lunedì 21 ottobre 2013

La bussola dell'evoluzione


Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei,
e se so di che cosa ti occupi
saprò che cosa puoi diventare.
J.W. Goethe



In un post precedente ho introdotto il funzionamento della legge delle ottave, un principio esoterico fondamentale che agisce in stretto accordo con quello dell’entropia nel regolare i rapporti tra staticità e dinamismo. 



Il significato della parola staticità è univoco, intendendo uno stato di inerzia, mentre il termine dinamismo comprende la possibilità di scegliere tra due movimenti uguali e contrari: uno verso l’alto (spirale ascendente o evoluzione) e uno verso il basso (spirale discendente o involuzione). Poiché nell’umanità la tendenza all’evoluzione è innata, è naturale che chi voglia essere umano aspiri ad evolvere, tuttavia, come si è già detto l’ascesa non avviene in modo lineare,bensì con un movimento a spirale, attraverso un percorso curvilineo nel quale a volte si ha l’impressione di non stare crescendo, anche se in realtà si tratta di passaggi funzionali al raggiungimento dello stadio evolutivo successivo. Ad es. prima dell’ascesa vera e propria spesso è necessaria una fase di adattamento per raccoglie l’energia necessaria al compimento del processo evolutivo, che sovente richiede un cambiamento notevole su tutti i piani. In questo senso è fondamentale imparare a distinguere le fasi della crescita, che prevedono momenti di apparente stallo o retrocessione, dallo stato di inerzia e stagnazione che se protratto innescherà una spirale discendente o involutiva.  

Considerando quanto detto fin’ora sul movimento spiraleggiante dell’evoluzione, ci rendiamo conto che talvolta può capitare di vivere un’apparente “ricaduta” nell’ordinarietà di quella dimensione illusoria comunemente accettata come “realtà”; ma in questi casi per sapersi orientare diventa necessario chiedersi se si tratta di una fase transitoria e funzionale all’evoluzione (come potrebbe essere una rincorsa prima di spiccare un grande balzo) o se ci si trova invece a tergiversare, catturati in una rete di esitazioni nella quale le nostre resistenze stanno per avere il sopravvento e farci regredire (involuzione). Come facciamo a renderci conto se stiamo facendo qualche passo indietro per stabilizzare la nostra presa di coscienza del cambiamento imminente (fase di “rincorsa”) o se stiamo proprio opponendo resistenza al cambiamento e quindi all’evoluzione?

La differenza tra una fase di “rincorsa” (inerzia attiva) e una di resistenza (inerzia passiva) non è percepibile ordinariamente, perché all’esterno questi due passaggi presentano le stesse caratteristiche apparenti: un movimento nullo o contrario rispetto al divenire. Tuttavia lo scarto in termini qualitativi è enorme e si basa sulla consapevolezza interiore dell’uso che stiamo facendo del nostro potenziale.

Le ottave sono potenzialmente infinite, tanto quanto la scala di livello dell’essere, ben diverso e oltre il semplice esistere, e il completamento di ciascuna dipende dalla nostra capacità di essere in ogni momento coscienti dei reali obiettivi che motivano pensieri, parole e azioni intraprese. 

Domandarsi sinceramente dove, con chi siamo e per quale motivo esprime la volontà di vivere consapevolmente. Trovare la risposta a queste domande richiede pazienza, umiltà e onestà intellettuale. È necessario riuscire ad essere molto sinceri con se stessi per evitare la tendenza automatica dell’intelletto a trovare delle giustificazioni mirate a distogliere l’attenzione dalle reali motivazioni che potrebbero non piacerci, restituendo un’immagine di noi stessi diversa da quella alla quale siamo soliti fare riferimento. L’umiltà sarà nostra alleata nell’individuare senza ipocrisia le differenze tra le risposte alle domande chi sono? e chi credo di essere? O come voglio apparire? E infine la pazienza ci verrà in aiuto una volta presa coscienza del fatto che solo imparando ad ascoltare incondizionatamente il Cuore, voce della propria autenticità, sapremo in ogni istante cosa vogliamo veramente e per quale motivo, e questo ci darà l’opportunità di conoscerci per ciò che siamo, ma anche di orientarci, individuando le motivazioni reali dei nostri comportamenti e pensieri. Il Cuore è la bussola dell’evoluzione, grazie ad esso è possibile riguadagnare la propria umanità e diventare esseri umani. Come dice l’illuminato in epigrafe, esiste un rapporto diretto tra chi siamo e le nostre frequentazioni (legge di risonanza) e tra le nostre occupazioni e cosa vogliamo veramente (legge dell’attrazione), quindi tra ciò che siamo e ciò che stiamo per diventare. La scoperta di questi nessi profondi causali e acausali eleva la consapevolezza; in questo percorso di risveglio il Cuore, centro superiore di coscienza, sarà la nostra guida.
Mariavittoria

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