La mente e il mondo
sorgono insieme.
Ciò che viene generato non è “il mondo”, ma “un mondo”
Ciò che viene generato non è “il mondo”, ma “un mondo”
dipendente dalla
struttura dell'organismo.
Francisco Varela
Importanza personale: l’idea di IO
e MIO
Nel post Meditazione, un addestramento alla libertà abbiamo visto che la meditazione può essere
utile per familiarizzare con i moti dell'anima che possono portarci a
vedere il mondo in modo più positivo: è proprio come sintonizzare
una radio su una frequenza differente rispetto a quella che siamo
soliti sorbirci ogni giorno.
In condizioni normali la nostra radio è
abituata da sempre a mandare in onda il giudizio verso ogni fenomeno
o persona che non ci piace e la lamentela continua per ogni minima
cosa che ci sembra non andare nel verso giusto nella nostra vita. È
una radio sintonizzata sul nostro ego, o meglio come dice Castaneda
«sull’importanza personale», un’abitudine che ci porta a
mettere noi stessi al centro dell'universo e a relazionarci con ogni
fenomeno esterno in base alla nostra idea di IO e di MIO. Di
conseguenza, proveremo attrazione per tutto ciò che consideriamo
parte della dimensione IO-MIO e verso tutto ciò che fa bene ad essa,
mentre proveremo avversione nei confronti di tutto ciò che secondo
la nostra interpretazione fa male a questa entità immaginaria che è
appunto l'IO-MIO.
Il risultato è che più la dimensione
di ciò che consideriamo far parte dell’IO-MIO si allarga, più
abbiamo bisogno di controllare, di proteggere di conservare, di
allontanare. Ovviamente a seguito di questo atteggiamento duale
(yin-yang) avremo più paura di perdere, di essere offesi, di
soffrire. In poche parole più gonfiamo la nostra importanza
personale più soffriamo, anche se forse nella nostra vita siamo
stati abituati a pensare il contrario da una società che ci spinge a
possedere di più e a dare molta importanza a quello che il mondo
pensa di noi.
In questo e nel prossimo articolo
voglio provare a introdurre due concetti, con i quali ci troveremo
più volte ad avere a che fare, che possono portare la nostra radio a
cambiare frequenza e a indebolire le catene e i vincoli
dell'importanza personale.
Corretta Visione e Mente del Risveglio
I due concetti che desidero introdurre
sono la Corretta Visione e la Mente del Risveglio, due pilastri da
considerare insieme, poiché uno da forza e senso all'altro. Essi si
ritrovano in moltissime tradizioni con nomi diversi:
la Corretta Visione viene chiamata
anche Vacuità, Shunyata, Saggezza, Volontà;
la Mente del Risveglio è ciò che si
ritrova anche come Bodhicitta, Metodo, Amore, Compassione,
Metta, Apertura del Cuore.
In alcune tradizioni il nome
rappresenta il risultato che vogliamo ottenere, mentre in altre viene
evidenziato maggiormente il percorso per ottenerlo.
Come potete immaginare, si tratta di
argomenti molto complessi da spiegare. Potremmo partire dall'aspetto
filosofico oppure da tutte le pratiche che si possono compiere per
giungere ad assaggiarne il senso.
Oggi inizierò con il darne una
definizione il più semplice e comprensibile possibile, ognuno di noi
potrà accorgersi che questi concetti possono adattarsi a molti
livelli di comprensione, dai più grossolani, applicabili mentre
siamo sui mezzi pubblici o mentre guidiamo, ai più sottili che
possono accompagnarci nelle “zone rarefatte del pensiero”.
Iniziamo col prendere in considerazione
la Corretta Visione partendo dal suo opposto:
la castanediana «importanza personale»
nasce da un concetto che nel buddismo è chiamato erronea visione
di se stessi. Questo significa che abbiamo la tendenza a credere
in un IO che esiste di per sé, che non è dipendente da null’altro.
L'IO è lì, è un fatto, è così e basta. Raramente ci chiediamo
cosa sia questo IO, se per caso non sia solo un concetto e cosa
rappresenti per noi, cosa sia invece “non io” e per quale motivo.
Raramente ci chiediamo “Chi sono io?”, domanda che Ramana
Maharshi consiglia come unica meditazione.
