriamo quindi gradualmente e in modo armonioso a contatto con l'intuizione profonda. Innanzitutto, sciogliamo le tensioni corporee e radichiamoci a terra attraverso la pratica di una sequenza yoga mirata a ritrovare calma e fluidità.


Passiamo ora ad aprire il quarto chakra, la sorgente che trasmette e riceve luce spirituale, coordinando le energie nel corpo.



Un'ultima breve serie di esercizi yoga, questa volta di pranayama per eliminare ansia e tensioni residue.

Se intendi utilizzare la meditazione dell'intuizione per un fine specifico, è questo il momento di visualizzare il tuo scopo, intento o quesito e di lasciarlo fluire insieme al respiro.


Siamo pronti alla pratica di meditazione, per la quale ti consiglio di recarti all'aperto, in un luogo tranquillo a contatto con la natura.



MEDITAZIONE DELL'INTUIZIONE

Secondo la Qabbalah, l'inizio dell'anno secolare (dall'1 gennaio al mattino del 9 febbraio) è stato affidato alla supervisione degli Arcangeli, pertanto è questo il periodo migliore per invocare la presenza di questi numi tutelari che si rivelano preziosi alleati ogni volta in cui intendiamo cogliere una giusta intuizione.

Svolgi la meditazione in uno dei momenti liminali del giorno (alba e mezzogiorno) o della notte (tramonto e mezzanotte).

Può essere d'aiuto formalizzare la meditazione, in modo da fissarne l'intento nella materia, specialmente se stai vivendo un periodo di forte incertezza e senti il bisogno di ancorare la tua pratica spirituale alla realtà tangibile. Per farlo, è sufficiente che ti procuri quattro fili o cordini di lunghezza tale da poterli intrecciare e legare al polso, come fossero un braccialetto. I fili dovranno essere di quattro colori diversi, precisamente: oro, arancione o blu per Mikhael, “chi è come l'altissimo”; argento o bianco per Gabriel, “potenza dell'altissimo”; verde smeraldo per Rafael, “l'altissimo guarisce”; giallo chiaro per Uriel, “luce dell'altissimo”.

  1. Rivolgendoti a est, stai in piedi tenendo gambe e braccia leggermente divaricate, chiudi gli occhi e respira naturalmente, sintonizzandoti con la forza del luogo. Inspirando profondamente dal naso, alza la mano destra (tenendo il filo verde in alto, come per offrirlo al cielo) e visualizza la luce di levante che proviene dal sole dell'alba toccarti al centro della gola, da dove si diffonde in tutto il tuo corpo. Senti il potere rigenerante della Luce d'Oriente, immergiti totalmente in essa per qualche ciclo di respirazioni poi, espirando dalla bocca, abbassa la mano (posa il filo verde sulla tua spalla destra). Unisci i palmi delle mani davanti al centro della gola, sorridi e ringrazia.

  2. Rivolgendoti a sud, inspirando profondamente dal naso, alza la mano destra (tenendo il filo oro o arancione o blu in alto, come per offrirlo al cielo) e visualizza la luce dello zenit che proviene dal sole di mezzogiorno toccarti al centro del cuore, da dove si diffonde in tutto il tuo corpo. Senti il potere corroborante della Luce di Meridione, immergiti totalmente in essa per qualche ciclo di respirazioni poi, espirando dalla bocca, abbassa la mano (posa il filo sulla tua spalla destra, accanto all'altro). Unisci i palmi delle mani davanti al centro del petto, sorridi e ringrazia.

  3. Rivolgendoti a ovest, inspirando profondamente dal naso, alza la mano sinistra (tenendo il filo argento o bianco in alto, come per offrirlo al cielo) e visualizza la luce di ponente che proviene dal sole al tramonto toccarti al centro della fronte, da dove si diffonde in tutto il tuo corpo. Senti il potere pacificante della Luce di Occidente, immergiti totalmente in essa per qualche ciclo di respirazioni, poi, espirando dalla bocca, abbassa la mano (posa il filo sulla tua spalla sinistra). Unisci i palmi delle mani davanti al viso, sorridi e ringrazia.

  4. Rivolgendoti a nord, inspirando profondamente dal naso, alza la mano sinistra (tenendo il filo giallo chiaro in alto, come per offrirlo al cielo) e visualizza la luce del nadir che proviene dal sole di mezzanotte toccarti sulla sommità del capo, da dove si diffonde in tutto il tuo corpo. Senti il potere vivificante della Luce di Settentrione, immergiti totalmente in essa per qualche ciclo di respirazioni, poi, espirando dalla bocca, abbassa la mano (posa il filo sulla tua spalla sinistra, accanto all'altro). Unisci i palmi delle mani davanti al viso, sorridi e ringrazia.

  5. Infine, siediti in posizione dell'eroe, meditando sulla luce arcobaleno, rivolgendoti prima a est, poi a sud, poi a ovest e infine a nord.

  6. Intreccia i quattro fili e legateli al polso o alla caviglia, ogni volta che li guarderai ti ricorderai di aver chiesto di ricevere una giusta intuizione.

  7. Ringrazia e concludi la pratica con una piccola offerta alla natura che ti ha ospitato: un sorso d'acqua per la linfa della vegetazione, una manciata di semi per la terra, profumo di puri oli essenziali floreali per l'aria, un pensiero luminoso per il fuoco.

Puoi ripetere la meditazione per tre giorni consecutivi, oppure una volta alla settimana, fino a quando avrai ricevuto l'intuizione. 

Ti consiglio di non avere nessuna aspettativa riguardo a ciò che ti arriverà: c'è sempre una risposta, ma non sempre si manifesta nella forma prevista perché raramente siamo pienamente consapevoli di ciò che stiamo chiedendo. Comunque, riceviamo risposte in base a ciò di cui abbiamo bisogno e non riguardo a ciò che pensiamo di volere.



L'animale guida di questo passo è la civetta, Maestro di avveduta oculatezza.

Rapace piccolo ma risoluto, la civetta vede benissimo al buio ma all'occorrenza sa cacciare e orientarsi anche di giorno e cambiare piumaggio d'inverno per mimetizzarsi nella neve.

Il suo richiamo acuto e penetrante scuote le coscienze ed è oggetto di divinazione in molte culture e credenze popolari.

Nell'Antica Grecia la civetta era sacra ad Atena, dea della saggezza e patrona della capitale, per questo ne vediamo l'effigie anche sulle monete da un euro coniate nell'Ellade.

Chiedi aiuto allo spirito della civetta per imparare a vedere nel buio della vita, andando oltre le apparenze e comportandoti con ponderata saggezza per cogliere la verità in ogni situazione.

Mariavittoria


IKIGAI

Ciò per cui vale la pena vivere


Per armonizzare la vita con l'ikigai è indispensabile rivolgere l'attenzione all'interno anziché all'esterno di sé. Quando ciò avviene, la percezione del mondo gradualmente si trasforma. E tutto diventa meraviglioso. Gli eventi non sono più prodotti di cause meccaniche, le persone non sono più solo individui assoggettati ai filtri del giudizio mentale (belli, brutti, cattivi, bravi, incapaci). Chi vive in armonia con il proprio ikigai, vive anche il mondo in modo eccezionale, entusiasmante, gioioso, pieno, appagante.”