“La vita è un equilibrio tra il tenere e il lasciare andare. Rumi”
“Hai
mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero? E se da un
sogno così non dovessi più svegliarti, come potresti distinguere il
mondo dei sogni dalla realtà?” sono queste le serafiche parole di
Morfeo durante il suo incontro con Neo nell’ormai classico primo
capitolo della trilogia di Matrix. La domanda rimane di
estrema attualità: in un mondo intessuto di illusioni, come
distinguere la realtà dal sogno? La scienza potrebbe rispondere
facilmente: al sogno mancano alcune sfere percettive, in particolare
quelle afferenti al senso dell’olfatto. L’avete mai notato? I
sogni notturni, per quanto vividi, non hanno odori. Salvo rari casi
di allucinazione olfattiva, dovuti a traumi cranici, infezioni o
malattie, il senso dell’olfatto, per ovvie ragioni di
sopravvivenza, è saldamente collegato alla nostra realtà. La
dimensione onirica non è l’unica sperimentabile in questa realtà
a mancare completamente del senso dell’olfatto: ad essa possiamo
accomunare internet, la televisione, il cinema, tutti esempi di sogno
nel sogno. A ben vedere, più ci si addentra in modo sofisticato
nel sogno dentro al sogno e più si perdono dimensioni del reale:
sfumano le percezioni dei sensi maggiormente ancorati alla
concretezza (nell’ordine: olfatto, gusto, tatto) ma anche la logica
sequenzialità degli avvenimenti, che perde di linearità, mentre la
memoria, priva di nuovi stimoli reali, si avvolge su se stessa, come
mostra il magistrale film Inception.
A proposito di cinema, qualcuno di voi mi ha fatto notare che in un
post precedente (Ridimensionarsi) avevo appena accennato ad un film
particolarmente interessante per la sua attualità. Si tratta di
Downsizing, ironicamente tradotto come Vivere alla grande,
un film che presenta una critica acuta all’ecologismo estremista e
più in generale attraverso il percorso del protagonista,
interpretato da Matt Damon, mette in guardia dal seguire le mode del
momento e da un certo tipo di vita superficiale che rappresenta lo
standard di addormentamento odierno, uno stato pressoché continuo di
sogno nel sogno. Se non volete anticipazioni sulla trama, saltate il
prossimo paragrafo.
Paul Safranek è un terapista occupazionale americano che sogna di
poter offrire una vita più agiata alla moglie, l’occasione si
presenta incontrando una coppia di amici che si sono sottoposti al
procedimento di miniaturizzazione ideato da uno scienziato norvegese
per finalità ecologiste ma rapidamente diventato un enorme polo
d’attrazione (con annesso cospicuo giro d’affari) per tutti
coloro che desiderano vivere agiatamente pur avendo risorse limitate.
In una città miniaturizzata, infatti, i costi vengono abbattuti
dalle ridotte dimensioni di ogni cosa, motivo per cui è possibile
vivere nel lusso disponendo di cifre modeste. Affascinato dall’idea
di ridurre il proprio impatto ambientale e contemporaneamente
realizzare il sogno di una vita agiata per sé e la moglie, Paul
decide di sottoporsi al procedimento. Una volta risvegliatosi, scopre
però che la moglie si è tirata indietro, non intende farsi
miniaturizzare e per giunta vuole il divorzio. È questo il primo
brusco impatto con la nuova realtà in cui il nostro eroe
entusiasticamente si è voluto inserire, cadono le prime illusioni:
addio alle certezze riguardo all’amore e ai sogni di felicità
materiale. Paul cade in depressione, gli agi che si può permettere
perdono ogni significato e presto li abbandona per trasferirsi in un
piccolo appartamento e riprendere a lavorare, è infelice e privo di
ogni motivazione. Una sera, anziché adirarsi interiormente con il
vicino, un contrabbandiere che è solito dare lunghe feste notturne,
affollate e rumorose, Paul decide di partecipare ai bagordi, ovvero
passa dall’atteggiamento passivo aggressivo all’azione.
L’indomani incontrerà Ngoc Lan Tran, una dissidente politica
vietnamita che è stata miniaturizzata contro la propria volontà e
durante la fuga ha perso una gamba a causa di un’infezione.
