Come muoversi nello spazio delle varianti
Immaginare
o vivere una determinata situazione
non
la rende reale in sé, ma neppure irreale.
Semplicemente
è una possibilità.
Virginio
De Maio
Supponiamo
che, dopo anni e anni in cui hai vissuto dentro al sogno, probabilmente quello di qualcun altro, ti risvegli e che cominci ad
emergere nitidamente la possibilità di diventare artefice
consapevole del tuo destino.
La
vita che vorresti è una possibilità che tecnicamente esiste tanto
quanto quella che stai vivendo ora, la responsabilità di realizzarla
concretamente, di portarla nella tua esperienza quotidiana, dipende da te. Il
punto non è avere ma essere
di più:
esprimere appieno la manifestazione di ciò che sei. Questo è il
messaggio di fondo del Transurfing che alcuni superficialmente
giudicano troppo egocentrico per potersi considerare spirituale.
Veniamo al mondo per realizzare qualcosa? Sì e no. Sì perché
nell'Universo dell'Azione necessariamente si agisce, e no, perché in
realtà la forma più efficace di azione è la “non azione” in
cui quello
che sei si esprime attraverso quello che fai
(pensieri, sentimenti, emozioni, parole, azioni e omissioni) e quindi
in effetti realizzi
(vale a dire porti a compimento attraverso la comprensione) sempre e
soltanto ciò che sei.
Proprio
l'interazione con la materia rende possibile l'atto più spirituale:
la propria realizzazione, letteralmente “rendersi reale”, quindi
non solo manifestarsi compiutamente, ma soprattutto esprimere la via
reale.
In questo, i Tarocchi dello Spazio delle Varianti sono molto
eloquenti, come spiega il loro autore nell'interpretazione della
carta III, “I figli di Dio”, in uno dei passi di Transurfing
autentico più espliciti su questo argomento di importanza cruciale:
Dio
crea la realtà e la gestisce attraverso l'intenzione di ogni
creatura vivente.
Ora,
che tu lo chiami Dio, amore universale (“l'amor che muove il sole e
l'altre stelle”), Spirito, Intelligenza Suprema, Grande
Architetto...non ha importanza (noi preferiamo il termine Forza) il
punto è che un'essenza, un potere, una Forza crea la realtà e ti ha
dato gli strumenti non solo per renderti consapevole di essa ma anche
per renderti partecipe della sua creazione. Non è semplicemente
straordinario? Questo significa essere “I figli di Dio”:
assumersi l'onere e l'onore della propria eredità divina.
Parliamo
appunto di un retaggio, un lascito divino di cui spetta a ciascuno
disporre: la via dell'autentica realizzazione. Sia chiaro, tu non sei
la Forza (spiacenti ma non sei Dio!), ma la Forza è in te e intesse
ogni cosa dell'universo e del tuo mondo, quindi svegliati dal sonno
verticale dell'incoscienza ed entra consapevolmente nel sogno della
co-creazione, dove tutto è possibile ed è altamente consigliabile
evolvere nella gioia.
Vadim Zeland, I Tarocchi dello spazio delle varianti: III |
“I figli di Dio” è una carta filosofica, eppure molto pratica perché ci consente di creare delle solide basi metafisiche grazie alle quali impostare la nostra esistenza. Risponde ad una delle domande esistenziali più importanti che ci possiamo porre: Qual è il fine della vita? Lo scopo del gioco?
In
noi è presente una parte divina, ogni tradizione iniziatica lo
insegna, e questa scintilla è la prova più lampante che siamo
intimamente interconnessi e intessuti di Forza. Quando la connessione
con il divino passa in secondo piano fino a diventare quasi
inesistente, come di fatto avviene spesso nella quotidianità
ordinaria, la nostra vita tende a complicarsi e a risultare
incomprensibilmente opprimente. Da ciò nascono insicurezze, preoccupazioni, ansie,
incapacità di gestire opportunamente la realtà, mancanza di
lucidità nel comprendere quello che ci capita, pessimismo,
frustrazione.
