Sii presente a ogni
respiro.
Non fare che la tua
attenzione vaghi
per la durata di un
solo respiro.
Ricordati di te
stesso sempre
e in ogni
situazione.
Sufi Abdulhalik
Nel post Meditazione sul Maestro Interiore in 10 passi abbiamo considerato una meditazione che utilizza la
visualizzazione e si conclude con un periodo di contemplazione. Oggi vedremo un
tipo di esercizio diverso, attraverso il quale ci dedicheremo alla percezione
di noi stessi, conosciuta anche come ricordo di sé.
Utilizzo l'espressione percezione
di se stessi per mettere in evidenza il tipo di attenzione che dobbiamo
sviluppare durante questa tipologia di esercizi. Infatti non si tratta di
tenere viva e fissa nella mente un'idea, ma di sentire e percepire noi stessi
nel vero senso della parola, mentre svolgiamo una certa azione o prestiamo
attenzione ad un determinato fenomeno esterno.
Se frequentiamo corsi o leggiamo libri sulla crescita personale avremo sicuramente sentito dire spesso che l'umanità è addormentata e che passiamo la nostra vita in uno stato di sonno verticale, pur credendo di essere svegli. Anche nella maggior parte dei testi sacri di ogni tradizione si pone grande enfasi sul tema del risveglio, del vegliare, dell'aprire gli occhi.
È inutile cercare di spiegare cosa sia questo stato di sonno verticale a parole, il modo migliore per cominciare ad intuire quanto possano essere diversi i vari stati di veglia di un essere umano è provare a praticare alcuni esercizi di percezione di se stessi.
Si tratta di esercizi spesso molto semplici ma che presto scopriremo essere talmente lontani dal nostro normale stato di coscienza da creare numerose difficoltà.
Se frequentiamo corsi o leggiamo libri sulla crescita personale avremo sicuramente sentito dire spesso che l'umanità è addormentata e che passiamo la nostra vita in uno stato di sonno verticale, pur credendo di essere svegli. Anche nella maggior parte dei testi sacri di ogni tradizione si pone grande enfasi sul tema del risveglio, del vegliare, dell'aprire gli occhi.
È inutile cercare di spiegare cosa sia questo stato di sonno verticale a parole, il modo migliore per cominciare ad intuire quanto possano essere diversi i vari stati di veglia di un essere umano è provare a praticare alcuni esercizi di percezione di se stessi.
Si tratta di esercizi spesso molto semplici ma che presto scopriremo essere talmente lontani dal nostro normale stato di coscienza da creare numerose difficoltà.
Prendete un orologio analogico,
grande o piccolo che sia, l’importante è che abbia la lancetta dei secondi e
che possiate seguirla con facilità.
Mettete l'orologio di fronte a voi a una distanza alla quale possiate vederlo bene, senza alcuno sforzo.
Per un minuto seguite la lancetta dei secondi, senza contare né creare altri concetti astratti nella vostra mente, semplicemente cercate di essere presenti.
Mentre seguite la lancetta che si muove, tentate di conservare anche la percezione di voi stessi, avvertite la vostra presenza in quel momento, percepite la realtà dell’affermazione “Io sono presente, in questo momento sono proprio qui”. Attenzione: non si tratta di ripetere questa frase ossessivamente e nemmeno lentamente fino al punto di rilassarvi, si tratta di percepire fisicamente che voi siete presenti mentre guardate l'orologio.
Provate per un minuto, ma non sforzatevi più a lungo, e se doveste sentire che anche questo sforzo diventa eccessivo interrompete temporaneamente l’esercizio per riprenderlo con calma in un altro momento.
Se la vostra mente si distrae, come sicuramente succederà, appena ve ne rendete conto cercate di riportare l’attenzione sulla lancetta e su di voi.
Suggerimenti
Un minuto è molto breve, prestate
attenzione o potreste ritrovarvi a superare il tempo stabilito senza aver
compiuto neanche un secondo di esercizio! Se dovesse succedere proprio questo
non arrabbiatevi e non tentate di impegnarvi subito per un altro minuto,
decidete piuttosto di riprovare a svolgere l’esercizio la mattina o la sera del
giorno successivo.
In questo tipo di esercizi anche
il “fallimento” è parte del risultato perché aiuta a comprendere lo stato di
addormentamento, di inconsapevolezza. Infatti, il fine di queste pratiche non è
riuscire a percepire voi stessi per il tempo stabilito, ma rendervi conto dello
stato di sonno in cui normalmente si è immersi e della differenza qualitativa
tra i momenti in cui siete presenti e quelli in cui non lo siete.
Più ci proverete con fretta,
rabbia o ansia per raggiungere un certo risultato, meno l’esercizio “riuscirà”;
prendetevi semplicemente il vostro minuto per provare questo esperimento e non
preoccupatevi di nient’altro.
È possibile compiere l'esercizio anche osservando le
onde del mare, oppure lo scorrere di un fiume,
l’importante è non forzarsi e non protrarre la pratica per più di un
paio di minuti, soprattutto all’inizio.
Stefano
Potete trovare altri utili esercizi nel mio e-book gratuito
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