lunedì 1 luglio 2013

Sintonizzare la radio interiore: la Corretta Visione



La mente e il mondo sorgono insieme.
Ciò che viene generato non è “il mondo”, ma “un mondo”
dipendente dalla struttura dell'organismo.
Francisco Varela


Importanza personale: l’idea di IO e MIO

Nel post Meditazione, un addestramento alla libertà abbiamo visto che la meditazione può essere utile per familiarizzare con i moti dell'anima che possono portarci a vedere il mondo in modo più positivo: è proprio come sintonizzare una radio su una frequenza differente rispetto a quella che siamo soliti sorbirci ogni giorno.

Perle nel tempo progetto vajra radio interiore
In condizioni normali la nostra radio è abituata da sempre a mandare in onda il giudizio verso ogni fenomeno o persona che non ci piace e la lamentela continua per ogni minima cosa che ci sembra non andare nel verso giusto nella nostra vita. È una radio sintonizzata sul nostro ego, o meglio come dice Castaneda «sull’importanza personale», un’abitudine che ci porta a mettere noi stessi al centro dell'universo e a relazionarci con ogni fenomeno esterno in base alla nostra idea di IO e di MIO. Di conseguenza, proveremo attrazione per tutto ciò che consideriamo parte della dimensione IO-MIO e verso tutto ciò che fa bene ad essa, mentre proveremo avversione nei confronti di tutto ciò che secondo la nostra interpretazione fa male a questa entità immaginaria che è appunto l'IO-MIO.
Il risultato è che più la dimensione di ciò che consideriamo far parte dell’IO-MIO si allarga, più abbiamo bisogno di controllare, di proteggere di conservare, di allontanare. Ovviamente a seguito di questo atteggiamento duale (yin-yang) avremo più paura di perdere, di essere offesi, di soffrire. In poche parole più gonfiamo la nostra importanza personale più soffriamo, anche se forse nella nostra vita siamo stati abituati a pensare il contrario da una società che ci spinge a possedere di più e a dare molta importanza a quello che il mondo pensa di noi.
In questo e nel prossimo articolo voglio provare a introdurre due concetti, con i quali ci troveremo più volte ad avere a che fare, che possono portare la nostra radio a cambiare frequenza e a indebolire le catene e i vincoli dell'importanza personale.


Corretta Visione e Mente del Risveglio
I due concetti che desidero introdurre sono la Corretta Visione e la Mente del Risveglio, due pilastri da considerare insieme, poiché uno da forza e senso all'altro. Essi si ritrovano in moltissime tradizioni con nomi diversi:
la Corretta Visione viene chiamata anche Vacuità, Shunyata, Saggezza, Volontà;
la Mente del Risveglio è ciò che si ritrova anche come Bodhicitta, Metodo, Amore, Compassione, Metta, Apertura del Cuore.
In alcune tradizioni il nome rappresenta il risultato che vogliamo ottenere, mentre in altre viene evidenziato maggiormente il percorso per ottenerlo.

Come potete immaginare, si tratta di argomenti molto complessi da spiegare. Potremmo partire dall'aspetto filosofico oppure da tutte le pratiche che si possono compiere per giungere ad assaggiarne il senso.
Oggi inizierò con il darne una definizione il più semplice e comprensibile possibile, ognuno di noi potrà accorgersi che questi concetti possono adattarsi a molti livelli di comprensione, dai più grossolani, applicabili mentre siamo sui mezzi pubblici o mentre guidiamo, ai più sottili che possono accompagnarci nelle “zone rarefatte del pensiero”.

Iniziamo col prendere in considerazione la Corretta Visione partendo dal suo opposto:
la castanediana «importanza personale» nasce da un concetto che nel buddismo è chiamato erronea visione di se stessi. Questo significa che abbiamo la tendenza a credere in un IO che esiste di per sé, che non è dipendente da null’altro. L'IO è lì, è un fatto, è così e basta. Raramente ci chiediamo cosa sia questo IO, se per caso non sia solo un concetto e cosa rappresenti per noi, cosa sia invece “non io” e per quale motivo. Raramente ci chiediamo “Chi sono io?”, domanda che Ramana Maharshi consiglia come unica meditazione.


