lunedì 8 luglio 2013

Sintonizzare la radio interiore: la Mente del Risveglio


Questo cronico vizio di preoccuparci di noi stessi
è la causa che produce la nostra indesiderata sofferenza.
Comprendendo questo, chiediamo le vostre benedizioni per biasimare,
opporre e distruggere il mostruoso demone dell'egoismo
dalla Guru Puja (antica cerimonia buddhista)


Nell' articolo precedente abbiamo parlato dell’ importanza personale, di come siamo abituati a percepire ogni fenomeno in relazione alla nostra idea di IO e MIO, e di come questo IO venga posto al centro del nostro universo soggettivo.
Vediamo ora come possiamo dare un altro duro colpo alla nostra visione egocentrica del mondo.

A seguito di una riflessione approfondita sulla Corretta Visione basandoci soprattutto sulla nostra esperienza personale, si può comprendere come il mondo sia una nostra rappresentazione, possiamo così facilmente renderci conto che qualsiasi “inferno” è un inferno personale, auto-costruito.
Il passo successivo, quasi spontaneo, è quello di realizzare che se questo vale per ciascuno di noi deve valere anche per gli altri. Se io non sono libero non lo sono neanche gli altri. Se proietto sul mondo una realtà distorta la stessa cosa staranno facendo gli altri.

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Spesso ci capita di scontrarci con le altre persone per vari motivi , di litigare, di ferirsi a volte fino al punto da non volersi più vedere. Ci capita di provare rabbia per un torto che pensiamo qualcuno ci abbia fatto e spesso teniamo dentro questa rabbia per ore, giorni o addirittura anni. La nostra reazione però non è altro che il risultato di un vivere automatico senza capire quello che in realtà sta succedendo.
Se noi viviamo in una illusione del mondo generata da noi stessi, lo stesso succede agli altri: nessuno vive le situazioni in modo neutro, di conseguenza tutte le reazioni sono il risultato di una determinata idea di se stessi e del mondo, che si è costruita negli anni con le esperienze di vita.
Ognuno vive inconsapevole nel proprio “inferno”.

Chi brandisce il bastone?
Guardando noi stessi e imparando a riconoscere il nostro modo automatico di reagire potremo facilmente comprendere che in realtà non è l’altra persona a farci del male. I veri colpevoli sono i “difetti mentali”, virus radicati nella nostra mente e nella mente degli altri che ci inducono a reagire automaticamente e che fanno in modo che qualcuno possa ferirci.
Partendo dal livello più semplice di analisi, per esempio, potremmo prendere in considerazione questa domanda: se una persona ci da una bastonata con chi ha senso arrabbiarsi? Con il bastone o con colui che lo brandisce? La risposta è ovvia. Allo stesso modo le persone sono come un mezzo attraverso il quale si espleta una funzione automatica derivata da un “difetto mentale”. Non c'è un vero io che agisce scegliendo di danneggiarci. Se veramente fossimo in grado di scegliere, non opteremmo mai per emozioni come la rabbia, la paura, l’attaccamento, l’invidia, la gelosia, perché sappiamo benissimo che esse non ci fanno bene. Infatti, possiamo facilmente provare fastidio nel nostro corpo anche solo nominandole. Scegliere consciamente queste emozioni distruttive sarebbe come auto-sabotarsi, come scegliere di ammalarsi.
Questo tipo di considerazioni ci portano a realizzare che non ha nessun senso prendersela con gli altri per quello che ci fanno o ci dicono, in quanto nel normale stato di coscienza non c'è nessuno che abbia scelto effettivamente di ferirci. Se proprio vogliamo scagliarci contro un colpevole, dovremmo “dichiarare guerra” al virus che ha fatto in modo che quella determinata persona ci attaccasse, e l’unico modo che abbiamo per fare una cosa del genere è scovare e disarmare l’istanza del difetto mentale che si trova dentro di noi.

