domenica 22 settembre 2024

Risveglio dal sogno nel sogno

 


“La vita è un equilibrio tra il tenere e il lasciare andare. Rumi”

“Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero? E se da un sogno così non dovessi più svegliarti, come potresti distinguere il mondo dei sogni dalla realtà?” sono queste le serafiche parole di Morfeo durante il suo incontro con Neo nell’ormai classico primo capitolo della trilogia di Matrix. La domanda rimane di estrema attualità: in un mondo intessuto di illusioni, come distinguere la realtà dal sogno? La scienza potrebbe rispondere facilmente: al sogno mancano alcune sfere percettive, in particolare quelle afferenti al senso dell’olfatto. L’avete mai notato? I sogni notturni, per quanto vividi, non hanno odori. Salvo rari casi di allucinazione olfattiva, dovuti a traumi cranici, infezioni o malattie, il senso dell’olfatto, per ovvie ragioni di sopravvivenza, è saldamente collegato alla nostra realtà. La dimensione onirica non è l’unica sperimentabile in questa realtà a mancare completamente del senso dell’olfatto: ad essa possiamo accomunare internet, la televisione, il cinema, tutti esempi di sogno nel sogno. A ben vedere, più ci si addentra in modo sofisticato nel sogno dentro al sogno e più si perdono dimensioni del reale: sfumano le percezioni dei sensi maggiormente ancorati alla concretezza (nell’ordine: olfatto, gusto, tatto) ma anche la logica sequenzialità degli avvenimenti, che perde di linearità, mentre la memoria, priva di nuovi stimoli reali, si avvolge su se stessa, come mostra il magistrale film Inception.

A proposito di cinema, qualcuno di voi mi ha fatto notare che in un post precedente (Ridimensionarsi) avevo appena accennato ad un film particolarmente interessante per la sua attualità. Si tratta di Downsizing, ironicamente tradotto come Vivere alla grande, un film che presenta una critica acuta all’ecologismo estremista e più in generale attraverso il percorso del protagonista, interpretato da Matt Damon, mette in guardia dal seguire le mode del momento e da un certo tipo di vita superficiale che rappresenta lo standard di addormentamento odierno, uno stato pressoché continuo di sogno nel sogno. Se non volete anticipazioni sulla trama, saltate il prossimo paragrafo.

Paul Safranek è un terapista occupazionale americano che sogna di poter offrire una vita più agiata alla moglie, l’occasione si presenta incontrando una coppia di amici che si sono sottoposti al procedimento di miniaturizzazione ideato da uno scienziato norvegese per finalità ecologiste ma rapidamente diventato un enorme polo d’attrazione (con annesso cospicuo giro d’affari) per tutti coloro che desiderano vivere agiatamente pur avendo risorse limitate. In una città miniaturizzata, infatti, i costi vengono abbattuti dalle ridotte dimensioni di ogni cosa, motivo per cui è possibile vivere nel lusso disponendo di cifre modeste. Affascinato dall’idea di ridurre il proprio impatto ambientale e contemporaneamente realizzare il sogno di una vita agiata per sé e la moglie, Paul decide di sottoporsi al procedimento. Una volta risvegliatosi, scopre però che la moglie si è tirata indietro, non intende farsi miniaturizzare e per giunta vuole il divorzio. È questo il primo brusco impatto con la nuova realtà in cui il nostro eroe entusiasticamente si è voluto inserire, cadono le prime illusioni: addio alle certezze riguardo all’amore e ai sogni di felicità materiale. Paul cade in depressione, gli agi che si può permettere perdono ogni significato e presto li abbandona per trasferirsi in un piccolo appartamento e riprendere a lavorare, è infelice e privo di ogni motivazione. Una sera, anziché adirarsi interiormente con il vicino, un contrabbandiere che è solito dare lunghe feste notturne, affollate e rumorose, Paul decide di partecipare ai bagordi, ovvero passa dall’atteggiamento passivo aggressivo all’azione. L’indomani incontrerà Ngoc Lan Tran, una dissidente politica vietnamita che è stata miniaturizzata contro la propria volontà e durante la fuga ha perso una gamba a causa di un’infezione. All’inizio Paul è preoccupato per l’evidente zoppia di Ngoc e si offre di sistemarle la protesi alla gamba, che però si rompe, nella speranza di rimediare, a Paul non resta che accompagnare l’inarrestabile Ngoc durante le sue attività quotidiane e aiutarla a svolgerle in attesa dell’arrivo di una nuova protesi. È così che Paul scopre l’altra faccia della miniaturizzazione: un mondo di disagiati che vive ai limiti dell’indigenza totale, andando avanti solamente grazie ad una fitta rete di solidarietà di cui Ngoc è parte attiva e integrante. Paul ha così risvegliato la propria vera vocazione, aiutare il prossimo, che in precedenza esercitava in modo più distaccato come medico del lavoro, e la relazione con Ngoc diventa più intima e personale in una sana unione tra la mentalità occidentale del fare e il pragmatismo orientale del non interferire. Ngoc realizza il sogno di incontrare l’inventore della miniaturizzazione, il quale rivela a lei e a Paul che il suo gruppo di scienziati sta organizzando una sorta di arca di Noè: animali e persone miniaturizzate che si rifugeranno nelle profondità della terra per migliaia di anni allo scopo di sfuggire ai cambiamenti climatici che, secondo loro, spazzeranno via l’umanità dalla superficie terrestre. Naturalmente, Paul non resiste a questo secondo canto di sirena dell’ecologia catastrofista e si prepara a partire, anche se né Ngoc né i suoi nuovi amici intendono seguirlo, ma all’ultimo momento cambia idea e ritorna alla sua vita, insieme a Ngoc e si dedica con rinnovato zelo ad alleviare le sofferenze dell’umanità che gli vive accanto. Ha finalmente raggiunto un punto di vista disincantato sulla vita ed è felice.

