13° passo del percorso di orientamento metafisico
Così tra questa immensità
s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare.
L'infinito, G. Leopardi
Nel nostro percorso
insieme siamo infine giunti al tredicesimo passo che, come indica il
corrispondente Arcano Maggiore dei Tarocchi (La Morte), sancisce una
fase di profondo cambiamento: è il momento di compiere la radicale
trasmutazione del passato e concepire una nuova espressione di sé
già gravida del proprio futuro avvenire.
La metamorfosi è una
fase molto delicata dell'esistenza di ogni essere vivente, un
delicato equilibrio tra tempo e spazio regola il bioritmo del goffo
bruco che nell'antro oscuro del bozzolo muore a se stesso per
riemergere alla luce come leggiadra creatura alata. Si tratta di un procedimento innato, interamente affidato all'intelligenza della natura.
Affidarsi non significa arrendersi, al contrario, è il pieno riconoscimento della saggezza intrinseca della vita che trionfa sull'illusione mentale del controllo. È il momento di grazia in cui il vuoto si colma di senso e trabocca d'energia rigenerante. Per non smarrirsi nella catarsi della crisi propedeutica alla rinascita, è necessario ricorrere alla massima centratura interiore e appellarsi alla guida dell'intelligenza che sottende all'ordine nell'universo: la coscienza cosmica.
Innanzitutto, sciogliamo le tensioni corporee e lasciamo andare ogni fardello emotivo, assicurandoci che l'energia scorra liberamente, con una sequenza yoga mirata di rilascio che inizia con un esercizio di shaking vigoroso:
In secondo luogo, riflettiamo insieme sull'immobilità quale espressione di assoluta essenzialità più che mai indispensabile al giorno d'oggi per non lasciarsi prendere dal vortice dell'apparenza. Inoltre, in questo prezioso video, (dal minuto 8:00) Selene C. Williams suggerisce un semplice esercizio mirato allo sviluppo sano del potere mistico e rivelatore dell'immobilità, intesa come condotta suprema.
MEDITAZIONE DELLA COSCIENZA COSMICA
Abbandonare ogni attaccamento. Affidarsi all'ignoto. Lasciarsi andare nella fede assoluta dell'eterno presente. Non ci sono parole per descrivere l'unione con il tutto ordinato sin nel cuore dell'eternità. Rimane soltanto l'esperienza dell'infinito, accessibile a chiunque voglia perseverare serenamente, “sedendo e mirando”, come scrisse memorabilmente il sommo poeta recanatese.
Non ti nascondo che durante la stagione estiva anche io ho meditato deliziosamente persa nell'immensità tra cielo e terra, seduta davanti a una siepe “che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude”, ma nell'ultima parte di questo grigio inverno ti invito a praticare una meditazione zen nuda e cruda, perché è nell'essenzialità più assoluta, priva di appigli mentali e di orpelli fisici, finanche scevra di elementi paesaggistici, che possiamo cogliere appieno la lezione del vuoto, la massima espressione di ciò che siamo veramente.
Ti occorrerà almeno un'ora indisturbata in una stanza priva di inquinamento (stacca ogni apparecchio elettrico, arieggia bene il locale per dieci minuti e se vuoi accendi un incenso o una candela profumata) e una parete bianca su cui fissare l'attenzione.
Posizionati a circa un metro di distanza dalla parete incolore, in un punto distante da qualsiasi presa o apparecchio elettrico, e siediti nella posizione meditativa che preferisci.
Assumi una postura nobile e dignitosa, con la schiena diritta, le braccia rilassate e le mani posate in grembo.
Chiudi gli occhi e concentrati sul ritmo naturale del tuo respiro, seguendo il flusso d'aria che entra e esce dal tuo corpo. Rilassa la muscolatura e lascia andare ogni pensiero.
Apri gli occhi e fissa un punto davanti a te, utilizza la vista periferica per mantenere lo sguardo in uno stato di rilassamento concentrato pari a quello del resto del tuo corpo e lascia scorrere i pensieri.
Osserva il flusso degli eventi interiori: pensieri, emozioni e sensazioni che ti attraversano liberamente. Respira e lascia andare.
Sempre mantenendo lo sguardo fisso sullo stesso punto, porta consapevolezza agli avvenimenti esteriori: suoni, odori, ombre, colori e quant'altro cattura la percezione dei tuoi sensi. Respira e lascia andare.
Ad un certo punto, emergeranno sensazioni, interiori o esteriori, di fastidio o persino di dolore. Continua a respirare e lascia andare.
Puoi continuare questa meditazione indefinitamente, al termine, ricordati di sorridere e di ringraziare.
In verità, non c'è uno scopo personale nella vera meditazione, ma i meriti acquisiti dalla piccola coscienza che si fonde con la grande coscienza cosmica sono innumerevoli e possono essere offerti a beneficio dello sviluppo consapevole di tutti gli esseri viventi. Ti consiglio di lasciarli andare, come ultimo e definitivo gesto di resa all'intelligenza dell'universo.
L'animale guida di questo passo è, infatti, la tartaruga, Maestro di Temperanza, che nell'accettazione incondizionata del lento e inesorabile svolgersi del tempo cosmico abbandona ogni illusione di controllo, confidando nella misteriosa intelligenza intrinseca nell'esistenza.
Per questo, in base ad alcune antiche cosmogonie, la tartaruga regge sul proprio carapace il destino del mondo; ai fini del lavoro interiore è sufficiente che tu sia in grado di sostenere il peso della tua anima, ed è un fardello piacevole da veicolare, una volta abbandonate le inutili zavorre della mente insolente e bugiarda.
Mariavittoria
LA SESTA STELLA
La consapevolezza come forza del cambiamento sociale e personale
Un libro di esercizi immaginali per aprirsi all'avvenire con consapevolezza e abbracciare il cambiamento ad ogni livello dell'esistenza.
“Consapevolezza e inclusione sono le due parole chiave del cambiamento. La trasformazione dell'immagine dell'Io è il catalizzatore alla base della vera crescita economica e sociale. Siamo maturi oggi a livello di popolo per compiere questa operazione, tutto converge verso questo cambiamento: le condizioni della natura e del femminile, le condizioni delle principali religioni confessionali e delle moderne religioni salvifiche (economia, terapia), delle ideologie e dei sistemi, aprono la strada alla trasformazione, perché la crisi è sempre una spinta a crescere. Io credo che coloro che riescono a lavorare su di sé al fine di maturare la loro immagine dell'Io possono essere i protagonisti di questa epoca di rapidi cambiamenti ed essere vincenti in tutti campi della loro vita.”
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