Un mondo di etichette
In pratica pensiamo che l'idea che ci
siamo fatti di noi stessi coincida con noi stessi. Crediamo che IO
non dipenda da cause e condizioni che lo hanno forgiato nel passato e
che lo formano nel presente, dalle migliaia di parti e sfaccettature
che lo compongono, e soprattutto non abbiamo la minima idea del fatto
che l'entità IO possa dipendere dal suo osservatore.
Lo stesso errore lo compiamo osservando
e relazionandoci con ogni fenomeno del mondo generando quella che
viene chiamata erronea visione dei fenomeni: viviamo cioè,
come se gli oggetti e le persone esistessero di per sé, così come
li vediamo noi in un fantomatico mondo esterno, ma in verità sia
l’IO che il mondo esterno sono un’interpretazione della nostra
mente, del nostro sistema nervoso, della nostra esperienza.
Non vediamo la realtà, bensì un
insieme di etichette che appiccichiamo su ogni cosa, separandola dal
resto. Ogni etichetta è la conseguenza del modo di vedere che
abbiamo maturato nel corso della vita.
Per accorgervi di questo semplice dato
di fatto vi propongo un esempio molto semplificato: una chiave per
noi è una chiave e ci sembra di non avere dubbi in proposito ma il
modo di vedere questo oggetto per noi di uso comune sarà
notevolmente diverso da parte di un uomo che per tutta la vita ha
vissuto nella foresta in una capanna dove non esistono porte né
tanto meno chiavi. forse potrà vedere la chiave come un gioiello da
appendere al collo, usarla come un attrezzo da scultura o per
qualsiasi altra funzione gli suggerisca il suo buon senso.
La cognizione non è una
rappresentazione di un mondo
che esiste indipendentemente,
che esiste indipendentemente,
ma è continua
“generazione di un mondo”
Francisco Varela
Francisco Varela
Come si può vedere, il concetto è
semplicissimo, ma il problema nel metterlo in pratica è che noi non
viviamo con la consapevolezza che il mondo sia una nostra proiezione,
diamo semplicemente per scontato che il mondo che vediamo là fuori
sia IL MONDO, il vero mondo.
Tuttavia, al nostro livello di
coscienza IL MONDO non esiste, ne esiste solo un’immagine, la
nostra interpretazione.
La verità è che non esiste una verità,
la verità è l'insieme di tutte le verità individuali.
Lama Gangchen Rimpoche
La conseguenza di iniziare a
comprendere questo nuovo modo di pensare innesca lo sgretolarsi dei
nostri preconcetti, che vengono finalmente riconosciuti come nostre
cristallizzazioni di qualcosa che in realtà può essere visto in
molti altri modi diversi. Tutto questo provoca il graduale
dissolversi della prigione psichica che ci siamo costruiti da soli e
di conseguenza un senso di libertà, di pace e di unione. Abbiamo
finalmente la possibilità di vedere e andare oltre.
Per riassumere il concetto in una
semplice definizione possiamo dire che la Corretta Visione è il
realizzare che il nostro io e tutti i fenomeni sono privi (vuoti) di
una realtà indipendente dalla nostra interpretazione, essi dipendono
dall'etichetta che ci incolliamo sopra. Di conseguenza, se impariamo
a cambiare etichette cambieremo il mondo. I termini Vuoto, Vacuità e
Shunyata intendono proprio la realizzazione di questa
comprensione, per questo motivo a volte si pone enfasi su frasi come
“La vera natura dei fenomeni è il vuoto” oppure “la forma è
vuoto”.
Come viene spesso evidenziato, non
basta capire un concetto razionalmente per riuscire a portarne la
realizzazione nella nostra vita di ogni giorno, ma in questo ci aiuta
la meditazione che, portandoci a un livello più sottile, permette di
trasferire le conoscenze dalla mente al cuore.
Stefano
"Tutto quello che possiamo fare è essere noi stessi, e nessuno può aiutarci in questo. Qualcuno può insegnarti a sciare o a riparare il motore di una macchina, ma non può insegnarti niente di così importante."
Vi interessano questi argomenti?
Potete trovare altri utili esercizi nel mio e-book gratuito
Potete trovare altri utili esercizi nel mio e-book gratuito
ABBANDONA LE ILLUSIONI
"Tutto quello che possiamo fare è essere noi stessi, e nessuno può aiutarci in questo. Qualcuno può insegnarti a sciare o a riparare il motore di una macchina, ma non può insegnarti niente di così importante."
Nessun commento:
Posta un commento