La luce splende nelle tenebre…
(Gv 1, 5)
(Gv 1, 5)
Dalla teoria del mare primordiale, passando per la
filosofia presocratica fino alla ben più antica tradizione vedica, l’acqua è
stata sempre riconosciuta dall’uomo come elemento della vita, del cielo e degli
oceani che conferiscono il caratteristico colore al nostro amato Pianeta
Azzurro.
Simbolicamente l’acqua rappresenta la memoria e ogni
genere di legame che tiene unito le particelle nel perenne moto di attrazione
dei corpi, dall’immensità delle galassie alle minuscole intensità del mondo
subatomico. Dante ci ricorda che è “l’amor che move il sole e l’altre stelle”,
non si tratta affatto di un frivolo sentimentalismo, bensì della degna
conclusione di un grande percorso iniziatico, poiché nulla è più vincolante del
legame d’amore, che una volta sublimato si rivela la panacea in grado di
risanare e fare evolvere tutte le creature, distaccandole dagli istinti
egocentrici per elevarle al di sopra delle limitazioni della materia.
A livello fisico, le proprietà di fluido,
trasparente e riflettente fanno dell’acqua un ottimo conduttore di elettricità,
quindi di energia, e pertanto anche delle impressioni che suggestionano la
nostra psiche, imprimendovi sentimenti e ricordi. Astralmente, l’acqua, veicolo
del principio femminile, è legata alla Luna, domina delle maree e della
conoscenza misterica, ma al contempo in quanto elemento vitale e simbolo del
legame d’amore rimanda anche al Sole, non soltanto lume della ragione ma
soprattutto radiosa sorgente di quella luce inarrestabile che splende e
rischiara incondizionatamente.
I fotoni, costituiscono la parte più longeva e
versatile del mondo fisico, particelle che viaggiano rapidissime e
incontrastate nell’intero universo: potremmo immaginarli come messaggeri che
informano la materia inondandola di pura luce, la manifestazione
spirituale più preziosa per la vita e il benessere di tutti i nostri corpi,
nota anche come oro eterico. Meditare o visualizzare luce ha un effetto
naturalmente rasserenante, riequilibrante e si può considerare una tecnica
sempre valida per ogni essere vivente in cerca di sollievo o di ispirazione.
Non è certamente un caso che gran parte dei percorsi spirituali per definire
una condizione molto significativa o addirittura ottimale cui tendere parli di illuminazione:
siamo naturalmente orientati verso la luce che ci eleva e rischiara il cammino,
specialmente quando emana direttamente dalla nostra scintilla vitale.
Quanta luce è racchiusa in una goccia d’acqua! Nella
rugiada del mattino possiamo ammirare il riflesso dell’arcobaleno, e la stessa
Terra si potrebbe immaginare come una gigantesca goccia d’acqua screziata di
sfumature variopinte, così preziosa e viva.
Che dire delle gocce di luce di noi esseri umani? Le
lacrime sono una nostra secrezione involontaria ma altamente significativa
perché provengono dall’organo da sempre considerato lo specchio dell’anima: gli
occhi. A ben vedere, il rapporto tra la superficie di un corso d’acqua e le sue
profondità riflette quello che intercorre tra apparenza ed essenza
nell’individuo: una superficie increspata d’onde non necessariamente significa
turbolenze profonde, al contrario acque tranquille ma poco limpide sono spesso
segnale di correnti burrascose che possono agitarsi negli abissi marini tanto
quanto nell’animo di persone all’apparenza chete ma dallo sguardo tempestoso.
Il mondo nello specchio |
Sì, abbiamo una luce negli occhi, quella che
traspare dalla nostra scintilla vitale, e talvolta questa luce sgorga
sottoforma di gocce d’acqua salata, memorie in forma liquida che ci ricordano
il mare della vita da cui siamo emersi e in cui le vicissitudini si rimescolano
nelle correnti del karma e dell’esistenza nella materia. Come è possibile
“vedere l’universo in un granello di sabbia” si può altresì scorgere la perfezione
luminare racchiusa in una lacrima.
Si dice che le lacrime dell’unicorno, simbolo di
purezza e innocenza, possano guarire ogni male; certamente quelle dell’essere
umano sono indice della sua stessa umanità e ci contraddistinguono dal regno
animale per una consapevolezza cosciente che talvolta trabocca di compassione o
sofferenza.
Percorrere la Via non è facile: è compito del
viandante lasciare che la luce al proprio interno risplenda serenamente, senza
farsi offuscare dalle circostanze esteriori, effimere e transitorie come la
forma stessa nella quale questa scintilla d’eternità ha scelto di manifestarsi
sulla Terra. Anche in questo l’Acqua ci può essere d’esempio: nella sua
malleabilità ritroviamo la forza di chi partecipa al flusso della vita trovando
il giusto equilibrio tra essere e divenire, tra forma e dinamicità. Tutto
scorre; ma il cercatore sul sentiero aspira all’unione cosciente con il Tutto,
come la goccia d’acqua che si fonde nel mare dell’esistenza restando
consapevole della propria unicità. Così ognuno di noi nasce alla consapevolezza
come essere vivente, goccia e al contempo mare in un oceano di luce,
l’universo, che danza al ritmo della creazione.
Mariavittoria
GUARISCI LA TUA VISTA
"Quasi tutte le persone con una vista indebolita si descrivono come se non fossero in grado di vedere e questo non rispecchia il concetto che sono loro a creare la loro realtà, altrimenti dovrebbero dire che si sono trattenute dal vedere, o che hanno evitato di vedere, di guardare qualcosa; e, se analizziamo bene la cosa, noteremo che questo è vero."
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