“Per cambiare il mondo dobbiamo cominciare da noi stessi.” Krishnamurti.
In ambito esoterico, è noto che il corpo, l’apparato psicofisico, debba stare bene per accedere alla via dello spirito, d’altra parte, solo uno spirito che sta bene può prevenire l’insorgere della malattia corporea.
Guarire significa assicurarsi che a scomparire non siano soltanto i sintomi del disturbo che si è manifestato, bensì l’intero apparato di concause che ha provocato il disagio. Questa è da tempi immemori la visione olistica delle medicine tradizionali, tra le quali forse quella tibetana è la più sincretica, magico-spirituale e poco conosciuta in Occidente.
Il buddhismo, alle radici della medicina tradizionale tibetana, afferma che la malattia ha origine dall’ignoranza che produce odio e avidità. Il compito del guaritore è quindi estirpare l’ignoranza, in modo che anche odio e avidità si estinguano. Ignoranza, odio e avidità sono veleni psichici, che producono emozioni e quindi azioni negative (karma) causa, è solo questione di tempo, di traumi (samskara); tali malanimi vanno trattati con tecniche mentali afferenti a tre radici della salute e dell’igiene mentale: moralità, concentrazione e pratica della saggezza. La saggezza in pratica implica che il guaritore non dà importanza tanto al sapere quanto all’essere, per questo egli stesso è guarigione dalle illusioni del mondo.
Osserviamo il mondo avviluppato nel caos contemporaneo: è quantomai necessario che sorga il desiderio, anzi, la ferma risoluzione a guarire ed estirpare così l’illusione che indisturbata ha ottenebrato quasi un quarto del nuovo secolo.
Il terzo millennio non è iniziato sotto il migliore degli auspici, sembra che questa umanità proliferante si affaccendi con noncuranza dietro ai miraggi di un progresso facile e illimitato, ignorando deliberatamente i grandi temi che potrebbero rendere la sua estinzione una realtà.
Se non avremo presto almeno i presentimenti di un’umanità risanata, è probabile che l’incontro con una tecnologia superiore, di qualsiasi origine, distruggerà quello che rimane del genere umano ancor prima che le masse titubanti ed erranti si rendano conto di aver scoperchiato il vaso di Pandora.
È necessario vigilare, vigilare sempre, e rendersi costantemente e compassionevolmente disponibili a guarirsi e a guarire.
La prima ed essenziale forma di terapia per l’anima sofferente e il corpo dolente non può che essere l’evoluzione dell’anima. Tutto lo yoga, tutta la meditazione e le altre discipline spirituali mirano a questo: abbandonare la superficie apparente per la profondità imperitura ed evolvere. È possibile dover praticare lungamente prima di arrivare a scalfire anche soltanto la facciata di questa verità universale. L’anima può evolvere e risanare anche completamente i suoi corpi, l’ego non può che estinguersi, da che parte ci svegliamo ogni mattina può fare la differenza. È forse dalla parte dell’anima che ci stiamo orientando? L’identificazione con l’anima è l’unica via. Se smarriremo il contatto con l’anima, niente sarà sufficiente a guarirci, poiché niente è tanto essenziale. Prima ci renderemo conto di questa esigenza ontologica imprescindibile e prima potremo porre rimedio al caos. Tutto sorge e insorge dall’interno.
Mariavittoria
LEGGERE PER CRESCERE E MEDITARE
I SEGRETI TIBETANI
di Laura Tuan
La medicina tradizionale tibetana è una sintesi originale di teorie e di pratiche antichissime, derivanti principalmente da tre fonti: medicina tradizionale cinese, indiana (ayurveda) e mediterranea (greca, araba, persiana). Conoscerla apre una finestra nella mente cosciente volta al risanamento dei dolori dell’anima, del mal di vivere, e costruisce un ponte solido e utile tra Oriente e Occidente.
“La medicina tibetana, vagliata secondo i criteri occidentali, si rivela perfetta per tutte le forme di malattie psicosomatiche causate da un cattivo rapporto con se stessi e l’ambiente e per le patologie croniche, l’affaticamento fisico, l’esaurimento nervoso, l’ulcera, i calcoli, l’artrite, la paralisi e alcuni casi di epatite.”