giovedì 20 aprile 2017

III. "Lo scopo del gioco"

Come muoversi nello spazio delle varianti


Immaginare o vivere una determinata situazione
non la rende reale in sé, ma neppure irreale.
Semplicemente è una possibilità.
Virginio De Maio



Supponiamo che, dopo anni e anni in cui hai vissuto dentro al sogno, probabilmente quello di qualcun altro, ti risvegli e che cominci ad emergere nitidamente la possibilità di diventare artefice consapevole del tuo destino.
La vita che vorresti è una possibilità che tecnicamente esiste tanto quanto quella che stai vivendo ora, la responsabilità di realizzarla concretamente, di portarla nella tua esperienza quotidiana, dipende da te. Il punto non è avere ma essere di più: esprimere appieno la manifestazione di ciò che sei. Questo è il messaggio di fondo del Transurfing che alcuni superficialmente giudicano troppo egocentrico per potersi considerare spirituale. 



Veniamo al mondo per realizzare qualcosa? Sì e no. Sì perché nell'Universo dell'Azione necessariamente si agisce, e no, perché in realtà la forma più efficace di azione è la “non azione” in cui quello che sei si esprime attraverso quello che fai (pensieri, sentimenti, emozioni, parole, azioni e omissioni) e quindi in effetti realizzi (vale a dire porti a compimento attraverso la comprensione) sempre e soltanto ciò che sei.
Proprio l'interazione con la materia rende possibile l'atto più spirituale: la propria realizzazione, letteralmente “rendersi reale”, quindi non solo manifestarsi compiutamente, ma soprattutto esprimere la via reale. In questo, i Tarocchi dello Spazio delle Varianti sono molto eloquenti, come spiega il loro autore nell'interpretazione della carta III, “I figli di Dio”, in uno dei passi di Transurfing autentico più espliciti su questo argomento di importanza cruciale:

Dio crea la realtà e la gestisce attraverso l'intenzione di ogni creatura vivente.

Ora, che tu lo chiami Dio, amore universale (“l'amor che muove il sole e l'altre stelle”), Spirito, Intelligenza Suprema, Grande Architetto...non ha importanza (noi preferiamo il termine Forza) il punto è che un'essenza, un potere, una Forza crea la realtà e ti ha dato gli strumenti non solo per renderti consapevole di essa ma anche per renderti partecipe della sua creazione. Non è semplicemente straordinario? Questo significa essere “I figli di Dio”: assumersi l'onere e l'onore della propria eredità divina.


Parliamo appunto di un retaggio, un lascito divino di cui spetta a ciascuno disporre: la via dell'autentica realizzazione. Sia chiaro, tu non sei la Forza (spiacenti ma non sei Dio!), ma la Forza è in te e intesse ogni cosa dell'universo e del tuo mondo, quindi svegliati dal sonno verticale dell'incoscienza ed entra consapevolmente nel sogno della co-creazione, dove tutto è possibile ed è altamente consigliabile evolvere nella gioia.

Vadim Zeland, I Tarocchi dello spazio delle varianti: III

“I figli di Dio” è una carta filosofica, eppure molto pratica perché ci consente di creare delle solide basi metafisiche grazie alle quali impostare la nostra esistenza. Risponde ad una delle domande esistenziali più importanti che ci possiamo porre: Qual è il fine della vita? Lo scopo del gioco?
In noi è presente una parte divina, ogni tradizione iniziatica lo insegna, e questa scintilla è la prova più lampante che siamo intimamente interconnessi e intessuti di Forza. Quando la connessione con il divino passa in secondo piano fino a diventare quasi inesistente, come di fatto avviene spesso nella quotidianità ordinaria, la nostra vita tende a complicarsi e a risultare incomprensibilmente opprimente. Da ciò nascono insicurezze, preoccupazioni, ansie, incapacità di gestire opportunamente la realtà, mancanza di lucidità nel comprendere quello che ci capita, pessimismo, frustrazione.
La chiave fondamentale per affrancarsi da questo quadro poco idilliaco è la consapevolezza. Sapere che, in realtà, la nostra volontà a servizio della Forza non è altro che l’intenzione di Dio e che questa interconnessione è un privilegio che possiamo cogliere solo se ci liberiamo dagli stereotipi e da tutte le limitazioni che le istituzioni di ogni genere, l’educazione e anni di prigionia autoimposta hanno impresso nella nostra memoria cellulare e perpetuato attraverso la compulsione e l'automatismo. Per di più, Dio, la Forza che tutto pervade, ha lasciato al genere umano, dal singolo individuo all'intera specie, la libertà di gestire la propria realtà a seconda del grado di consapevolezza sviluppato. Lo scenario si fa davvero interessante.