Un mondo di etichette
In pratica pensiamo che l'idea che ci siamo fatti di noi stessi coincida con noi stessi. Crediamo che IO non dipenda da cause e condizioni che lo hanno forgiato nel passato e che lo formano nel presente, dalle migliaia di parti e sfaccettature che lo compongono, e soprattutto non abbiamo la minima idea del fatto che l'entità IO possa dipendere dal suo osservatore.
Lo stesso errore lo compiamo osservando e relazionandoci con ogni fenomeno del mondo generando quella che viene chiamata erronea visione dei fenomeni: viviamo cioè, come se gli oggetti e le persone esistessero di per sé, così come li vediamo noi in un fantomatico mondo esterno, ma in verità sia l’IO che il mondo esterno sono un’interpretazione della nostra mente, del nostro sistema nervoso, della nostra esperienza.
Non vediamo la realtà, bensì un insieme di etichette che appiccichiamo su ogni cosa, separandola dal resto. Ogni etichetta è la conseguenza del modo di vedere che abbiamo maturato nel corso della vita.

progetto vajra perle nel tempo corretta visione chiavi
Per accorgervi di questo semplice dato di fatto vi propongo un esempio molto semplificato: una chiave per noi è una chiave e ci sembra di non avere dubbi in proposito ma il modo di vedere questo oggetto per noi di uso comune sarà notevolmente diverso da parte di un uomo che per tutta la vita ha vissuto nella foresta in una capanna dove non esistono porte né tanto meno chiavi. forse potrà vedere la chiave come un gioiello da appendere al collo, usarla come un attrezzo da scultura o per qualsiasi altra funzione gli suggerisca il suo buon senso.


La cognizione non è una rappresentazione di un mondo
che esiste indipendentemente,
ma è continua “generazione di un mondo”
Francisco Varela

Come si può vedere, il concetto è semplicissimo, ma il problema nel metterlo in pratica è che noi non viviamo con la consapevolezza che il mondo sia una nostra proiezione, diamo semplicemente per scontato che il mondo che vediamo là fuori sia IL MONDO, il vero mondo.
Tuttavia, al nostro livello di coscienza IL MONDO non esiste, ne esiste solo un’immagine, la nostra interpretazione.

La verità è che non esiste una verità, 
la verità è l'insieme di tutte le verità individuali.
Lama Gangchen Rimpoche


La conseguenza di iniziare a comprendere questo nuovo modo di pensare innesca lo sgretolarsi dei nostri preconcetti, che vengono finalmente riconosciuti come nostre cristallizzazioni di qualcosa che in realtà può essere visto in molti altri modi diversi. Tutto questo provoca il graduale dissolversi della prigione psichica che ci siamo costruiti da soli e di conseguenza un senso di libertà, di pace e di unione. Abbiamo finalmente la possibilità di vedere e andare oltre.

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Per riassumere il concetto in una semplice definizione possiamo dire che la Corretta Visione è il realizzare che il nostro io e tutti i fenomeni sono privi (vuoti) di una realtà indipendente dalla nostra interpretazione, essi dipendono dall'etichetta che ci incolliamo sopra. Di conseguenza, se impariamo a cambiare etichette cambieremo il mondo. I termini Vuoto, Vacuità e Shunyata intendono proprio la realizzazione di questa comprensione, per questo motivo a volte si pone enfasi su frasi come “La vera natura dei fenomeni è il vuoto” oppure “la forma è vuoto”.
Come viene spesso evidenziato, non basta capire un concetto razionalmente per riuscire a portarne la realizzazione nella nostra vita di ogni giorno, ma in questo ci aiuta la meditazione che, portandoci a un livello più sottile, permette di trasferire le conoscenze dalla mente al cuore.

Stefano

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ABBANDONA LE ILLUSIONI

"Tutto quello che possiamo fare è essere noi stessi, e nessuno può aiutarci in questo. Qualcuno può insegnarti a sciare o a riparare il motore di una macchina, ma non può insegnarti niente di così importante."



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