giovedì 12 maggio 2016

Zen e terapia creativa

La verità dello Zen, una sua piccola parte, è trasformare
una vita di azioni monotone e banali
in una vita di arte, piena di genuina creatività interiore.
T. Suzuki


Nel cuore di maggio, l'energia primaverile o piccolo Yang sale verso il suo picco di creatività. Per non dissipare questo fermento, vediamo come trasformarlo costruttivamente avvicinandoci ad alcuni principi cardine dello Zen, la disciplina filosofica di matrice buddhista che con mirabile grazia e mira ineccepibile arriva a toccare l'essenza del vivere nel qui e ora, rimanendo nel mondo ma non del mondo.


Tentare di definire lo Zen sarebbe arduo, se non proprio controproducente, pertanto mi affiderò ad una serie di suggestioni che consentono di entrare in risonanza con l'attitudine zen.
Per un'introduzione allo Zen rimando volentieri a questo video, tratto dalla serie Molteplici visioni del mondo, che presenta una serie di informazioni e di brevi letture, inclusi alcuni koan molto rivelatori.


Riproponendo la forma dialogica tra maestro e allievo, nel video si parla di mente, uomo e cosmo, karma, meditazione e naturalmente di illuminazione o satori. Se l'ascolto ti è stato gradito, consiglio anche la seconda e ultima parte del video, in cui si approfondisce l'idea fondamentale e necessaria di trascendere il dualismo e contemporaneamente di praticare il non attaccamento insito nella via di mezzo: non troppo lontano, non troppo vicino, nel centro, il punto di osservazione e di creazione ideale.


Lo Zen offre la conoscenza esperita, non puramente teorica, del fatto che il Vuoto è Forma e la Forma è Vuoto, un principio rappresentato dall'enso, che simboleggia l'illuminazione, la forza e l'universo. La sua importanza è tale che l'enso costituisce uno dei soggetti zen preferiti nello shodo o arte giapponese della calligrafia, e si dice che riveli l'indole dell'artista. Quale altro simbolo più del cerchio può manifestare nella sua essenzialità il grado di centratura di chi lo dipinge?

enso
La scuola di pittura Zen è chiamata zen-ga, e come le altre vie zen (ad es. kendo, “via della spada”, e bushido, “via del tiro con l'arco”) è una vera e propria arte, in quanto mezzo di espressione della propria natura autentica attraverso la manifestazione di una triplice realizzazione: dimenticare il sé (la Forma è Vuoto), superare il dualismo (il Vuoto è Forma) e raggiungere l'illuminazione (il Vuoto è Vuoto e la Forma è Forma). Per avere un'idea, anche visiva, della pittura zen, suggerisco di visitare questo sito, che oltre a presentare la vita e l'opera del grande artista zen quattrocentesco Sesshū Tōyō propone un viaggio approfondito nell'estetica zen, dalle origini sino ai giorni nostri.


Uno dei principi dell'estetica zen che forse colpisce maggiormente l'osservatore occidentale è fukinsei, “asimmetria” o “asperità” in grado di esprimere una perfetta armonia nella composizione. Come essa può riuscire è indescrivibile se non attraverso il linguaggio della metafora: la spada forgiata dal fuoco si tempra nell'acqua e solo ciò che si piega non si spezza, come bene illustra la tecnica del bonsai.

Ginepro, Bonsai Club di Castellaro Lagusello
Forse ti stai chiedendo cosa possa avere a che fare questo discorso con te. La risposta non può che essere vagamente zen: tutto e niente.
“Tutto” perché arrivando a intendere lo Zen come sinonimo di Centratura è facile comprendere che la pratica zen per eccellenza è vivere nel qui e ora, sviluppando la meditazione in azione, non limitata ad una tecnica strumentale, come ad esempio lo zazen, ma come veicolo di presenza in sé e di per sé.
“Niente” perché in realtà non ha importanza che tu conosca lo Zen a livello concettuale, dal momento che chiunque si dedichi sinceramente all'arte di essere già pratica Zen. In effetti, lo Zen è ovunque lungo la via della ricerca spirituale, del ritorno a casa o comunque tu voglia chiamarlo, e oggi come ieri parla la lingua di Oriente e di Occidente, come ti dimostra questo breve ma intenso video che ti propongo come meditazione corroborante.


Leggi attentamente la Preghiera del guerriero, di cui riporto di seguito il testo originale dello scrittore britannico Stuart Wilde accompagnato da una mia traduzione:

The Warrior’s Prayer / Preghiera del guerriero
I am what I am. / Sono quello che sono.
In having faith in the beauty within me I develop trust. / Avendo fede nella bellezza dentro di me sviluppo fiducia.
In softness I have strength. / Nella gentilezza ho forza.
In silence I walk with the gods. / Nel silenzio cammino con gli déi.
In peace I understand myself and the world. / Nella pace comprendo me stesso e il mondo.
In conflict I walk away. / Nel conflitto mi allontano.
In detachment I am free. / Nel distacco sono libero.
In respecting all living things I respect myself. / Rispettando tutte le creature rispetto me stesso.
In dedication I honour the courage within me. / Nella dedizione onoro il coraggio in me.
In eternity I have compassion for the nature of all things. / Nell'eternità ho compassione della natura di tutte le cose.
In love I unconditionally accept the evolution of others. / Nell'amore accetto incondizionatamente l'evoluzione degli altri.
In freedom I have power. / Nella libertà ho potere.
In my individuality I express the God-Force within me. / Nella mia individualità esprimo la Forza divina in me.
In service I give of what I have become. / Nel servizio dono ciò che sono diventato.
I am what I am: / Sono quello che sono:
Eternal, immortal, universal, and infinite. / Eterno, immortale, universale e infinito.
And so be it. / E così sia.

Lo Zen insegna a cogliere e manifestare l'essere nella sua espressione più radiosa e incorruttibile. In questo senso, la Preghiera del guerriero riassume la via e la vita zen, in cui tu sei quello che sei. Tuttavia, che il tuo percorso sia propriamente o consciamente zen non ha molta importanza, purché arrivi sinceramente al cuore della verità eterna: la quiete dopo ogni tempesta.

Mariavittoria 


SPIRITUALITÀ PRATICA
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Ciò che facciamo nella vita e l’esserne o meno consapevoli determina il livello di pace e di gioia che generiamo.”




"La pratica costante dello Zen consente all'individuo di sviluppare le proprie capcità in direzione di un'armonia interiore corrispondente all'equilibrio del mondo circostante."