lunedì 16 settembre 2013

La legge delle ottave


Poiché a chi ha, sarà dato e sarà nell’abbondanza;
ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha.
Mt 13, 12

Nel mio post precedente ho fornito una sintesi della definizione di psichico secondo la gnosi, ma sia chiaro che con questo termine ci si riferisce agli stessi individui che in altri insegnamenti vengono chiamati monaci guerrieri, cercatori sul sentiero o viandanti. Ciò che questa parte di umanità, nel cui novero probabilmente rientriamo anche io e te, cerca è una maggiore consapevolezza di sé, il risveglio della coscienza, la grazia divina e l’illuminazione eterna che immancabilmente passano attraverso l’apertura del Cuore.
Naturalmente, in questo discorso il Cuore è da intendersi come centro energetico che regola le funzioni sottili ed è sede della scintilla divina, una parte di Assoluto che dimora in noi ma di cui solo raramente, o magari saltuariamente, ci accorgiamo. Come il motore in una macchina, è il Cuore a generare la forza propulsiva necessaria per salire di ottava: un centro del Cuore aperto irradia una grande energia che ci orienta verso l’evoluzione; inoltre, rendendo sempre più acuta e capace la nostra consapevolezza, esso genera ulteriore energia disponibile per l’ascesa. 


Al contrario, se il centro del Cuore rimane chiuso o debole, non solo non siamo in grado di produrre energia sufficiente per evolvere, ma restiamo soggetti alle fluttuazioni della disponibilità energetica del nostro apparato psicofisico, che a fasi alterne sarà più o meno capace di far fronte alle situazioni, con conseguenti sbalzi di umore e disagi totalmente dipendenti dalle circostanze esterne, dalle cosiddette “avversità” della vita. Stando alla legge dell’entropia, per di più, in questa situazione di inerzia non solo non abbiamo energia da orientare verso l’evoluzione, ma tendiamo a scendere in termini di consapevolezza verso le dimensioni inferiori o infere. Trovarsi in una fase di spirale discendente, nella quale avviene un movimento lungo un’ottava ma in senso involutivo, è precisamente una condizione in cui “piove sempre sul bagnato”, mentre fare uno sforzo consapevole per invertire la tendenza produce nuova energia della coscienza in grado di rilanciarci verso l’alto. 


È da intendere in questo senso la tanto dibattuta frase del vangelo di Matteo che ho scelto come epigrafe: chi investe il talento, cioè le proprie energie, riceverà in abbondanza, ma chi stagna nell’inerzia non farà che cadere sempre più in basso, perdendo anche quel poco di potenziale che si era ritrovato ad avere ma che non ha saputo o voluto utilizzare e valorizzare.
Mariavittoria

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