La
chiave fondamentale per affrancarsi da questo quadro poco idilliaco è
la consapevolezza. Sapere che, in realtà, la nostra volontà a servizio della
Forza non è altro che l’intenzione di Dio e che questa
interconnessione è un privilegio che possiamo cogliere solo se ci
liberiamo dagli stereotipi e da tutte le limitazioni che le
istituzioni di ogni genere, l’educazione e anni di prigionia
autoimposta hanno impresso nella nostra memoria cellulare e
perpetuato attraverso la compulsione e l'automatismo. Per di più, Dio, la
Forza che tutto pervade, ha lasciato al genere umano, dal singolo individuo all'intera specie, la libertà di gestire la propria realtà a seconda del grado di
consapevolezza sviluppato. Lo scenario si fa davvero interessante.
Lo
scopo del gioco, una volta svelato, è quindi piuttosto semplice,
tutto sta nell'essere se stessi, ma scoprirai che questo non è per
niente facile nella pratica quotidiana, specialmente dopo anni di
programmazione e di condizionamento in cui tutto e tutti ci invitano,
con mezzi persuasivi più o meno espliciti, a tradire la nostra vera
natura. In effetti, esistono diversi modi per ritrovare il senso
della propria divinità intrinseca (e non stiamo parlando di
approdare a qualche fantasia megalomane bensì di assumersi la piena
responsabilità della propria vita con un atto reale e autenticamente
magico), ma oggi te ne suggeriamo uno che probabilmente avrà sempre
più rilevanza in quest'epoca dominata dall'esperienza audiovisiva:
il cinema. Sì, perché guardare un film può essere un'esperienza
trasmutativa molto efficace e rapida, come spiega l'autore della
citazione in apertura di questo post e fondatore di un innovativo
portale di crescita e formazione personale:
“Il
motivo per cui le immagini che provengono da un film sono così
potenti è che quando le guardi, le tre destinazioni della tua
intenzione evolutiva, UNIVERSO, MENTE INCONSCIA E MENTE RAZIONALE,
vengono raggiunte contemporaneamente. La missione del portale
www.ilcinemainsegna.it
è proprio quella di facilitare questa comunicazione e favorire il
risveglio dell'uomo.”
Come
e perché funziona, “come va davvero il mondo e perché tutto è
possibile”, puoi sentirlo spiegare direttamente da lui in questo
breve video, che introducendo il libro Filmatrix
rappresenta un condensato di principi metafisici e riflessioni
funzionali alla presa di coscienza della realtà quotidiana:
La
magia è consapevolezza, qui e ora, adesso, ovunque e sempre. Le
emozioni sono pura energia, tempeste di Forza a servizio di chi ne è
consapevole e sa come e dove farle fluire. Lavorare con le proprie
emozioni, che il cinema riesce a evocare con grande immediatezza e
intensità catartica, trasmutandole anche in coloro che non sanno
assolutamente niente di alchimia, è un ottimo modo per ricontattare
la propria divinità e creare quello spazio sacro in cui ritrovare la
libertà di essere se stessi, co-creatori coscientemente al servizio
della Forza.
La
carta III “I figli di Dio” ti ricorda:
- Dio crea la realtà e la gestisce tramite l’intenzione di ogni creatura
- Dio ha stabilito di dare la libertà di formare la realtà a seconda del grado di consapevolezza di ciascuna coscienza
- Il fine della vita è la divina co-creazione, la creazione insieme a Dio
Ora
prova ad osservare come tutto questo si applica alla tua vita
quotidiana: in che modo la consapevolezza cambia la manifestazione
della realtà? Raccontaci la tua esperienza scrivendola nei commenti
al post!
Mariavittoria
& Fabrizio
LETTURA
DEL MESE
FILMATRIX
Cambia
la tua vita grazie al potere nascosto nei film
“Immagina
se tu non fossi mai stato 'programmato' e che il tuo spazio interiore
sia un vuoto magnetico capace di attirare e manifestare ogni tuo
pensiero... Le emozioni scrivono in quel vuoto sostituendosi
all'Universo e se non siamo abbastanza saggi e preparati per
comprendere a fondo cosa è successo, quello che resta è soltanto
'paura'.”
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