lunedì 5 ottobre 2015

Forgiare il proprio destino

Noi non siamo esseri umani
che vivono un'esperienza spirituale.
Noi siamo esseri spirituali
che vivono un'esperienza umana.
Pierre Teilhard de Chardin

Nel mio post precedente ho ricordato che Il karma non esiste, perché per quanto accattivante, l'idea di karma e reincarnazione è soltanto l'ennesimo esempio delle tante convinzioni arbitrarie nelle quali gran parte dell'umanità indugia da millenni, incantata dalla propria immagine riflessa, a causa di una conoscenza ancora superficiale delle proprie effettive peculiarità, nonché delle inestimabili potenzialità evolutive racchiuse in ogni individuo.


Non intendo dirimere la questione in termini filosofici, non avrebbe senso, dal momento che proprio come i gusti anche le convinzioni personali non si discutono. Tuttavia è sufficiente porsi una semplice domanda: la reincarnazione aggiunge veramente un tassello significativo alla coscienza dell'individuo o è solo idea da collezionare insieme agli altri trofei di un'erudizione vuota e inconcludente? Non sarebbe più evolutivo imparare ad utilizzare la mente per imparare a conoscersi e vivere adesso, anziché lambiccarsi il cervello riguardo a possibili o probabili vite passate, future o in altri mondi?


Siamo qui, e non è certo un caso. Un'incarnazione umana rappresenta un'opportunità unica per lo sviluppo cosciente dell'essere: dal momento della nascita e per tutta la durata della vita terrena l'essere umano ha la possibilità di rendersi consapevole della propria esistenza, sviluppando la coscienza di un individuo senziente e forse perfino qualcosa in più. Il contatto con la materia fornisce l'attrito necessario per innescare la scintilla di consapevolezza che porta alla certezza della coscienza IO SONO, una fiamma inestinguibile. Da quel momento l'essere umano costruisce la propria individualità, esprimendo talenti e vivendo esperienze che proseguiranno anche dopo il passaggio chiamato morte. L'anima difatti è immortale e il suo viaggio rappresenta un eterno presente di infinite possibilità da realizzare. D'altro canto, anche l'apparato psicofisico umano è una realtà complessa che una volta animata consente di vivere coscientemente un'esperienza unica e irripetibile nella materia.
Il fine di una vita consapevole potrebbe essere il proprio miglioramento costante, non tanto perché qualcosa di sé vada corretto, quanto per onorare quel sano impulso all'autoperfezionamento, o meglio alla rettificazione, che muove l'intera creazione in una spirale evolutiva d'intensità crescente, dalle viscere dell'immanifesto al cuore pulsante del nostro universo.


Alla luce della consapevolezza, smetti di arrancare nel vano tentativo di essere migliore e comincia a diventare semplicemente chi sei veramente: un essere unico, che può davvero arrivare a forgiare il proprio destino, raggiungendo la padronanza nella capacità di interpretare attivamente il ruolo di scrittore e attore della storia immortale e infinita che chiamiamo vita.

Mariavittoria



RICONQUISTA IL VERO POTERE

"Voi attirate e manifestate ciò che corrisponde al vostro stato interiore."






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