lunedì 12 maggio 2014

Spunti di meditazione

Se la tradizione riflette la conoscenza,
la spiritualità vive nella pratica.


Stavo meditando – precisamente lavando i piatti - quando sono affiorate alla mia coscienza le parole che ho scelto come citazione per questo post. Più che a me, credo appartengano all'umanità, perché racchiudono verità trasversali interessanti, che ci rendono consapevoli della dimensione in cui si manifesta l'insegnamento autentico: la vita quotidiana.


L'unico insegnamento effettivo, nell'universo dell'azione, è l'esempio, e anche dal punto di vista della dimensione temporale ci troviamo in un periodo nel quale questo principio cosmico risulterà sempre più chiaro. L'energia sulla Terra si sta elevando: più aumenta la luce, più le ombre diventano evidenti. Per non reagire meccanicamente alle sollecitazioni esterne, ormai sempre più numerose, frequenti e complesse rappresentazioni di una realtà sottile in piena trasmutazione, e poter cogliere l'opportunità in ogni situazione, è necessario mantenere la propria centratura, la consapevolezza del qui ed ora e la connessione con l'essere divino e imperturbabile di cui siamo parte e veicolo di conoscenza. In questo basilare lavoro su di sé la meditazione sicuramente è di grande aiuto, perché tra i suoi molti benefici offre la quiete della mente e l'accesso alla fonte della pace interiore.


Meditazione significa essenzialmente consapevolezza, la capacità di riconoscere ciò che è e di osservarlo semplicemente così com'è, ed è a questa azione nella non azione che occorre dedicarsi per lasciare spazio all'evoluzione. Più meditiamo, più aiutiamo noi stessi e l'intero pianeta. A volte però, anche quando abbiamo intenzione di fare bene, è il piccolo io ad avere la meglio, trascinandoci in una spirale discendente di comportamenti solo all'apparenza consapevoli. Non è affatto raro che i cercatori in cammino incorrano in simili deviazioni di percorso e abbiamo già riflettuto sulle convinzioni fuorvianti dell'ego spirituale. Oggi però intendo ribadire un concetto fondamentale, parafrasando la riflessione di Andrea Panatta apparsa su un vecchio numero di OltreConfine: se dopo aver meditato tre ore sul vuoto, al primo screzio con il partner dai di matto e magari ti convinci anche di avere un buon motivo per essere fuori di te, c'è un problema e certamente non ha a che fare con l'altra persona o con la situazione, bensì con il tuo approccio disfunzionale alla meditazione. Come tutte le discipline spirituali, che si chiamano pratiche proprio perché la loro componente essenziale sta nell'esperienza e non nella teoria dell'illuminazione, la meditazione migliora il rapporto con te stesso e con la realtà qui ed ora. Dunque, se a seguito della pratica torni immancabilmente a dare il peggio di te, non è perché la meditazione non funziona; molto probabilmente è quel particolare esercizio ad essere inadatto per te in questo momento.


La meditazione funziona sempre: se il metodo che utilizziamo non apporta benefici, evidentemente esso non è commisurato alla nostra condizione presente ed è opportuno scegliere più sensatamente. Per sapersi orientare bisogna imparare ad ascoltarsi e ad essere sinceri con se stessi nel riconoscere sia le proprie aspirazioni sia i propri limiti attuali. È possibile che trascorrere ore nella posizione del loto costituisca uno sforzo insensato per un occidentale; è altrettanto possibile che perfino gli esercizi di meditazione a scopo divulgativo, ormai diffusissimi e strutturati in base al livello del praticante, non siano adatti ad ogni contemporaneo, specialmente se non si può avvalere di una guida esperta, perché certo Nessun uomo è un Maestro ma anche su questo pianeta la disciplina e la tradizione vengono impartiti dai buoni insegnanti solo ad allievi pronti a riceverle. Comunque anche questo non è un problema. Per raggiungere uno stato meditativo non è affatto necessario meditare, almeno non nel senso tradizionale del termine. Abbiamo già descritto il modo in cui fare ordine, ad esempio in casa, possa costituire un'ottima meditazione, ma esistono molti altre attività adatte ad esercitare la pratica di uno stato meditativo. Cercherò di portarne alla tua attenzione alcune che nella mia esperienza si sono dimostrate veramente potenti e utili, nel frattempo ti invito a osservare attentamente la tua quotidianità: quali mansioni ti immergono spontaneamente in uno stato meditativo? Qualunque esse siano, sicuramente rappresentano un ottimo spunto grazie al quale approfondire il cammino della consapevolezza.

Mariavittoria




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