sabato 22 agosto 2020

Meditazione per liberarsi dal giudizio

 7° passo del percorso di orientamento metafisico

Il buon cuore è allo stesso tempo importante ed efficace nella vita quotidiana. 

I buoni frutti nascono solo da un buon comportamento.

Dalai Lama

 

La vera libertà è uno stato interiore di affrancamento da ogni genere di condizionamento, incluso quello indotto dal giudizio altrui. Essere davvero liberi significa avere abbastanza compassione da fermarsi ad ascoltare tutti e abbastanza saggezza per proseguire comunque sulla propria strada. Abbracciare senza riserve la propria libertà interiore è l'atto di ribellione che può davvero rivoluzionare una vita, cambiando il modo di percepire la realtà.

 


Nessuno ti obbliga ad accettare l'interpretazione comune delle cose, fidati del tuo cuore più che delle apparenze e comincia a considerare la possibilità che gli eventi succedano per un fine e non perché hanno una causa. 

Ogni evento contiene un messaggio dell'anima, ma per impararne la lezione in modo risolutivo devi trascendere il condizionamento del passato, solo così avrai un futuro libero dal samsara, l'incessante coazione a ripetere dovuta all'inconsapevolezza. 

Forse ti chiederai quale lezione potrà mai esserci nelle critiche velenose che ti vengono rivolte dagli altri o dal tuo giudice interiore, il maggiore detrattore di ogni tuo libero successo. In verità, tu hai già la risposta, ma forse non ti senti ancora in grado di comprenderla: non esiste un destino migliore o peggiore di un altro, ognuno chiede di essere compiuto. 

La domanda cruciale, a questo punto, è: quanto del tuo destino pensi di riuscire a compiere basandoti sul giudizio altrui? O peggio, fondando le tue parole e azioni sui pensieri del giudice interiore, che conosce soltanto il passato e per giunta un passato distorto dai filtri mentali più o meno inconsci? 

Liberati dal giudizio, ascolta il richiamo della tua anima, viaggerai più leggero e alla fine guardandoti indietro non avrai rimpianti, ma solo ricordi autentici di una vita vissuta intensamente. Non è mai troppo tardi per non sprecare questa vita, comincia subito praticando regolarmente la meditazione per liberarti dal giudizio.

 

Una storia zen narra di due monaci che vennero mandati in città a fare delle commissioni, sulla via di ritorno al monastero, incontrarono una giovane donna in abiti eleganti, reggeva un voluminoso cesto colmo di fiori profumati e variopinti e stava ferma sulla sponda di un fiumiciattolo fangoso che guardava con aria desolata: era chiaro che non sarebbe mai riuscita ad attraversare senza sporcarsi il bel vestito o rovinare i fiori. Senza esitazioni, il primo monaco si caricò in spalla la giovane con il cesto di fiori e la portò dall'altra parte del fiume. Il secondo monaco dapprima tacque, ma molto più avanti sul sentiero, quando i due erano quasi a metà dei millecinquecento gradini della scalinata del monastero, non riuscendo più a trattenersi si fermò, rivolgendosi al compagno con tono indignato: “Ai monaci è vietato toccare una donna, come hai potuto portare in braccio quella ragazza?” Il suo confratello si fermò solo un istante e prima di proseguire gli rispose: “Ho portato quella ragazza da una sponda all'altra del fiume giù nella valle, tu perché la stai ancora portando?” 

 


È una delle storie zen che preferisco, densa di significati simbolici: i millecinquecento gradini rappresentano gli attaccamenti che siamo chiamati a sciogliere, la condotta del primo monaco è un esempio di unione impeccabile di compassione e saggezza (karuna e prajna, i pilastri della pratica buddhista) di un cuore aperto che agisce nel qui ed ora, aiutando il prossimo senza pregiudizi o aspettative, mentre il secondo monaco esprime le reazioni della mente arida che nella vana ricerca della perfezione non sa cogliere la bellezza dello spirito in ogni forma e dimentica che siamo qui per amare il mondo, non per giudicarlo.


Questa storia è un invito all'equanimità, che la Qabbalah riassume nel monito secondo cui la ricompensa di un uomo giusto è essere un uomo giusto; infatti, facendo la cosa giusta esprimi un elevato ideale di bellezza, che è buona cosa magnificare e ampliare a beneficio dell'evoluzione della nostra specie, tutto il resto va lasciato dove lo si trova. 

Esprimi quindi la tua natura saggia e compassionevole come e più che puoi; qualunque sia l'evento che si manifesta a te, non dice nulla di te, se non nel modo in cui reagisci o rispondi ad esso.

 


L'asana della statua di fuoco, agnistambhasana, riduce l'ansia e lo stress, distende i muscoli e le articolazioni di glutei, cosce e bacino e allena l'apertura e la mobilità delle anche. Il video dimostrativo che ti propongo è in inglese, ma risulta molto facile da seguire anche solo visivamente.



Per stimolare l'equilibrio psicofisico, anticamera dell'equanimità, quando sei in questa asana ti consiglio di abbassare le braccia ai lati del corpo e appoggiare a terra i polpastrelli di indice e medio uniti, tenendo mignolo e anulare chiusi sotto al pollice, la schiena rimane diritta ma rilassata (non irrigidirti troppo, forzando la posizione). Concludi l'asana mettendoti a gambe incrociate e allungando schiena e braccia in avanti, nella tradizionale postura di ringraziamento.

 


L'animale guida di questo passo è il lupo solitario, Maestro di essenzialità. Il lupo è un animale socievole, ma alcuni esemplari si ritrovano senza un branco, non per questo smettono di vivere, anzi, in questa condizione estrema la loro vitalità si accresce naturalmente e tutti i loro sensi si acuiscono per dare modo all'istinto atavico e all'intelligenza maturata di supplire alla forza del branco. Così, nella purezza della propria spinta all'evoluzione, il lupo perde i connotati ordinari della propria comunità di consimili e diventa l'incarnazione della quintessenza dell'anima della sua specie.

 


Per secoli l'uomo ha perseguitato i lupi, li ha sterminati per paura o per futili motivi, perché il cugino selvatico del cane è schivo, molto intelligente e indomito, ma alla fine ha dovuto convenire che senza questo abile predatore l'equilibrio naturale sarebbe irrimediabilmente compromesso e così ha cominciato a proteggerlo o almeno a lasciarlo in pace. 

Non c'è bosco senza lupo ed è nell'incontro con il tuo lupo interiore che troverai la forza del singolo: smetterai di angustiarti per le sorti di un branco di pecore, con tutto il rispetto per i simpatici ovini lanuginosi che si prestano a questa metafora, imparerai a orientarti nel buio e forse saprai cantare i tuoi segreti alla luna.
Mariavittoria


NON SPRECARE QUESTA VITA


Una raccolta di aforismi del quattordicesimo Dala Lama del Tibet, da portare con sé e aprire intuitivamente, per scegliere una frase o una pagina su cui meditare, magari a contatto con la natura. Nella loro limpida semplicità, le parole raccolte in questo libro sono chiavi per rischiarare la mente e attingere alla verità oltre la superficie delle apparenze. 

“Se fate affidamento su chi ha qualità inferiori alle vostre, ciò vi porterà a peggiorare. Se fate affidamento su chi ha qualità pari alle vostre, vi fermerete dove vi trovate. Solo facendo affidamento su chi ha qualità migliori delle vostre potrete progredire.”

 




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