Essere o non essere
questo è il quesito.
Amleto, III:2
Quando il principe di
Danimarca si pone il dilemma più celebre della storia della
letteratura, Shakespeare intende farci riflettere sull'opportunità
di vivere o morire, ma in quel suo «dormire,
forse sognare» oggi non possiamo non ravvisare le enigmatiche
seduzioni del sonno verticale, la condizione pressoché ubiquitaria
dell'uomo moderno, ignaro prigioniero di un'esistenza illusoria che
annichilisce le sue potenzialità di sviluppo materiale e di
evoluzione spirituale ben prima del sopraggiungere della morte
fisica.
A ben guardare, il sonno verticale, condito di sogni più o
meno vanagloriosi, è stato il propellente di un'intera epoca, quella
dei Pesci, in cui l'ideologia (religiosa, politica, scientifica...)
ha propugnato idee grandiose, capaci di smuovere le folle, ma di cui
nei fatti si è realizzato ben poco. Il tempo della propaganda e del
proselitismo sta volgendo al termine, ma sono in molti che, pur
avendo colto i segnali di un inevitabile cambiamento, rimangono
intrappolati nella Rete di Nettuno (oggi più che mai una metafora
concreta, visti gli sviluppi di Internet), anziché lasciarsi fluire
nell'energia uraniana dell'Acquario. Costoro, per quanto possano
ritenersi avanzati, nei fatti si dimostrano detrattori
dell'evoluzione, non meno di chi si disinteressa completamente di
questi temi.
Il punto è semplice: praticare
o predicare, ovvero
diventare ciò che si è o limitarsi a propugnare ideologie astratte?
Su questo punto troppo spesso alla prova dei fatti ci dimostriamo
enormemente impreparati, ed è lì che il potenziale evolutivo si
arresta, dovendo cedere il passo alla mera illusione di un
cambiamento. Sicuramente sono le idee a ispirare le azioni, ma chi ha
buone idee dovrebbe metterle in pratica anzitutto in prima persona,
altrimenti risulta evidente (almeno a chi ha occhi per vedere...) che
o non le ha ancora capite o non è davvero convinto della loro
effettiva bontà.
Sia
chiaro: il cambiamento è in primo luogo interiore. Deve esserlo,
altrimenti non porta alla pratica e la pratica è la via nella
materia. Non c'è rimedio più inesorabile della pratica, poiché
essa coincide con la vera conoscenza, cioè con la sapienza unita
all'esperienza. La forza della conoscenza è l'unico agente del
cambiamento sostenibile.
A che serve dibattere dei problemi
ambientali se poi nella vita quotidiana siamo i primi, con i nostri
comportamenti incuranti o inconsapevoli, ad alimentare i problemi di
cui ci piace tanto discutere? Il punto è che si potrebbe ottenere
molto di più e molto più rapidamente se, anziché parlarne in
astratto, ci si impegnasse in prima persona e si desse l'esempio
concreto di come fare
ecologia.
Adottando
un'etica ecologista dei consumi ciascuno di noi può già fare la
differenza. Ad esempio, si parla tanto della plastica, ma il problema
non è questo materiale in sé, bensì la sua dispersione
nell'ambiente. Le microplastiche e gli altri materiali di difficile
smaltimento sono presenti in un numero enorme di prodotti
industriali, per non parlare degli imballaggi di questi prodotti; se
ciascuno di noi andando a fare la spesa acquistasse solo prodotti
biodegradabili (confezioni incluse!) il mondo della piccola e grande
distribuzione si vedrebbe costretto ad accelerare la sostituzione dei
materiali inquinanti con quelli il cui uso è sostenibile.
Qui per
una volta l'economia ci viene in aiuto con la legge della domanda e
dell'offerta: se non c'è domanda (richiesta di un certo bene o
servizio) vine meno il vantaggio (profitto) di investire nella
corrispondente offerta (produzione).
Il concetto mi sembra
lapalissiano, la produzione si evolve con l'evolversi della domanda,
o qualcuno pensa che il mulino più pubblicizzato d'Italia abbia
tolto l'olio di palma dai suoi biscotti per salvare i tropici dalla
deforestazione? Possiamo continuare ad andare in giro a dire a tutti
che la plastica è dannosa, oppure possiamo smettere di acquistarla!
La differenza, in termini concreti, è enorme.
Lo
stesso discorso si applica ad ogni ambito della vita, anche alla
spiritualità (se proprio vogliamo chiamarla così): possiamo
riempirci l'esistenza di chiacchiere e imparare tutte le tecniche di
questo e degli altri mondi, oppure possiamo praticare quello che
abbiamo imparato e ampliare il nostro bagaglio di conoscenze per
continuare a praticare, sempre e comunque.
Il lavoro su di sé non è
un'attività part-time. Al giorno d'oggi, invece, il precariato
dilaga anche nei sedicenti ambienti spirituali. Osserviamoci
attentamente, sempre: quanto di quello che predichiamo è parte
integrante della nostra vita pratica? Rispondiamo a questa domanda e
se ci accorgiamo di stare soltanto predicando (immersi
nell'illusione) allora è il momento di ritornare alla realtà del
qui e ora. Nessun giudizio: ben venga la fase di smarrimento se ci
costringe a prendere atto del fatto che stiamo dormendo e quindi a
risvegliarci, del resto è primavera, tempo di uscire dal letargo! Si
dice che errare sia umano, ma perseverare alimenta l'illusione della
separazione.
Praticare o predicare? Diventare se stessi o
credere/pretendere/fingere di essere qualcuno? Se proprio vogliamo
scomodare la religione, almeno ricordiamoci che Gesù Cristo non
predicava il Verbo, bensì era
il Verbo incarnato, ovvero il Logos. «Io sono la Via, la Verità, la
Vita», parole sante, letteralmente, proprio perché non erano
soltanto chiacchiere ma la pura e semplice constatazione della
realtà. Esprimere la verità, percorrendo la via e vivendo in modo
autentico, questa è pura pratica dell'essere nella materia.
Per
concludere, facciamo il punto della nostra pratica quotidiana e
impegniamoci nel proseguire lungo il cammino della crescita personale
e della sostenibilità globale, ciascuno con i propri tempi, ma
sempre in modo autentico e sincero.
RESILIENZA
ALIMENTARE
PRATICA
DI INIZIO PRIMAVERA
- Depurazione naturale di fegato e vescica biliare attraverso l'utilizzo mirato degli alimenti vegetali, integrali e salutari (curcuma, tarassaco, carciofo, cardo mariano, erba d'orzo, linfa di betulla, carota, ortica, bardana...)
- Lavorare sull'emozione della rabbia (osservazione di sé, rilascio emozionale, floriterapia...)
- Armonizzazione dell'elemento Aria-Legno attraverso il rapporto con la natura (attività all'aria aperta, igiene mentale, respirazione profonda...)
Riserviamo
le parole a chi con sincero interesse richiede delle spiegazioni, per
il resto lasciamo che siano le nostre azioni a parlare. Io ti
aspetto, sulla via della condivisione.
Mariavittoria
CRISTALLOTERAPIA
DI INIZIO PRIMAVERA
AVVENTURINA
VERDE
La
pietra della calma mentale