lunedì 3 giugno 2013

Gocce di luce


 La luce splende nelle tenebre…
 (Gv 1, 5)




Dalla teoria del mare primordiale, passando per la filosofia presocratica fino alla ben più antica tradizione vedica, l’acqua è stata sempre riconosciuta dall’uomo come elemento della vita, del cielo e degli oceani che conferiscono il caratteristico colore al nostro amato Pianeta Azzurro.

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Simbolicamente l’acqua rappresenta la memoria e ogni genere di legame che tiene unito le particelle nel perenne moto di attrazione dei corpi, dall’immensità delle galassie alle minuscole intensità del mondo subatomico. Dante ci ricorda che è “l’amor che move il sole e l’altre stelle”, non si tratta affatto di un frivolo sentimentalismo, bensì della degna conclusione di un grande percorso iniziatico, poiché nulla è più vincolante del legame d’amore, che una volta sublimato si rivela la panacea in grado di risanare e fare evolvere tutte le creature, distaccandole dagli istinti egocentrici per elevarle al di sopra delle limitazioni della materia. 

A livello fisico, le proprietà di fluido, trasparente e riflettente fanno dell’acqua un ottimo conduttore di elettricità, quindi di energia, e pertanto anche delle impressioni che suggestionano la nostra psiche, imprimendovi sentimenti e ricordi. Astralmente, l’acqua, veicolo del principio femminile, è legata alla Luna, domina delle maree e della conoscenza misterica, ma al contempo in quanto elemento vitale e simbolo del legame d’amore rimanda anche al Sole, non soltanto lume della ragione ma soprattutto radiosa sorgente di quella luce inarrestabile che splende e rischiara incondizionatamente.



Perle nel tempo progetto vajra condivisione risorse gratuite incontri gocce luceI fotoni, costituiscono la parte più longeva e versatile del mondo fisico, particelle che viaggiano rapidissime e incontrastate nell’intero universo: potremmo immaginarli come messaggeri che informano la materia inondandola di pura luce, la manifestazione spirituale più preziosa per la vita e il benessere di tutti i nostri corpi, nota anche come oro eterico. Meditare o visualizzare luce ha un effetto naturalmente rasserenante, riequilibrante e si può considerare una tecnica sempre valida per ogni essere vivente in cerca di sollievo o di ispirazione. Non è certamente un caso che gran parte dei percorsi spirituali per definire una condizione molto significativa o addirittura ottimale cui tendere parli di illuminazione: siamo naturalmente orientati verso la luce che ci eleva e rischiara il cammino, specialmente quando emana direttamente dalla nostra scintilla vitale.

Quanta luce è racchiusa in una goccia d’acqua! Nella rugiada del mattino possiamo ammirare il riflesso dell’arcobaleno, e la stessa Terra si potrebbe immaginare come una gigantesca goccia d’acqua screziata di sfumature variopinte, così preziosa e viva.

Che dire delle gocce di luce di noi esseri umani? Le lacrime sono una nostra secrezione involontaria ma altamente significativa perché provengono dall’organo da sempre considerato lo specchio dell’anima: gli occhi. A ben vedere, il rapporto tra la superficie di un corso d’acqua e le sue profondità riflette quello che intercorre tra apparenza ed essenza nell’individuo: una superficie increspata d’onde non necessariamente significa turbolenze profonde, al contrario acque tranquille ma poco limpide sono spesso segnale di correnti burrascose che possono agitarsi negli abissi marini tanto quanto nell’animo di persone all’apparenza chete ma dallo sguardo tempestoso.



Il mondo nello specchio
Sì, abbiamo una luce negli occhi, quella che traspare dalla nostra scintilla vitale, e talvolta questa luce sgorga sottoforma di gocce d’acqua salata, memorie in forma liquida che ci ricordano il mare della vita da cui siamo emersi e in cui le vicissitudini si rimescolano nelle correnti del karma e dell’esistenza nella materia. Come è possibile “vedere l’universo in un granello di sabbia” si può altresì scorgere la perfezione luminare racchiusa in una lacrima.

Si dice che le lacrime dell’unicorno, simbolo di purezza e innocenza, possano guarire ogni male; certamente quelle dell’essere umano sono indice della sua stessa umanità e ci contraddistinguono dal regno animale per una consapevolezza cosciente che talvolta trabocca di compassione o sofferenza.

Percorrere la Via non è facile: è compito del viandante lasciare che la luce al proprio interno risplenda serenamente, senza farsi offuscare dalle circostanze esteriori, effimere e transitorie come la forma stessa nella quale questa scintilla d’eternità ha scelto di manifestarsi sulla Terra. Anche in questo l’Acqua ci può essere d’esempio: nella sua malleabilità ritroviamo la forza di chi partecipa al flusso della vita trovando il giusto equilibrio tra essere e divenire, tra forma e dinamicità. Tutto scorre; ma il cercatore sul sentiero aspira all’unione cosciente con il Tutto, come la goccia d’acqua che si fonde nel mare dell’esistenza restando consapevole della propria unicità. Così ognuno di noi nasce alla consapevolezza come essere vivente, goccia e al contempo mare in un oceano di luce, l’universo, che danza al ritmo della creazione. 
Mariavittoria

GUARISCI LA TUA VISTA

"Quasi tutte le persone con una vista indebolita si descrivono come se non fossero in grado di vedere e questo non rispecchia il concetto che sono loro a creare la loro realtà, altrimenti dovrebbero dire che si sono trattenute dal vedere, o che hanno evitato di vedere, di guardare qualcosa; e, se analizziamo bene la cosa, noteremo che questo è vero."







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