Non c’è che dire: proprio un bel film, istruttivo, ironico e sapientemente sfuggito alla censura delle idee sempre più onnipervasiva. Se ne potrebbe discutere a lungo, ma gli insegnamenti che si possono trarre dalla visione di Downsizing - Vivere alla grande sono principalmente i seguenti:

  • Diffidare dagli estremismi (mode, ideologie, movimenti…): spesso dietro alla loro apparente bontà nascondono ansie per il futuro e impulsi suicidi nei confronti dell’umanità.

  • Non confondere l’agio con la felicità: essere davvero felici significa realizzare la propria autentica vocazione e non evitare le difficoltà che inevitabilmente si presenteranno.

  • Restare umani, resistendo alle illusorie pretese di un progresso che considera l’umanità come un peso o mera materia di cui disporre. L’umanità salvi se stessa riconoscendosi.

  • Scegliere sempre il bene: il simile attrae il suo simile.

  • Diventare resilienti: conoscere se stessi e gli altri sempre meglio, oltre le apparenze, e adoperarsi affinché si possa dare il meglio di sé con rispetto e consapevolezza.

Il linguaggio, spesso visivo ed emotivo, comunque ricco di messaggi subliminali utilizzato nelle dimensioni di sogno nel sogno (sogni onirici, cinema, televisione, internet…) fa facilmente presa sulla mente contemporanea e talvolta si rivela foriero di contenuti costruttivi, nonostante sia per lo più un magma informe di propaganda-intrattenimento per le masse. Possiamo sfruttare a nostro vantaggio questi lampi di consapevolezza nel cielo buio cupo della matrix per ricordarci della necessità di risvegliarsi nel sogno, per essere nel mondo ma non del mondo. Come uscirne è tutta un’altra storia, ma vi lascio con le sagge parole di Jung: “chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si risveglia”.

Mariavittoria

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LO ZEN QUOTIDIANO

National Geographic

Un celebre motto zen recita: “prima dell’illuminazione, portare l’acqua e spaccare la legna, dopo l’illuminazione, portare l’acqua e spaccare la legna”. La luce interiore è sinonimo di serenità, non comporta necessariamente grandi cambiamenti esteriori. La serenità è il filo conduttore di questo libro fotografico che riporta, mese per mese, frasi ispiranti per aprire la mente, liberarla dai preconcetti e accogliere con pura semplicità la vibrante bellezza della vita che ci anima e ci circonda.

Il miracolo è camminare sul nostro verde pianeta nel momento presente, per poter apprezzare la pace e la bellezza che ci si offrono proprio ora. (Thich Nhat Hanh)”