lunedì 22 luglio 2013

Sagge divinazioni


Se dobbiamo ascoltare la parola dei saggi, è per ritrovare ciò che sappiamo già.
Sì, i saggi ci parlano unicamente di quello che già sappiamo,
ma che ancora sonnecchia nel nostro subconscio.
Omraam Mikhaël Aïvanhov

Per tutta la vita Joyce Collin-Smith si è interrogata sulle sfaccettature oscure e luminose del rapporto tra allievo e maestro, divulgando, specialmente nel suo libro Nessun uomo è un Maestro, ciò che ha scoperto attraverso l’esperienza personale della ricerca di risposte personali alle domande universali che riguardano l’essere umano. Nel post precedente, dedicato alle Domande senza risposta abbiamo riflettuto sulle sue affermazioni riguardo alla necessità di trovare la propria domanda come chiave di accesso alla risposta unica racchiusa in noi, oggi consideriamo come l’autrice prosegue lo stesso contributo (potete leggere la versione in lingua originale sul sito dell’autrice) riguardo all’arte divinatoria e all’astrologia di cui era un’esperta:

«Sembra ragionevole pensare che l’oroscopo possa venire utilizzato legittimamente in modi come questo: le domande che si fanno al proprio sé nella profonda attenzione all’infinità di possibilità del tema astrologico si ridimensionano nella loro profondità e semplicità, fino a che l’essenza di queste possibilità viene distillata in una goccia di pura verità, ed è da quella pura essenza che la propria interpretazione del tema inizia a costruirsi e ad avere un senso e una sua realtà. Ma la purezza dell’intenzione sembra essenziale per questo compito. L’ambizione personale, la vanità e l’autoesaltazione non possono avere alcuna parte in esso. Il
proprio oroscopo è lo specchio o cristallo di se stessi. Quello di altri è prezioso come un gioiello e richiede di essere meditato con delicatezza e perfino riverenza se abbiamo intenzione di essere degni della nostra vocazione di astrologi. Solo in questo modo l’oroscopo dispenserà le sue vere ricchezze a chi lo interroga: non deve essere usato come metodo a buon mercato per predire la fortuna, bensì come oggetto di divinazione nel vero senso della parola, vale a dire per cercare la conoscenza che emana dal Divino. […]Sulla porta del Tempio dell’Oracolo di Delphi era scritto: “nessun uomo entri in questo luogo a meno che le sue mani siano pure”. Ogni chiaroveggente, consulente astrologico o “lettore” dovrebbe tenere come perpetuo promemoria queste parole davanti a sé sul tavolo al quale lavora!»»
(FONTE: Joyce Collin-Smith, Are there any questions?, The Astrological Journal, Summer 1980)

La lettura delle carte, specialmente dei Tarocchi, l’astrologia e le arti divinatorie in generale sono materie delicate e altamente introspettive il cui valore intrinseco, la risposta a domande tanto ancestrali quanto onnipresenti, può sprigionarsi solo grazie ad una particolare sensibilità e alla consapevolezza affinate con umiltà nell’esperienza di chi si pone come interprete di questi strumenti sottili per vocazione e per necessità, ma senza secondi fini.
 Mariavittoria 


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"Il Sole, che rappresenta la parte attiva e la capacità di individuare i propri obiettivi nella vita; la Luna, che simboleggia la parte emotiva e la capacità di esprimere i propri sentimenti; l'Ascendente, che identifica l'immagine pubblica, il modo di rapportarsi al mondo. Questi tre elementi rappresentano la nostra 'carta d'identità' zodiacale, la base della personalità. A essi ho aggiunto Giove, che rappresenta il coach interiore."





 

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