lunedì 22 aprile 2019

La consapevolezza del rinnovamento


Se non sai fare luce,
sei pregato di non fare ombra.
(Detto alchemico)



Meli, ciliegi, peschi e tutte le sfumature possibili dal bianco al rosa. E poi ancora altri alberi di cui conosciamo o non conosciamo il nome che proiettano la loro gioia di vivere attraverso fioriture generose ed abbondanti. La rinascita si respira nell’aria, assieme al profumo dei fiori novelli e al ronzio delle api che banchettano di pistillo in pistillo. La stessa invincibile forza che osserviamo negli alberi, opera anche in noi, spingendoci all’espansione dopo l’inevitabile e, si spera proficua, introspezione invernale.



Se da un lato scontiamo ancora un po’ di stanchezza derivante dal periodo di transizione o dall’onda lunga del cambio dell’ora, dall’altra, incontrovertibilmente un’energia cristallina si fa strada in noi come fa la linfa che scorre nei tronchi degli alberi. 
Preso atto che il mondo intorno a noi ci parla di rinascita e rinnovamento, come possiamo anche noi unirci a questa danza cosmica? 
Ricordiamo che l’energia non si può accumulare, pertanto se ci sentiamo inondati di vitalità, ma non sappiamo come utilizzarla, l’energia, semplicemente, si disperderà. La chiave per dirimere la questione è la consapevolezza, attraverso la quale possiamo incanalare e dirigere coerentemente il nostro flusso energetico. 



Possiamo fare un veloce, ma efficace, lavoro su di noi: utilizziamo questo flusso energetico che ci arriva naturalmente dalla primavera per sviluppare l’attenzione, una delle facoltà più preziose che abbiamo, focalizzandola sulle cose che ci accadono. 

Alcuni rapidi esercizi specifici ci potranno accompagnare in questa fase di riappropriazione cosciente della nostra intima essenza. Diamoci un periodo di tempo ben preciso nel quale concentrarci con maggiore attenzione sul loro svolgimento, diciamo una settimana. 

Primo esercizio 
Se siamo soliti posare distrattamente occhiali, chiavi, cellulari, in luoghi diversi della casa, utilizziamo la nostra attenzione per renderci pienamente consapevoli del gesto col quale appoggiamo i nostri oggetti di uso quotidiano. Eviteremo di doverli cercare aggirandoci nervosamente per la casa e dissipando la nostra energia in lamentele e recriminazioni. 

Secondo esercizio 
Proviamo a prestare ascolto al nostro corpo, ad esempio mentre facciamo attività fisica (palestra, sport, o semplicemente una passeggiata). Poniamo l’attenzione sui nostri muscoli, sulla loro contrazione e sul successivo rilascio o sulla stupefacente e coordinata azione delle nostre gambe che ci permettono di camminare. Rimaniamo con la sensazione che tale focalizzazione ci lascia e rammentiamo quanto preziosa essa sia, visto che, come ci ricorda E.J. Gold, nell’ultima ora della nostra vita, nell’ultimo istante disponibile, potremmo desiderare ardentemente di provare ancora una volta la sensazione del nostro corpo che si muove. Questa constatazione è molto utile per prendere coscienza di quanto il nostro corpo, la nostra macchina biologica, sia uno strumento evolutivo a tutti gli effetti. 




Se vogliamo, potrebbe essere un’ottima idea abbinare ai nostri esercizi l’assunzione dei seguenti fiori di Bach: Clematis per radicarsi nel qui ed ora e connettersi al presente e Chestnut Bud per evitare di ripetere sempre gli stessi errori (e le stesse azioni) e per apprendere le lezioni che la vita ci impartisce ogni giorno. 

Fabrizio



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