Tutto ciò che non
sai
può essere usato
contro di te
Monia Zanon
Sfera armillare trinitaria |
Superstizione, difatti, è
il derivato italiano di un termine latino introdotto da Cicerone nel De
natura deorum per indicare coloro che invocavano l’intervento degli dèi
affinché conservassero superstiti, vale a dire “sani e salvi”, i loro
cari partiti per la guerra. L’esperto oratore latino irride questo
atteggiamento deresponsabilizzante dell’individuo pavido, che si affida ad un
intervento superiore in termini di mero scambio (ad es. un sacrificio in cambio
di una grazia). Quindi, volendo utilizzare il termine propriamente, dovremmo
chiamare superstiziosi tutti coloro che si rivolgono al divino per fini
utilitaristici, un atteggiamento molto più diffuso in ambito religioso che non
fra gli astrologi.
Il nume celeste di per sé non ha affatto questo scopo propiziatorio, al contrario mira ad avvertire l’individuo sull’opportunità o meno di intraprendere certe azioni sotto l’influsso di una determinata configurazione astrale, la quale di per sé non è considerata causa di “buona o cattiva ventura” ma stabilisce piuttosto il corso previsto e nient’affatto predeterminato degli eventi.
Così, per i babilonesi shimtu,
“il destino”, andava previsto, letteralmente “visto in anticipo”, perché
solo conoscendo la volontà divina manifesta nel libro del cielo sarebbe stato
possibile agire con cognizione di causa per volgere gli eventi a proprio
vantaggio in virtù di leggi universali ai quali tutto il creato, dèi compresi,
deve rispondere. Per questi antichi osservatori del cielo tutto era portatore
di senso e costituiva un segno da interpretare, un’opportunità da cogliere per
comprendere e compartecipare al corso degli eventi.
Andare per il mondo con gli occhi bene aperti e disposti a cogliere i nessi profondi, non necessariamente causali, tra cose, eventi e persone, è un prerequisito fondamentale per chiunque aspiri a diventare padrone della propria vita. In questo senso, anche l’oroscopo può fornire utili informazioni, purché sia eseguito con perizia e soprattutto interpretato in modo opportuno. Sapere infatti che avrò “Saturno contro” non è un buon motivo per sbuffare e lamentarsi, attribuendo al suo influsso rigoroso ogni difficoltà, ma potrebbe darmi un incentivo per riflettere su quali azioni meritino effettivamente i miei sforzi durante un periodo in cui potenzialmente niente mi sarà concesso con facilità, e così, da “auspicio sfavorevole”, quella consapevolezza può trasformarsi nel mio migliore alleato per liberarmi dal superfluo. Ciò vale per qualunque previsione che da iniziale fonte di preoccupazione siamo in grado di trasformare in un elemento di conoscenza, per rapportarci agli eventi in modo sempre più sensato e consapevole.
Mariavittoria
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