lunedì 7 settembre 2015

Il karma non esiste


La realtà non è quello che ci hanno insegnato.
Siamo disposti ad accettare questa possibilità?
Paxton Robey


Siamo ancora lontani da un utilizzo pienamente consapevole delle facoltà umane, fino a quel momento sarà necessario tenere presente che la mente mente, e non si tratta di un'eventualità remota, bensì di una costante per chi non è abituato ad osservarsi attentamente.


Il cervello, infatti, non distingue tra percezioni “reali” e impressioni indotte da una varietà enorme di fonti “virtuali” idonee a trasmettere suggestioni sensoriali (visioni, ricordi, rivelazioni...), come un'antenna sintonizzata sull'immensità, capta tutto quello che proviamo e percepiamo. Questa enorme mole di impressioni finisce immagazzinata, sotto forma di pacchetti di informazioni, in luoghi per noi inaccessibili consciamente, dai quali, tuttavia, può riemergere in qualunque momento si ristabilisca la connessione mnemonica tra ricevente (il cervello) e trasmettitore (fonte emittente). A queste suggestioni elettromagnetiche, e potremmo dire “ambientali”, vanno aggiunte, come minimo, quelle di natura intrinseca e più strettamente ereditarie, contenute nel nostro DNA, che possiede la memoria dell'intera specie e i potenziali delle sue evoluzioni genetiche.


Da queste semplici constatazioni di ciò che è rispetto a ciò che appare, conseguono tre prerequisiti cruciali per vivere in modo consapevole:
  1. Selezionare scientemente la qualità dei nostri pensieri e delle nostre percezioni (sensoriali e sentimentali) è una prassi di puro buon senso per non sovraccaricare inutilmente di spazzatura quei campi energetici o memorie dai quali poi ci ritornano, più o meno elaborate, le stesse informazioni che abbiamo inviato.
  2. Essere consapevoli che i nostri ricordi derivano principalmente dalla nostra capacità, spesso inconscia, di accedere ai pacchetti di informazioni contenuti in varie banche dati, che si tratti della nostra memoria genetica o di un campo energetico di altra natura. La mente fa sistematico ricorso a queste memorie per trovare nell'esperienza nostra e di altri soggetti (i nostri avi, ma anche perfetti sconosciuti di ogni dimensione spaziotemporale) risposte ai quesiti e alle situazioni della vita attuale. Nasce così quell'insieme di associazioni di idee che tramutate in azione definiscono degli schemi comportamentali non sempre efficaci e quantomeno ripetitivi.
  3. Sapere che mentre la mente è sintonizzata su tutto quello che è già stato (ovvero sulle informazioni delle suddette banche dati), l'anima viaggia liberamente nelle potenzialità ancora da realizzarsi. Lo fa in sogno, esplorando lo spazio delle varianti (per utilizzare un termine coniato da Vadim Zeland, di cui conviene oggigiorno conoscere il sistema olistico) ma anche attraverso il dialogo con la coscienza, quando è sufficientemente sveglia da coglierne i segnali.
In definitiva, l'essere umano si trova all'incrocio tra passato (le percezioni mentali) e futuro (i progetti dell'anima) e solo vivendo nell'eterno presente può aspirare a realizzarsi in modo cosciente. È così che cade la necessità del karma, un sistema autoregolante, basato sulla legge generica di causa ed effetto, in cui ricade l'individuo soggetto all'ignoranza dei principi dell'evoluzione e alle emozioni negative (perché sottraggono energia, all'opposto delle emozioni positive o meglio potenzianti) come paura e senso di colpa.


Il karma ontologicamente non esiste, perché di per sé non è necessario per vivere pienamente e responsabilmente, tuttavia sarebbe un'illusione ritenere che non esista per tutti, poiché ogni sistema di causa ed effetto ha una sua logica interna. Se alla luce di tutto ciò che sai, conosci e sperimenti, pensi di avere ancora bisogno di sentirti in colpa e che ogni errore vada punito, il karma è pronto a ripagarti con lo stesso tenore di conseguenze punitive o preventive in linea con le tue convinzioni ed emozioni autosabotanti.
Se invece puoi davvero lasciare andare l'idea di errore, inteso come colpa da scontare, e le impressioni di un passato e di un futuro illusorie, perché comunque si tratta di dimensioni altre e diverse dall'adesso, letteralmente non hai tempo per il karma (No Time for Karma), ma solo per vivere il presente e probabilmente l'unica cosa che vorrai ricordare sono le regole del gioco della vita. Qualunque sia la tua scelta, ti auguro di cuore buon viaggio nell'evoluzione della coscienza.
Mariavittoria

Se vuoi familiarizzare con un'idea evolutiva di karma e iniziare ad uscire dalla trappola dell'ignoranza in modo spontaneo e gioioso, ti consiglio di leggere No Time for Karma di Paxton Robey. 







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