Egli, recatosi in una foresta,
ai piedi di un albero in un luogo isolato,
siede incrociando le gambe, mantenendo il corpo eretto,
applicando la consapevolezza sul volto.
Attento egli inspira e attento egli espira.
(Gautama Buddha)
Oggi vorrei portare l'attenzione su un argomento molto importante per chi si dedica alla meditazione. Provando alcuni esercizi come quelli proposti nei miei precedenti post vi sarete probabilmente accorti che la cosa più difficile durante la meditazione è riuscire a mantenere l'attenzione, riuscire a focalizzare la mente facendo in modo che essa smetta il costante chiacchiericcio automatico al quale è abituata.
Questo è uno scoglio molto difficile da superare, sia che ci si dedichi a esercizi di percezione di se stessi, sia che si pratichino meditazioni che implicano una visualizzazione o pensiero guidato.
C'è infatti una notevole differenza tra il pensiero automatico e il pensiero guidato.
Il pensiero automatico è quello che utilizziamo, o forse sarebbe meglio dire che ci utilizza, per il 99% del nostro tempo. Si tratta di pensieri che sorgono come conseguenza di oggetti o fatti che vediamo intorno a noi, di parole che leggiamo, di sensazioni che proviamo, e possono arrivare a creare catene anche infinite di collegamenti, che a volte occupano la nostra mente per ore senza che noi ne siamo coscienti. Il risultato di solito è “svegliarsi” di colpo e chiedersi «ma come ho fatto ad arrivare a pensare a questo?».
Il pensiero guidato o volontario è invece totalmente indirizzato da noi, dall'inizio alla fine del ragionamento la nostra attenzione è totalmente rivolta all'immagine che abbiamo deciso di visualizzare, o all'argomento o sequenza di argomenti che abbiamo deciso di prendere in analisi questo processo è chiamato meditazione analitica. Solo questo si può definire vero pensiero.
Controllare la mente e ridurre il pensiero automatico continuo è direttamente legato alla capacità di riuscire a restare consapevoli, ed è di grande importanza se si vuole giungere a uno stato di rilassamento e praticare la meditazione immersi nella calma e nel silenzio interiore, oltre che esterno. Imparare a calmare la mente ed essere presenti ci sarà utile in molte occasioni della vita e ci permetterà di agire con maggiore consapevolezza davanti a scelte ed eventuali difficoltà.
Si potrebbe pensare che se non si elimina prima il chiacchiericcio della mente non si può riuscire a meditare, ma in realtà la meditazione stessa serve anche come mezzo per ridurre i pensieri automatici. Molti esercizi di meditazione sono delle vere e proprie carote da fare inseguire alla mente in modo che smetta di pensare a tutto il resto.
Questa interruzione della “voce nella testa” per focalizzarsi su un solo pensiero volontario porta già di per sé un beneficio notevole, oltre che un senso di rilassamento e di pace e, tra le altre cose, aiuta a diventare consapevoli dell'esistenza di una presenza silenziosa oltre il pensiero.
Quindi non è sbagliato passare direttamente alla pratica della meditazione anche senza essere riusciti prima ad essere un po' più presenti, perché a volte è la pratica stessa ad aiutare a disattivare il pensiero automatico.
Quello che segue è proprio un esercizio semplicissimo che nelle scuole antiche viene utilizzato per calmare la mente. Può essere utilizzato da solo, oppure come preliminare di qualsiasi altro esercizio, compresi quelli che abbiamo visto nei precedenti post.
Meditazione dei 21 respiri
- Sedetevi con la schiena dritta ma non tesa
- Respirate profondamente un paio di volte e cercate di rilassare il corpo lasciando andare tutte le tensioni.
- Ora iniziate a contare mentalmente i respiri
- contate «inspiro uno» «espiro uno»
mantenete l'attenzione sul volto,
seguite il respiro che entra e che esce dalle narici,
«inspiro due» «espiro due»
«inspiro tre» «espiro tre»
e così via fino a 21
Non forzate il respiro, lasciate che sia naturale, semplicemente osservatelo e contate. - Appena vi accorgete di esservi distratti e vedete che state pensando ad altro, che la vostra attenzione si è spostata dal respiro, tornate al respiro ricominciando a contare da uno.
Consigli
Se questa pratica vi riesce bene e vi rilassa potete decidere di contare fino a 100.
Se volete renderla ancora più rilassante e stimolare contemporaneamente l'attenzione eseguitela contando alla rovescia, da 21 a 0 oppure da 100 a 0.
Stefano
Potete trovare questo e altri utili esercizi nel mio e-book gratuito