lunedì 24 giugno 2013

La duplice triade della realizzazione


Potete trovare tutto nell’universo: 
il cielo, la terra, persino l’inferno.
Omraam Mikhaël Aïvanhov 

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C’era una volta un’aquila, una talpa e un pesce che decisero di mettersi in società per trasportare un pesante fardello. L’aquila pensò che il miglior modo per spostare un peso fosse quello di utilizzare la forza delle sue ali e quindi cercò di librarsi verso il cielo. La talpa la pensava diversamente e tentò di procedere attraverso una galleria che le sue zampe avevano testè scavato. Il pesce infine riteneva che fosse l’acqua l’elemento ideale attraverso il quale il fardello avrebbe potuto essere trasportato. Il risultato finale di tutti questi sforzi fu che il peso rimase fermo al suo posto. Forze contrastanti che agiscono in direzioni diverse si annullano vicendevolmente.
Che cosa può insegnarci questo breve racconto?
Innanzitutto ci suggerisce che per raggiungere tanto un piccolo obbiettivo quanto un alto ideale occorre che vi sia coordinazione ed unità di intenti. Quello che vale nella vita sul piano materiale, può essere esteso con profitto anche all’ambito spirituale. Ecco allora che la tripartizione degli animali presente nella storia sottende ad una duplice triade.  
In primis possiamo individuare un primo nucleo costituito da pensieri, sentimenti ed azioni che devono fondersi armoniosamente e sostenersi reciprocamente affinchè l’uomo proceda e non rimanga fermo sul sentiero. Da questo crogiolo alchemico emerge la consapevolezza data dall’interdipendenza e non dall’indipendenza di questi fattori che armoniosamente fanno spostare il fardello.
Il secondo nucleo è composto dalla triade volontà, intelligenza e amore. Il rischio è quello di prendere una direzione univoca e sviluppare una sola qualità a detrimento delle altre. Ne deriva un disequilibrio davvero pericoloso. Proviamo a pensare a che cosa può portare l’uso indiscriminato e reiterato della volontà senza né il discernimento della saggezza, né il calore dell’amore. Concentrarsi solo sulla conoscenza comporta lo sviluppo di un’erudizione e di un apparato intellettivo che, senza l’apporto delle altre due qualità, risulta inevitabilmente sterile e di nessun aiuto sul cammino spirituale. Infine, pensare che l’amore, senza alcuna direzione e privo dell’approfondita comprensione delle leggi che governano l’universo, possa salvarci, è un’utopia dannosa e fuorviante. L’equilibrio, l’integrazione, l’armonia, qualità che già di per sé rappresentano vibrazioni poste almeno un paio di ottave più in alto rispetto al nostro comune procedere, sono la chiave per sviluppare coerentemente i principi fondamentali che tendono in direzioni apparentemente contrapposte.

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In cammino

Nella vasta selva di pensieri elaborati dal nostro intelletto, la saggezza ci può aiutare a selezionare gli spunti migliori. Se vogliamo che essi si traducano in azioni, dobbiamo esercitare una ponderata forza di volontà, che ci consenta di convogliarli dal piano delle possibilità fino a quello della realizzazione. A questo punto possiamo rivestire l’azione di sentimento, utilizzando l’amore come propellente affinchè possa manifestarsi pienamente nel mondo.
Il primo passo verso il risveglio sta dunque nel riuscire a comprendere e padroneggiare le qualità divine che siamo chiamati a sviluppare. La triade prioritaria è costituita da volontà, saggezza e amore, Padre, Figlio e Spirito Santo e da qui possiamo partire, un passo alla volta, con pazienza e perseveranza, lungo il cammino della realizzazione. 

Fabrizio

OFFICINA ALKEMICA

"L’innamoramento, la ricchezza, la potenza, la sicurezza… sono qualità che possono essere sviluppate attraverso un percorso alchemico, evitando così di continuare a elemosinarle da persone e circostanze esterne a noi. Come conseguenza, la realtà che ci circonda non potrà che riflettere i nostri mutamenti interiori. Qui sta la vera chiave per il cambiamento del mondo."







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