Dall'albero
del silenzio
pende
il suo frutto,
la
pace.
Arthur
Schopenhauer
I
luoghi di pace sono luoghi di silenzio. Perché siamo così attratti
dalle loro vibrazioni che sembrano toccarci così nel profondo?
Risuonano
in noi a tal punto perché ci ricordano la condizione ideale che
potremmo sperimentare in ogni momento.
Saper
fare silenzio è una delle condizioni preliminari per raggiungere uno
stato di calma interiore. Che cosa significa fare silenzio?
Il
silenzio non è mancanza di rumore, non è un vuoto da riempire; è
esso stesso sostanza attiva, humus fertile per permettere alla nostra
essenza di esprimersi. Il silenzio è una panacea per placare la fame
della nostra mente che adora fagocitare parole e pensieri, con
l’intento premeditato di distrarci da quello che è essenziale. Il
silenzio prepara il terreno per costruire qualcosa di duraturo sulla
via del cammino spirituale. Ma come possiamo far sì che la nostra
essenza più profonda, i cui flebili sussurri cercano di contrapporsi
alle imperanti proliferazioni acustiche, possa farsi strada in un
muro di rumore?
Esercitandoci
a percepire il silenzio.
Vi propongo alcuni semplici esercizi per iniziare subito a fare pratica.
Vi propongo alcuni semplici esercizi per iniziare subito a fare pratica.
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Nutrirsi di silenzio:
Ricordiamoci
che assimiliamo ciò di cui ci nutriamo al punto da farlo diventare
parte integrante di noi stessi. L’alimentazione è un atto sacro e,
in quanto tale, merita la nostra più totale attenzione e dedizione.
Cerchiamo di mangiare in un ambiente silenzioso, nel quale la
televisione sia spenta e le fonti di rumore siano ridotte al minimo.
A questo silenzio esteriore, facciamo corrispondere la quiete
interiore affrancandoci dal continuo chiacchiericcio della mente.
Dopo
esserci seduti a tavola, prima di incominciare a mangiare, chiudiamo
gli occhi e rimaniamo qualche attimo in silenzio, quindi, toccando
con le mani il piatto, ringraziamo mentalmente. Consumiamo poi il
pasto assaporando ogni boccone e masticandolo lentamente. Come il cibo sostenta
il nostro corpo, così il silenzio nutre e fortifica il nostro
spirito.
-
Meditazione sul silenzio:
Sediamoci
in posizione comoda, appoggiamo le mani sulle gambe e chiudiamo gli
occhi. Permettiamo al nostro respiro di divenire calmo e regolare.
Continuiamo a concentrarci sul flusso del nostro respiro, osservando
semplicemente l’aria che entra nel corpo vivificandolo e la stessa
aria che ne esce purificandolo. Osserviamo tranquillamente ogni
pensiero che giunge alla mente, lasciando che scompaia così come è
arrivato. Quando ci sentiamo sufficientemente calmi e rilassati,
ascoltiamo il suono del silenzio formarsi dentro di noi. All’inizio
potrebbe assomigliare ad un costante rumore di sottofondo, come la
radiazione cosmica primordiale. Poi si evolve. Seguiamo il silenzio
dovunque ci voglia portare e, soprattutto, rimaniamo in ascolto dei
suoi messaggi. Prendiamoci tutto il tempo necessario, poi,
dolcemente, iniziamo a riprendere consapevolezza del nostro corpo ed
infine apriamo gli occhi.
-
Far parlare il silenzio:
In
questo esercizio, riflettiamo sulle parole che pronunciamo, valutando
accuratamente se rimanere in silenzio, piuttosto che parlare in modo
avventato.
Prima
di parlare poniamoci queste tre domande fondamentali:
Le
mie parole sono vere?
Sono
necessarie?
Sono
gentili?
Se
rispondiamo di no anche a una sola di queste domande, prendiamo
seriamente in considerazione l’opportunità di tacere e mantenere
un più consono silenzio. Restiamo vigili ed in ascolto di noi
stessi, affinché le parole che decidiamo di pronunciare, passate al vaglio del discernimento, siano ricche di
significato, abbiano una loro intrinseca utilità e siano portatrici
di armonia.
Decidiamo
di dare più spazio nella nostra vita al silenzio: una scelta saggia,
lungimirante ed evolutiva.