La realtà non è quello
che ci hanno insegnato.
Siamo disposti ad
accettare questa possibilità?
Paxton Robey
Siamo ancora lontani da
un utilizzo pienamente consapevole delle facoltà umane, fino a quel
momento sarà necessario tenere presente che la mente mente, e
non si tratta di un'eventualità remota, bensì di una costante per
chi non è abituato ad osservarsi attentamente.
Il cervello, infatti, non
distingue tra percezioni “reali” e impressioni indotte da una
varietà enorme di fonti “virtuali” idonee a trasmettere
suggestioni sensoriali (visioni, ricordi, rivelazioni...), come
un'antenna sintonizzata sull'immensità, capta tutto quello che
proviamo e percepiamo. Questa enorme mole di impressioni finisce
immagazzinata, sotto forma di pacchetti di informazioni, in luoghi
per noi inaccessibili consciamente, dai quali, tuttavia, può
riemergere in qualunque momento si ristabilisca la connessione
mnemonica tra ricevente (il cervello) e trasmettitore (fonte
emittente). A queste suggestioni elettromagnetiche, e potremmo dire
“ambientali”, vanno aggiunte, come minimo, quelle di natura
intrinseca e più strettamente ereditarie, contenute nel nostro DNA,
che possiede la memoria dell'intera specie e i potenziali delle sue
evoluzioni genetiche.
Da queste semplici constatazioni di ciò che è rispetto a ciò che appare, conseguono tre
prerequisiti cruciali per vivere in modo consapevole:
- Selezionare scientemente la qualità dei nostri pensieri e delle nostre percezioni (sensoriali e sentimentali) è una prassi di puro buon senso per non sovraccaricare inutilmente di spazzatura quei campi energetici o memorie dai quali poi ci ritornano, più o meno elaborate, le stesse informazioni che abbiamo inviato.
- Essere consapevoli che i nostri ricordi derivano principalmente dalla nostra capacità, spesso inconscia, di accedere ai pacchetti di informazioni contenuti in varie banche dati, che si tratti della nostra memoria genetica o di un campo energetico di altra natura. La mente fa sistematico ricorso a queste memorie per trovare nell'esperienza nostra e di altri soggetti (i nostri avi, ma anche perfetti sconosciuti di ogni dimensione spaziotemporale) risposte ai quesiti e alle situazioni della vita attuale. Nasce così quell'insieme di associazioni di idee che tramutate in azione definiscono degli schemi comportamentali non sempre efficaci e quantomeno ripetitivi.
- Sapere che mentre la mente è sintonizzata su tutto quello che è già stato (ovvero sulle informazioni delle suddette banche dati), l'anima viaggia liberamente nelle potenzialità ancora da realizzarsi. Lo fa in sogno, esplorando lo spazio delle varianti (per utilizzare un termine coniato da Vadim Zeland, di cui conviene oggigiorno conoscere il sistema olistico) ma anche attraverso il dialogo con la coscienza, quando è sufficientemente sveglia da coglierne i segnali.
In definitiva, l'essere
umano si trova all'incrocio tra passato (le percezioni mentali) e
futuro (i progetti dell'anima) e solo vivendo nell'eterno presente
può aspirare a realizzarsi in modo cosciente. È così che cade la
necessità del karma, un sistema autoregolante, basato sulla legge
generica di causa ed effetto, in cui ricade l'individuo soggetto
all'ignoranza dei principi dell'evoluzione e alle emozioni negative
(perché sottraggono energia, all'opposto delle emozioni positive o
meglio potenzianti) come paura e senso di colpa.
Il karma ontologicamente
non esiste, perché di per sé non è necessario per vivere
pienamente e responsabilmente, tuttavia sarebbe un'illusione ritenere
che non esista per tutti, poiché ogni sistema di causa ed effetto ha
una sua logica interna. Se alla luce di tutto ciò che sai, conosci e
sperimenti, pensi di avere ancora bisogno di sentirti in colpa e che
ogni errore vada punito, il karma è pronto a ripagarti con lo stesso
tenore di conseguenze punitive o preventive in linea con le tue
convinzioni ed emozioni autosabotanti.
Se invece puoi davvero
lasciare andare l'idea di errore, inteso come colpa da scontare, e le
impressioni di un passato e di un futuro illusorie, perché comunque
si tratta di dimensioni altre e diverse dall'adesso, letteralmente
non hai tempo per il karma (No Time for Karma), ma solo per vivere il
presente e probabilmente l'unica cosa che vorrai ricordare sono le
regole del gioco della vita. Qualunque sia la tua scelta, ti auguro
di cuore buon viaggio nell'evoluzione della coscienza.
Mariavittoria
Se vuoi familiarizzare
con un'idea evolutiva di karma e iniziare ad uscire dalla trappola
dell'ignoranza in modo spontaneo e gioioso, ti consiglio di leggere
No Time for Karma di Paxton Robey.
la risposta che cercavo : grazie di cuore mariavittoria<3
RispondiEliminaGrazie a te!
EliminaFinalmente!
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