Lo scopo del gioco, una volta svelato, è quindi piuttosto semplice, tutto sta nell'essere se stessi, ma scoprirai che questo non è per niente facile nella pratica quotidiana, specialmente dopo anni di programmazione e di condizionamento in cui tutto e tutti ci invitano, con mezzi persuasivi più o meno espliciti, a tradire la nostra vera natura. In effetti, esistono diversi modi per ritrovare il senso della propria divinità intrinseca (e non stiamo parlando di approdare a qualche fantasia megalomane bensì di assumersi la piena responsabilità della propria vita con un atto reale e autenticamente magico), ma oggi te ne suggeriamo uno che probabilmente avrà sempre più rilevanza in quest'epoca dominata dall'esperienza audiovisiva: il cinema. Sì, perché guardare un film può essere un'esperienza trasmutativa molto efficace e rapida, come spiega l'autore della citazione in apertura di questo post e fondatore di un innovativo portale di crescita e formazione personale:

“Il motivo per cui le immagini che provengono da un film sono così potenti è che quando le guardi, le tre destinazioni della tua intenzione evolutiva, UNIVERSO, MENTE INCONSCIA E MENTE RAZIONALE, vengono raggiunte contemporaneamente. La missione del portale www.ilcinemainsegna.it è proprio quella di facilitare questa comunicazione e favorire il risveglio dell'uomo.”

Come e perché funziona, “come va davvero il mondo e perché tutto è possibile”, puoi sentirlo spiegare direttamente da lui in questo breve video, che introducendo il libro Filmatrix rappresenta un condensato di principi metafisici e riflessioni funzionali alla presa di coscienza della realtà quotidiana:


La magia è consapevolezza, qui e ora, adesso, ovunque e sempre. Le emozioni sono pura energia, tempeste di Forza a servizio di chi ne è consapevole e sa come e dove farle fluire. Lavorare con le proprie emozioni, che il cinema riesce a evocare con grande immediatezza e intensità catartica, trasmutandole anche in coloro che non sanno assolutamente niente di alchimia, è un ottimo modo per ricontattare la propria divinità e creare quello spazio sacro in cui ritrovare la libertà di essere se stessi, co-creatori coscientemente al servizio della Forza.

La carta III “I figli di Dio” ti ricorda:

  • Dio crea la realtà e la gestisce tramite l’intenzione di ogni creatura
  • Dio ha stabilito di dare la libertà di formare la realtà a seconda del grado di consapevolezza di ciascuna coscienza
  • Il fine della vita è la divina co-creazione, la creazione insieme a Dio

Ora prova ad osservare come tutto questo si applica alla tua vita quotidiana: in che modo la consapevolezza cambia la manifestazione della realtà? Raccontaci la tua esperienza scrivendola nei commenti al post!
Mariavittoria & Fabrizio



LETTURA DEL MESE

FILMATRIX
Cambia la tua vita grazie al potere nascosto nei film

Immagina se tu non fossi mai stato 'programmato' e che il tuo spazio interiore sia un vuoto magnetico capace di attirare e manifestare ogni tuo pensiero... Le emozioni scrivono in quel vuoto sostituendosi all'Universo e se non siamo abbastanza saggi e preparati per comprendere a fondo cosa è successo, quello che resta è soltanto 'paura'.”






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