lunedì 3 novembre 2014

La realtà della realtà


La credenza che la realtà, che ognuno vede, 
sia l'unica realtà è la più pericolosa 
di tutte le illusioni.
(Paul Watzlawick)


Spesso si aprono dibattiti interminabili, in cui le opinioni delle persone si scontrano senza che i rispettivi punti di vista possano essere dimostrati in modo inconfutabile. Ciò vale ad esempio per l’esistenza di Dio, la cui prova definitiva è stata a lungo cercata dai filosofi nel corso dei secoli. Eppure la questione è semplice ed incontrovertibile: l’esistenza di qualcosa dipende dal grado di consapevolezza dell’essere umano. Se nel nostro giardino fosse sepolto un forziere pieno di tesori e pietre preziose, ma noi non ne fossimo a conoscenza, continueremmo la nostra vita come se esso non si trovasse lì. La sua permanenza materiale nel nostro giardino non ci influenzerebbe minimamente.


Passiamo ora dai tesori materiali a considerare le ricchezze spirituali. Davanti ai nostri occhi sfilano ogni giorno multiformi meraviglie, ma solo gli spiriti veramente svegli le colgono, ne gioiscono e le fanno fruttificare al proprio interno. Analogamente, dentro di noi attendono potenzialità e poteri inespressi che, essendo celati alla nostra consapevolezza, è come se non ci fossero. Se questo nostro “sonno esistenziale” produce effetti tanto nefasti da impedirci di percepire l’esistenza di gran parte di quello che è dentro e fuori di noi, è evidente che il risveglio ed il lavoro per aumentare la consapevolezza rappresentano passi imprescindibili per poter anche solo aspirare ad evolvere. La capacità di penetrare dentro noi stessi alla ricerca di quello che siamo e non sappiamo ancora di essere, dipende dall’affinamento dell’auto-osservazione, allo stesso modo, risulta indispensabile imparare ad utilizzare gli occhi per vedere il mondo così com'è, e non limitarsi a guardarlo distrattamente.
Proviamo ora ad esercitarci nel “trovare i tesori nel nostro giardino”:
Apriamo la finestra al tramonto. Facciamo un lungo e profondo respiro e poi osserviamo con attenzione quello che si mostra ai nostri occhi.


Sentiamo il pulsare della vita negli alberi, la linfa che scorre dalle radici fino ai rami come fa il sangue nelle nostre vene; contempliamo il lavoro dei pittori invisibili che hanno dipinto il cielo, notiamone i colori, guardiamoli fin nelle sfumature. In quel momento avremo la certezza che anche dare per scontato le meraviglie che ci circondano, è, in un qualche modo, decretarne la loro non esistenza.
Chiudiamo gli occhi e apriamo la finestra sul nostro mondo interiore. Il respiro è sempre placido e tranquillo.
Sentiamo chi siamo davvero. Presto potremmo notare che qualcuno ha chiuso delle porte in noi, imposto limiti, eretto muri che circoscrivono l'essere a pochi ambienti noti dell'esistenza: potremmo scoprire di abitare un modesto recinto in un territorio immenso, sconfinato e tendente all'infinito. Abbiamo delegato la nostra libertà e appaltato ad altri il nostro potere. Quelle porte, limiti, muri, li abbiamo eretti noi. Nessuno ci costringe a mantenerli in funzione. Prendiamo il piccone e facciamo piazza pulita dei nostri limiti interiori. Restituiamo alla vita e alla nostra consapevolezza le reali dimensioni del nostro essere.
Respiriamo per tre volte a fondo prima di aprire gli occhi.
I colori del crepuscolo, appena dopo il tramonto meritano un ulteriore supplemento di osservazione. Chiudiamo la finestra e ringraziamo.
Vedere gli splendori che sono intorno e dentro di noi e poterne gioire è un momento essenziale della nostra crescita interiore, un momento in cui la nostra consapevolezza si acuisce a tal punto che il mondo come lo conoscevamo perde la sua consistenza e potenzialità immense si aprono di fronte a noi. Come sempre, la scelta spetta a noi; tutto l’universo cospira per darci tutto quello di cui abbiamo bisogno. A noi sta cogliere le opportunità, a noi spetta il compito di diventare consapevoli.
Fabrizio







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