lunedì 9 dicembre 2013

Occhi al cielo

Se vuoi nascondere qualcosa,
mettilo bene in mostra.
E.A. Poe

Il più grande segreto è che non ci sono segreti: il cielo si mostra agli occhi di tutti, ma per vederlo è necessario alzare lo sguardo. Riflettere su questa semplice verità e sulle sue implicazioni simboliche è sufficiente per accorgersi del tesoro mirabilmente rappresentato dal firmamento. Imparare ad osservare i fenomeni celesti, individuare e seguire il corso degli astri e saperli relazionare in modo significativo agli eventi terreni è un’ulteriore opportunità, accessibile a tutti, per risintonizzarsi con il cosmo e crescere in sintonia con l’armonia dell’universo.


Alzando gli occhi alla volta stellata, ci accorgeremo di astri osservati da milioni di anni ai quali diverse civiltà hanno attribuito nomi e valenze differenti per precisi motivi pratici e filosofici. Nell'ammirare quelle luci così vivide è naturale chiedersi se qualcuno stia facendo la stessa cosa da qualche parte altrove, magari in un luogo dal quale Terra è solo un altro puntino colorato nel mare lattescente di Galassia. In merito a questo argomento voglio sottolineare il pensiero del maestro Omraam Mikhaël Aïvanhov:

"Le stelle non sono solo corpi celesti che producono ed emettono energia, ma sono mondi popolati da entità spirituali che ci inviano messaggi. Percorrendo con lo sguardo la volta celeste, trovate una stella sulla quale sentite il bisogno di soffermarvi
perché, lo percepite, avete con essa un legame vivo. Concentratevi su quella stella e rivolgetevi agli angeli che la abitano. Sono amici ai quali potete confidare le vostre
preoccupazioni, i vostri dispiaceri, ma soprattutto le vostre aspirazioni e le vostre speranze. Da tali esperienze ritornerete con una più vasta comprensione della vita, con la sensazione che non siete mai soli e che vi sono forze benevole a occuparsi di voi, a intrattenersi con voi. Anche se non sapete chi esse siano esattamente, sentirete la loro presenza. Dinanzi all'immensità della volta celeste l’essere umano, è vero, rappresenta ben poca cosa, ma questa non è una buona ragione per sentirsi soli o smarriti.”

Sì, osservare il firmamento è un viaggio nel tempo e nello spazio, un'opportunità per ogni anima di percorrere quel ponte arcobaleno che unisce cielo e terra in un continuum tra l'immensità dell'universo e l'incommensurabilità del nostro spazio interiore:

Cantando canti mistici, spirituali, creiamo intorno a noi tutto un mondo di forme e di colori. Ed essendo noi stessi il nostro proprio strumento, le forme e i colori che creiamo esternamente a noi, li creiamo anche in noi; quelle forme e quei colori attirano delle entità luminose, attirano degli angeli, e sono per essi un nutrimento. Gli angeli vengono unicamente se sappiamo attirarli con simili doni. Cantando, apriamo una porta sul Cielo attraverso la quale passeranno le entità celesti; e la venuta di queste entità porta cambiamenti benefici anche nel mondo. "

Naturalmente, il canto al quale si riferisce il maestro Aïvanhov può levarsi anche dalla voce del silenzio: ogni volta che alzerai lo sguardo al cielo, come in alto così in basso, vedrai riflessa una parte di te da scoprire, conoscere e onorare. In questo modo spostiamo l'orizzonte dell'umanità sempre oltre il prevedibile, dai limiti dell'occhio umano alla lungimiranza del cuore immortale.
Mariavittoria


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la mia guida introduttiva all'osservazione del firmamento,
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