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Inoltre è evidente il fatto che, esattamente come noi, tutti gli esseri anelano alla felicità e non desiderano la benché minima sofferenza. Essi continuano a fare e a farsi del male solo a causa dell’inconsapevolezza, senza mai veramente porsi la questione di cosa li danneggi veramente e cosa invece porterebbe loro un effettivo beneficio. Tutti pensiamo di fare il nostro interesse, senza accorgerci che sono le nostre stesse interpretazioni e reazioni automatiche a creare sofferenza nella nostra vita e in quella delle persone che abbiamo intorno.
Nella pratica gli esseri umani vivono incastrati in un circolo vizioso di azione e reazione dominato dall’inconsapevolezza, è questo il seme di quello che viene chiamato karma (“azione”). Sono come naufraghi legati stretti dalle “spesse catene del karma” e sbattuti violentemente dalle onde dei “difetti mentali”.

Non c'è nessuno né lì né qui
Analizzando noi stessi e le persone che ci stanno intorno, potremo facilmente renderci conto che questo spettro che chiamiamo IO non è altro che un fascio di pensieri, emozioni e ricordi a cui noi stessi diamo consistenza per “sentirci qualcuno”.
Questo è il momento giusto per approfondire ulteriormente l'argomento senza complicare troppo le cose, in quanto ognuno potrà comprendere i vari risvolti di queste riflessioni attraverso la propria pratica e la meditazione. Aggiungo soltanto che nel caso di un torto è bene ricordarsi che non solo l’altra persona non sta scegliendo di ferirci, in quanto non c'è un vero IO a decidere, ma che anche “qui”, dentro di noi, potrebbe non esserci nessuno a ricevere la sua rabbia. Questa diventerà una nostra scelta dal momento in cui avremo compreso le implicazioni più profonde della Corretta Visione di noi stessi. Prima però è opportuno riflettere ponendoci la seguente domanda: per quanto una persona mi possa assalire con tutta la rabbia possibile, dove potrebbe trovare appiglio questa rabbia, dove potrebbe colpire e ferire se in me non esiste un ego, un IO pronto ad offendersi e reagire “occhio per occhio”?

Il sorgere della Mente del Risveglio
Queste riflessioni sono alla base del dissolversi dell’importanza personale, dell’egoismo e del preoccuparsi in continuazione dell’IO e MIO e permettono alla Mente del Risveglio (Bodhicitta) di germogliare in noi.

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Il comprendere che tutti siamo nella stessa situazione all'interno di una prigione psichica stimola una forte volontà di servire. La Corretta Visione, inoltre, porta a percepire la mancanza di una vera separazione dal mondo, si inizia così a percepire un universo unitario in cui ogni cosa partecipa alla corrente della vita. Diventa sempre più difficile considerarsi divisi dal Tutto e ci si occupa maggiormente delle relazioni e della salvaguardia di ogni forma di vita. Si è sempre più rapiti dal “miracolo” e sempre meno dalle elucubrazioni della mente, sorgono spontaneamente emozioni superiori come l'Amore, la Gioia, la Pace, la Gratitudine, la Generosità. Nasce il desiderio di essere utili e mettere le proprie realizzazioni al servizio degli altri, in modo da poterne alleviare la confusione, le sofferenze e facilitare il loro cammino.
Descritta nella forma più completa la Mente del Risveglio è il desiderio di raggiungere l’Illuminazione, il Risveglio, per poter essere di beneficio a tutti gli esseri.
Infatti, chi può offrire l’aiuto migliore per evadere dalla prigione se non colui che lo ha già fatto a sua volta e ora si trova al di là delle sbarre?

Stefano


Vi interessano questi argomenti?
Potete trovare altri utili esercizi nel mio e-book gratuito 



ESCI DALLA PRIGIONE DELLA TUA MENTE

"Voi conoscete due sole modalità: o siete in collera, diventate violenti, distruttivi, oppure vi reprimete. Non conoscete la terza modalità, quella dei buddha: non esplodere e non reprimere… osserva. L’esprimere crea un’abitudine. Se ti arrabbi oggi, e poi di nuovo domani, e ancora dopodomani, crei un’abitudine; ti stai condizionando ad arrabbiarti sempre di più."




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