All’inizio Paul è preoccupato per l’evidente zoppia di Ngoc e si
offre di sistemarle la protesi alla gamba, che però si rompe, nella
speranza di rimediare, a Paul non resta che accompagnare
l’inarrestabile Ngoc durante le sue attività quotidiane e aiutarla
a svolgerle in attesa dell’arrivo di una nuova protesi. È così
che Paul scopre l’altra faccia della miniaturizzazione: un mondo di
disagiati che vive ai limiti dell’indigenza totale, andando avanti
solamente grazie ad una fitta rete di solidarietà di cui Ngoc è
parte attiva e integrante. Paul ha così risvegliato la propria vera
vocazione, aiutare il prossimo, che in precedenza esercitava in modo
più distaccato come medico del lavoro, e la relazione con Ngoc
diventa più intima e personale in una sana unione tra la mentalità
occidentale del fare e il pragmatismo orientale del non interferire.
Ngoc realizza il sogno di incontrare l’inventore della
miniaturizzazione, il quale rivela a lei e a Paul che il suo gruppo
di scienziati sta organizzando una sorta di arca di Noè: animali e
persone miniaturizzate che si rifugeranno nelle profondità della
terra per migliaia di anni allo scopo di sfuggire ai cambiamenti
climatici che, secondo loro, spazzeranno via l’umanità dalla
superficie terrestre. Naturalmente, Paul non resiste a questo secondo
canto di sirena dell’ecologia catastrofista e si prepara a partire,
anche se né Ngoc né i suoi nuovi amici intendono seguirlo, ma
all’ultimo momento cambia idea e ritorna alla sua vita, insieme a
Ngoc e si dedica con rinnovato zelo ad alleviare le sofferenze
dell’umanità che gli vive accanto. Ha finalmente raggiunto un
punto di vista disincantato sulla vita ed è felice.
Non c’è che dire: proprio un bel film, istruttivo, ironico e
sapientemente sfuggito alla censura delle idee sempre più
onnipervasiva. Se ne potrebbe discutere a lungo, ma gli insegnamenti
che si possono trarre dalla visione di Downsizing - Vivere alla
grande sono principalmente i seguenti:
Diffidare dagli estremismi (mode, ideologie, movimenti…): spesso
dietro alla loro apparente bontà nascondono ansie per il futuro e
impulsi suicidi nei confronti dell’umanità.
Non confondere l’agio con la felicità: essere davvero felici
significa realizzare la propria autentica vocazione e non evitare le
difficoltà che inevitabilmente si presenteranno.
Restare umani, resistendo alle illusorie pretese di un progresso che
considera l’umanità come un peso o mera materia di cui disporre.
L’umanità salvi se stessa riconoscendosi.
Scegliere sempre il bene: il simile attrae il suo simile.
Diventare resilienti: conoscere se stessi e gli altri sempre meglio,
oltre le apparenze, e adoperarsi affinché si possa dare il meglio
di sé con rispetto e consapevolezza.
Il linguaggio, spesso visivo ed emotivo, comunque ricco di messaggi
subliminali utilizzato nelle dimensioni di sogno nel sogno (sogni
onirici, cinema, televisione, internet…) fa facilmente presa sulla
mente contemporanea e talvolta si rivela foriero di contenuti
costruttivi, nonostante sia per lo più un magma informe di
propaganda-intrattenimento per le masse. Possiamo sfruttare a nostro
vantaggio questi lampi di consapevolezza nel cielo buio cupo della
matrix per ricordarci della necessità di risvegliarsi nel
sogno, per essere nel mondo ma non del mondo. Come
uscirne è tutta un’altra storia, ma vi lascio con le sagge parole
di Jung: “chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si risveglia”.
Mariavittoria
LEGGERE PER CRESCERE E MEDITARE
LO ZEN QUOTIDIANO
National Geographic
Un celebre motto zen recita: “prima dell’illuminazione, portare
l’acqua e spaccare la legna, dopo l’illuminazione, portare
l’acqua e spaccare la legna”. La luce interiore è sinonimo di
serenità, non comporta necessariamente grandi cambiamenti esteriori.
La serenità è il filo conduttore di questo libro fotografico che
riporta, mese per mese, frasi ispiranti per aprire la mente,
liberarla dai preconcetti e accogliere con pura semplicità la
vibrante bellezza della vita che ci anima e ci circonda.
“Il
miracolo è camminare sul nostro verde pianeta nel momento presente,
per poter apprezzare la pace e la bellezza che ci si offrono proprio
ora. (Thich Nhat Hanh)”